Vittorio Messina: “Le analisi confermano una crisi che non dà segni di rallentamento. Le chiusure hanno accelerato anche nel 2021, battendo il già pessimo risultato del 2020”
Dal punto di vista geografico, con un saldo negativo di -1.290 imprese, le regioni del centro subiscono l’emorragia peggiore
Inizio d’anno col freno a mano tirato per il turismo “made in Italy”, con la quarta ondata che ha finito per cancellare i primi due mesi. Ma anche una primavera (in arrivo) che si prospetta al rallentatore, in attesa di chiarezza sull’evoluzione delle misure di contenimento dei contagi. I numeri, intanto, parlano chiaro. Secondo l’ultima analisi di
Assoturismo Confesercenti,
nel 2021 hanno chiuso i battenti ben 4.116 imprese della ricettività e dei servizi turistici. Un dato mai registrato negli ultimi cinque anni e che non è stato compensato neppure dalle nuove aperture, se si pensa che nello stesso periodo hanno visto la luce solo 1.916 attività, per un saldo negativo pari a -2.200 imprese. Un’accelerazione ancor più profonda delle -1.814 del 2020. Sommando gli ultimi due anni, si parla dunque di una perdita di oltre 4mila aziende, più di sei volte superiore rispetto al biennio precedente.
“Le analisi confermano una crisi che non dà segni di rallentamento”, osserva Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo. “Le chiusure hanno accelerato anche nel 2021, battendo il già pessimo risultato del 2020”. Il rapporto è stato condotto analizzando i dati di natimortalità della ricettività (alberghi, ostelli, rifugi alpini, affittacamere e case vacanze non occasionali, campeggi) e dei servizi turistici (agenzie di viaggio, tour operator, servizi di biglietteria, guide e accompagnatori turistici). A subire maggiormente il contraccolpo della crisi pandemica è la ricettività, per la quale il saldo negativo tra natalità e mortalità nel 2021 si porta sulle -1.356 imprese. Quanto ai servizi turistici, invece, si parla di -366 attività. Due dati che si confrontano rispettivamente col -1.168 e -646 del 2020. Nell’anno pre-covid, invece, la ricettività aveva riportato un saldo positivo pari a +276 unità mentre i servizi turistici risultavano in negativo a -366.
Dal punto di vista geografico, con un saldo negativo di -1.290 imprese, le regioni del
centro subiscono l’emorragia peggiore. Fanno da traino il Lazio con un saldo negativo pari a -1.082 attività e la Toscana con -174 attività. Seguono il
nord est, che registra un saldo natalità-mortalità pari a -447 imprese, e il
nord ovest (-285). Quanto alle singole regioni, spiccano in questi ultimi due casi l’Emilia-Romagna (-168), il Veneto (-165) e la Lombardia (-158). Dimostrano infine una migliore reattività il sud e le isole, che perdono rispettivamente -114 e -64 imprese. L’unica a registrare una crescita è la Valle d’Aosta, con +5 aziende.
“Anche il 2022 non si è aperto sotto i migliori auspici: la quarta ondata ha cancellato gennaio e febbraio e la primavera è partita piano: l’80% delle camere disponibili per marzo è ancora senza prenotazione”, interviene Messina. “A pesare, in un mese senza Pasqua, è senz’altro il blocco degli eventi e dei viaggi di lavoro”, spiega. Secondo Messina, dunque, sono necessari “sostegni più incisivi” per evitare un’ulteriore accelerazione delle chiusure. “Salvate le imprese, dobbiamo lavorare sul riavvio. Chi arriva ultimo alla riapertura ha perso: per questo servono già ora regole chiare sulle modalità della ripartenza della mobilità turistica, a partire da eventuali obblighi che dovranno essere in linea nei tempi e nei modi con il resto d’Europa. In questo quadro, serve un investimento straordinario nel marketing: dobbiamo promuovere meglio e di più all’estero la destinazione Italia, tra le più desiderate e, in questo momento, sicure del mondo. I nostri competitor lo stanno già facendo”.
Vittorio Messina: “Le analisi confermano una crisi che non dà segni di rallentamento. Le chiusure hanno accelerato anche nel 2021, battendo il già pessimo risultato del 2020”Dal punto di vista geografico, con un saldo negativo di -1.290 imprese, le regioni del centro subiscono l’emorragia peggiore
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