I conti correnti spesso non rendono nulla, nonostante i tassi d’interesse Bce sia ormai ben sopra lo zero da alcuni anni. Una cosa però rimane certa sempre e comunque ogni anno: l’imposta di bollo. Di fatto, avere un conto corrente consente alla banca di beneficiare del deposito per fare attività finanziarie profittevoli, ma per l’utente, nella gran parte dei casi, non è altro che un costo.
Come mai, allora, alcuni conti correnti non fanno pagare l’imposta di bollo? Non è perché la tassa non ci sia: semplicemente, la banca potrebbe aver deciso di offrire nel contratto di pagarla al posto del correntista, in modo da “tenerlo buono”: a nessuno piace pagare una tassa su una giacenza che non rende nulla.
L’imposta di bollo sul conto corrente è una tassa annuale introdotta e regolata dalla normativa italiana, precisamente dall’articolo 13 della Tariffa, parte prima, allegata al DPR n. 642 del 1972. Questa imposta riguarda gli estratti conto bancari e postali, i libretti di risparmio e le comunicazioni periodiche relative ai prodotti finanziari inviate da istituti bancari e postali ai loro clienti. Storicamente, l’imposta di bollo risale al 1923, quando fu introdotta in Italia come tributo legato al consumo della carta utilizzata per redigere documenti. Col tempo, la natura dell’imposta è mutata, diventando un tributo dovuto per l’impiego giuridico degli atti in giudizio o procedimenti amministrativi.
Quanto costa l’imposta di bollo sul conto corrente? Simulazione
L’importo dell’imposta di bollo varia a seconda della natura del titolare del conto corrente:
- 34,20 euro annui per le persone fisiche.
- 100 euro annui per aziende, enti pubblici e altri soggetti giuridici.
Ad esempio, un privato con un conto personale paga sempre 34,20 euro indipendentemente dal saldo del conto stesso. Se invece il conto è intestato ad un’azienda o ad un ente, il costo sale a 100 euro annuali, indipendentemente dalla giacenza media annuale.
Quando e come si paga l’imposta di bollo?
L’imposta di bollo viene addebitata direttamente sul conto corrente in maniera automatica. Non è quindi necessario alcun versamento diretto del cliente all’Agenzia delle Entrate. Generalmente, le banche e gli uffici postali applicano l’imposta con frequenza trimestrale o annuale contestualmente alla produzione e invio degli estratti conto periodici.
La Circolare n.15/E del 10 maggio 2013 precisa che l’imposta di bollo deve essere chiaramente evidenziata negli estratti conto e nelle comunicazioni periodiche inviate al cliente, garantendo trasparenza sulla tassa applicata.
Esenzioni dall’imposta di bollo sul conto corrente: si può evitare?
L’imposta di bollo sul conto corrente non si applica automaticamente in alcune situazioni specifiche:
- Giacenza media annua inferiore ai 5.000 euro per i conti intestati a persone fisiche: questa soglia rappresenta una vera e propria franchigia che consente a chi possiede piccoli importi sul conto di non dover pagare l’imposta.
- Conti intestati ad imprenditori individuali: questi pagano comunque l’imposta come persone fisiche (34,20 euro), indipendentemente dall’attività economica svolta.
- Conti di pagamento detenuti presso istituti di pagamento o IMEL (Istituti di Moneta Elettronica): in questi casi specifici, l’imposta non è dovuta nella misura fissa, bensì nella misura ordinaria di euro 1,81 solo se la somma supera i 77,47 euro.
Esistono inoltre categorie speciali esenti, come i Confidi e le Amministrazioni dello Stato, per le quali vale invece l’imposta ordinaria e non quella fissa annuale.
Casi Particolari e Considerazioni sull’Imposta di Bollo
La normativa sull’imposta di bollo presenta alcuni casi particolari che richiedono attenzione:
- Differenza tra conto corrente e conto deposito: se il conto corrente ha un’imposta fissa, il conto deposito invece prevede una tassazione proporzionale pari all’1,5 per mille annuo (0,15%) sulle somme depositate, specialmente se vincolate e quindi non immediatamente disponibili.
- Prodotti finanziari non dematerializzati: per obbligazioni o altri titoli fisici non custoditi presso enti gestori autorizzati, l’imposta si applica soltanto al momento del riscatto o rimborso, e non annualmente.
- Società industriali ed emittenti non bancari: quando una società industriale emette obbligazioni fisiche non depositate, non è tenuta annualmente a versare l’imposta di bollo, che verrà invece applicata solo alla scadenza del titolo.
Curiosamente, l’imposta di bollo italiana si differenzia rispetto ad altri paesi europei, dove tasse simili possono variare sensibilmente o essere assenti. Ad esempio, mentre in Italia è comune pagare un bollo fisso su molti documenti, in alcuni paesi europei come il Regno Unito l’imposta è prevalentemente proporzionale e applicata su specifiche transazioni finanziarie, non sugli estratti conto.