I canali digitali in questi ultimi anni stanno favorendo non poco la diffusione degli Etf tra gli investitori retail. Molte piattaforme d’investimento digitali danno ampio spazio ai replicanti attraverso strumenti semplici da comprendere quali i pac in etf. Secondo Pwc la domanda di etf da parte dei retail sarà forte nei prossimi anni proprio sotto la spinta di veicoli quali i saving plans in etf, portando gli asset in gestione in Europa a triplicarsi in area 3.000 miliardi di dollari entro il 2027.
I principali player Etf si stanno così muovendo per stringere accordi con le varie piattaforme. We Wealth ne ha discusso con Marco Tabanella, Head of Intermediary Retail and Strategic Accounts di Vanguard, che ha siglato proprio in queste settimane la sua prima partnership in Italia con una piattaforma di brokeraggio.
Vanguard ha appena stretto una partnership con Directa che permette l’acquisto dei propri Etf a commissioni zero, nel prossimo futuro pensate di stringere altre partnership simili?
La partnership con Directa rappresenta la prima collaborazione in Italia con una piattaforma di brokerage riguardante la nostra gamma di Etf. Monitoriamo con attenzione questo canale, presidiato sempre più da neobrokers, fintech, challenger banks e intermediari tradizionali che stanno sviluppando canali digitali. Questo segmento è in forte crescita a livello europeo: in Germania, ad esempio, assistiamo da anni alla conversione dei servizi offerti da queste piattaforme, dove si registra lo spostamento da una logica di puro trading ad una più legata all’investimento di lungo periodo tramite saving plans o portafogli modello in Etf. La nostra filosofia di indicizzazione si inserisce perfettamente in questo ambito, grazie a strumenti a basso costo molto diversificati e a soluzioni multi-asset a profilo che consentono di gestire in modo automatico i ribilanciamenti riducendo gli oneri operativi per gli investitori.
Negli altri principali mercati state vedendo delle tendenze che presto potrebbero prendere piede anche in Italia?
Prevediamo che gli strumenti indicizzati saranno sempre più utilizzati da consulenti finanziari e private bankers, sulla scia di quanto avvenuto in altri mercati. Finora l’impiego di queste strategie in Italia è avvenuto prevalentemente all’interno di wrapper di prodotto come gestioni patrimoniali e unit linked, ma registriamo un potenziale di crescita importante soprattutto nell’ambito dei servizi di consulenza a parcella. In tali modelli diventa cruciale razionalizzare il costo dei sottostanti ed efficientare i portafogli aumentando il peso delle strategie indicizzate, specie su asset class dove è notoriamente difficile ottenere alfa. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito abbiamo assistito negli ultimi anni ad una crescita significativa di portafogli modello in Etf, che rispondono all’esigenza di gestire i portafogli monitorandone il rischio, rendendo scalabile il servizio e liberando spazio ai consulenti per le attività più relazionali e di sviluppo sulla clientela. Proprio in tal senso e replicando il modello di successo sviluppato in altri mercati, stiamo collaborando con i nostri partner distributivi per offrire soluzioni basate sempre più su portafogli modello in Etf o fondi indicizzati Vanguard.
La gamma LifeStrategy riduce potenzialmente all’osso il numero di strumenti per impostare un portafoglio diversificato, per quali tipologie di investitori sono più adatti?
I LifeStrategy Etf rappresentano uno dei maggiori successi per Vanguard: a tre anni dal lancio la raccolta sfiora il miliardo di dollari, le performance sono superiori rispetto ai peers di categoria ed il profilo 80% equity ha ottenuto nel 2023 il riconoscimento come migliore strategia bilanciata da Morningstar.
Queste soluzioni consentono di esporsi ai mercati globali mantenendo il profilo di rischio desiderato e ribilanciando il portafoglio in modo automatico e disciplinato, sfruttando ottimizzazioni fiscali ed operative. Il tutto mantenendo i punti di forza propri degli Etf: commissioni contenute a soli 25 punti base all-in, un livello di diversificazione estremo grazie circa 9.000 partecipazioni uniche, trasparenza e liquidità. Rispondono all’esigenza diffusa di costruire asset allocation core a basso costo, presentano un’elevata versatilità che le rende adatte sia ad investimenti stand alone sia ad essere abbinate a componenti tematiche o di nicchia, mitigandone rischio e volatilità. Per questo la platea di investitori è ampia: addetti ai lavori e smart investors, consulenti indipendenti ed SCF, consulenti tradizionali, family office ed holding finanziarie.
L’industria degli Etf spesso ha visto partire delle mode cavalcate da molti player. I tematici in particolare sono molto in voga e avanzano anche gli Etf attivi. Vanguard anche in passato si è sempre mostrata scettica, per quale motivo?
La filosofia d’investimento di Vanguard si basa su quattro principi fondamentali: creare obiettivi d’investimento chiari e adeguati, sviluppare asset allocation con strumenti ampiamente diversificati, minimizzare i costi e mantenere una prospettiva di lungo termine. Tali principi si riflettono anche nel nostro approccio all’indicizzazione, che non copre prodotti tematici ma privilegia sempre gli indici più diversificati, pesati in base alla capitalizzazione di mercato e in grado di rappresentare la maggiore copertura ma anche di assorbire il rischio di portafoglio contenendo volatilità e drawdown.