Donald Trump: qualche previsione sul commercio dei diamanti
Fra i tanti che avrà, quale effetto avrà la politica di Donald Trump sul mercato dei diamanti?Tralasciando le reazioni emotive (ormai lontane a dire il vero), la questione si riduce ad alcune domande chiave. La capacità di spesa dei consumatori aumenterà o meno con la presidenza Trump? E questo si tradurrà in un aumento delle vendite di diamanti o no? Se lo è domandato la società che fissa gli standard di settore, Rapaport.
Trump entrerà in carica il 20 gennaio 2025, impegnandosi a rendere permanenti le disposizioni del Tax Cuts and Jobs Act, in vigore dal 2018, durante il suo precedente mandato. È indubbio che il rialzo azionario e il rafforzamento valutario del dollaro possano trascinare anche il mercato delle gemme. Ne è convinto Milton Pedraza, ceo della società di consulenza newyorkese The Luxury Institute: «Mi aspetto che l’amministrazione Trump metta in atto politiche a favore del business, della crescita e della riduzione delle tasse che contribuiranno a creare ricchezza per tutti i consumatori. Questo aiuterà l’industria dei diamanti e dei gioielli».
Meno tasse, più gemme?
I tagli fiscali dovrebbero dare ai consumatori più reddito disponibile da spendere in beni e servizi. La domanda di diamanti e gioielli dovrebbe beneficiarne. Il RapNet Diamond Index (RAPI™) evidenzia però che per i diamanti lucidati da 1 carato il valore è sceso del 53% tra il 1° gennaio 2013 e il 1° novembre 2024 (mentre nello stesso periodo, l’indice S&P 500 registrava un’impennata del 302%).
Sono inoltre i grandi eventi geopolitici ad avere un maggiore impatto sull’economia, più che le singole politiche economiche dei governi, come hanno dimostrato la guerra in Ucraina e gli altri eventi bellicosi degli ultimi anni, tanto è vero che «gli americani potrebbero anche scegliere di risparmiare il loro denaro in più», ha dichiarato sempre a Rapaport Dave Marcotte di Kantar Consulting. Il vicepresidente senior della società di consulenza non vede motivi per cui i ricchi dovrebbero smettere di «immagazzinare ricchezza», a meno di «un taglio delle tasse molto più profondo». Tuttavia è indubbio che, almeno nel breve periodo, la riduzione delle imposte che Trump prospetta sarà «generalmente positiva per i gioiellieri».
Sul fronte tassi, Trump ha anche promesso di ridurre sia l’inflazione che i primi, ma è altamente probabile che il saggio di interesse di riferimento resterà elevato «a causa dei consistenti deficit federali», ha aggiunto il consulente di The Luxury Institute.
Trump, i diamanti, le tariffe, l’immigrazione
Il conflitto commerciale con la Cina, iniziato nel 2018, ha avuto un impatto per lo più indiretto sul commercio di diamanti e gioielli. Da una parte, le tariffe in sé non hanno avuto un effetto rilevante sulla catena di approvvigionamento, dall’altro hanno ridotto la ricchezza cinese e contribuito all’indebolimento ancora perdurante della domanda di diamanti.
In realtà, le tariffe di Trump potrebbero ulteriormente ridurre la capacità di spesa dei consumatori americani di 46 milioni-78 miliardi di dollari all’anno, secondo quanto ha calcolato la National Retail Federation (NRF) alla vigilia delle elezioni. Sempre secondo il consulente per il lusso, nei fatti l’amministrazione Trump attenuerà le tariffe, una volta resasi conto che saranno i consumatori a pagarne gli effetti.
Le restrizioni all’immigrazione promesse di Trump pure potrebbero avere un qualche effetto sulla catena Signet Jewelers, la quale ha già sottolineato l’importanza degli ispanici per la sua attività.
La parola agli analisti
In generale, secondo gli analisti di Bofa a metà dicembre 2024 i dati aggregati sulle carte di credito e di debito mostrano che la spesa per il lusso negli Stati Uniti è diminuita del 2% nelle cinque settimane fino al 7 dicembre (a Milano è Sant’Ambrogio; gli analisti fanno riferimento a questa data per aggiustare il ritardo del Giorno del Ringraziamento e del Black Friday). Guardando all’intero trimestre (benché parziale), ciò vuol dire – spiegano gli analisti – che la crescita del lusso nel 4° trimestre è stata del -3%, rispetto al -8% del precedente.
In tutto ciò, c’è un importante distinguo. All’interno del comparto del lusso statunitense, è stata proprio la gioielleria a registrare una performance migliore, con un +5% nel quarto trimestre fino al 7 dicembre 2024, rispetto al -3% del 3° trimestre. Considerando che il mese di dicembre rappresenta il 45-50% dei ricavi degli ultimi tre mesi dell’anno, ipotizzando che il tasso di crescita del settore a 5 anni rimanga stabile, nel solo mese di dicembre i ricavi nel settore gioielli dovrebbero crescere dell’1%. Nel complesso, gli analisti di Bank of America si dicono «costruttivi sul consumo statunitense nel 2025», prevedendo un +8% anno su anno.