Nel contesto post-pandemico, il tema delle retribuzioni infermieristiche è tornato con forza al centro del dibattito pubblico. Secondo un’analisi della Corte dei Conti pubblicata a luglio la carenza di infermieri in Italia non è inferiore alle 65.000 unità, e il crescente pensionamento per limiti di età raggiunta dal personale non potrà che aggravare la situazione.
Questa carenza rimette al centro la necessità di garantire una remunerazione adeguata per attrarre e trattenere personale sanitario qualificato, alla luce della massiccia emigrazione degli infermieri in altri Paesi d’Europa. Secondo l’ultimo rapporto Health at a Glance 2024 dell’Ocse, gli stipendi degli infermieri sono aumentati in molti Paesi europei, prima e dopo il covid-19. Incrementi retributivi che però in Italia si sono verificati solo in misura minore e solo dopo il 2019, invertendo solo in parte il calo (al netto dell’inflazione) osservato fra 2010 e 2019. Gli infermieri italiani, contrariamente a quanto accade nella maggioranza dei Paesi sviluppati, non guadagnano più della media salariale nazionale, ma in linea con la retribuzione media. E’ strano? Sì, perché nell’Ue gli infermieri in ospedale guadagnano circa il 20% in più rispetto al salario medio, si legge dai dati Ocse. Oltre all’Italia, gli infermieri non guadagnano più della media nemmeno in Francia, Finlandia, Portogallo e Svezia.
Quanto guadagna un infermiere in Italia nel 2025, per livello di esperienza (da neolaureato a esperto)
Secondo gli Studi di retribuzione 2025 di Michael Page, in Italia un infermiere guadagna:
- Tra 27.000 e 35.000 euro lordi all’anno con meno di 5 anni di esperienza;
- Tra 35.000 e 40.000 euro lordi con 5-10 anni di carriera;
- Oltre i 40.000 euro lordi annui superati i dieci anni di servizio.
Glassdoor offre una stima leggermente più prudente, sulla base delle indicazioni fornite dagli utenti della piattaforma: la retribuzione mensile totale di un infermiere è di circa 1.800 euro, di cui 1.700 euro come stipendio base.
Variazioni regionali degli stipendi infermieristici e confronto fra pubblico e privato
Secondo dati elaborati da InfoJobs e confermati da indagini retributive 2025, esistono notevoli differenze territoriali:
- Nord Italia (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto): tra 2.100 e 2.700 euro netti/mese
- Centro Italia (Lazio, Toscana, Marche): circa 2.000-2.300 euro netti/mese
- Sud Italia (Sicilia, Campania, Calabria): tra 1.800 e 2.000 euro netti/mese
Le regioni settentrionali, più industrializzate, offrono stipendi più elevati e maggiori opportunità di carriera, mentre nel Sud il carico di lavoro può essere anche più elevato, ma con retribuzioni stagnanti e carenza di personale cronica.
Secondo quanto evidenziato da InfoJobs, nel settore privato le retribuzioni infermieristiche risultano meno standardizzate rispetto al pubblico e variano sensibilmente a seconda della struttura sanitaria. Gli infermieri impiegati presso cooperative o organizzazioni non profit possono percepire compensi intorno ai 1.000 euro netti mensili, mentre chi presta servizio in contesti ad alta intensità, come pronto soccorso o sale operatorie, può raggiungere fino a 2.000 euro netti al mese. Le figure con incarichi dirigenziali, invece, si attestano su stipendi intorno ai 3.000 euro mensili. Infine, per chi opera come libero professionista con partita IVA, il guadagno può variare tra 1.000 e 2.500 euro lordi al mese, a seconda dei servizi offerti e del numero di incarichi gestiti.
Stipendi infermieri italiani vs. Europa: un confronto
Secondo le edizioni dello Studio Micheal Page compilati in altri Paesi è possibile osservare un confronto in termini assoluti fra i salari degli infermieri italiani e quelli di altri Paesi. Ad esempio:
- In Francia lo stipendio medio di un infermiere ospedaliero coordinatore varia tra 35.000 e 55.000 euro annui, mentre un assistente infermieristico guadagna tra 30.000 e 45.000 euro
- In Spagna, gli stipendi si collocano tra 27.000 e 45.000 euro annui a seconda dell’esperienza e della regione
In termini più rigorosi, se si confronta quello degli infermieri con il salario medio in ciascun Paese, viene fuori dai dati Ocse che gli infermieri italiani sono fra quelli relativamente meno pagati d’Europa, mentre i meglio pagati (rispetto alla media nazionale) sono quelli polacchi e belgi – che portano a casa uno stipendio che è oltre una volta e mezza quello del lavoratore medio.
Nel 2025, la figura dell’infermiere resta cruciale per la tenuta del sistema sanitario italiano. Eppure, la retribuzione media non rispecchia né l’importanza del ruolo né le responsabilità crescenti cui questi professionisti sono sottoposti. I dati Ocse mettono di fronte a una realtà che rischia di scoraggiare le vocazioni a questa professione assistenziale e favorire l’emigrazione di personale qualificato verso altri Paesi europei.