Il futuro del pianeta? Immaginare nuovi modi di vivere

Al 2050, quasi il 70% della popolazione mondiale potrebbe vivere nelle aree urbane (fonte: World Urbanization Prospects, maggio 2018). Nonostante quella fatta dalle Nazioni Unite sia solamente una previsione, il dato basta ad allarmare istituzioni e governi, oltre che la società stessa, alla luce dell’aumento della popolazione mondiale e dei recenti trend che vedono i residenti nelle aree rurali trasferirsi nei centri cittadini, date le maggiori opportunità lavorative.
A preoccupare sono in particolar modo i risvolti negativi sull’ambiente di tali trend. Allo stato attuale, infatti, le aree urbane e le attività a esse correlate sono responsabili del 75% delle emissioni globali di anidride carbonica (fonte: Environmental programme delle Nazioni Unite). A contribuire maggiormente alla produzione di CO2 sono per lo più due voci: la mobilità e gli edifici. “Al centro delle tematiche che caratterizzano le nostre società, le città e le aree urbane figurano tra le cause dei cambiamenti climatici, con danni collaterali per la biodiversità, le risorse, la qualità dell’aria e la salute” affermano gli esperti di Mirova, gestore affiliato al Gruppo Natixis Asset Management e da sempre votato a contribuire a un’economia più sostenibile e inclusiva. “In prima linea, i settori dei trasporti e delle costruzioni devono affrontare una sfida senza precedenti: trasformarsi alla radice per ridurre drasticamente il loro impatto sull’ambiente”. Come fare? La buona notizia è che, per entrambi i comparti, soluzioni innovative che possono contribuire alla causa sono già presenti.
Città più sostenibili, sfida n. 1: la mobilità
Per rispondere alla sfida della sostenibilità, e a quella delle ambizioni allo zero netto dei governi, “il settore dei trasporti deve reinventarsi in tutte le componenti: costruttori, trasportatori, autisti... ciascuno con un ruolo da svolgere. E il contesto attuale, soprattutto sul piano della regolamentazione, è propizio allo sviluppo di una mobilità più rispettosa dell’ambiente” continuano gli esperti. In questo contesto, la casa di gestione ha individuato quattro categorie di soluzioni che permetteranno di fare fronte alla crescente domanda di mobilità di merci e persone, riducendone al contempo gli effetti negativi: “la trasformazione dei sistemi di propulsione (con ad esempio le tecnologie di retrofitting, volte ad adattare i motori a combustione a sistemi elettrici, ibridi e ad idrogeno), il miglioramento dell’efficienza energetica del parco auto esistente (con la riduzione dell’attrito o sistemi antinquinanti), la mobilità collettiva e la limitazione intelligente degli spostamenti e dei consumi (tra gli altri, grazie a carpooling e carsharing)”.
Mobilità, qualche numero
28%: La quota di emissioni di gas serra attribuibile al settore dei trasporti in Europa (fonte: McKinsey & Co., 2021). Le emissioni di gas serra originate dalla mobilità crescono intorno allo 0,8% all’anno (fonte: Agenzia internazionale per l’energia, 2021).
55%: La percentuale di inquinamento prodotto dal traffico stradale che è costituita da polveri non dipendenti da gas di scarico. Di questa quota, circa il 20% deriva dalle polveri prodotte dall’usura dei freni (fonte: Air Quality Expert Group, 2019).
Città più sostenibili, sfida n. 1: l'edilizia
Il secondo settore, quello dell’edilizia, “in ottica più globale dovrà reinventarsi in-torno al concetto di ‘ecocostruzione’, cioè di costruzione ecologica” aggiungono gli esperti. “Rispetto agli edifici tradizionali, l’ecocostruzione consuma meno energia, materiali e risorse, aiuta ad abbattere l’inquinamento di aria, acqua e suolo e tende a integrarsi con naturalezza nel suo ambiente”. Con l’obiettivo di soddisfare la crescente domanda abitativa e di edifici destinati all’industria e ai servizi, “il comparto dovrà ridurre in modo drastico l’impatto dell’attività edilizia sull’ambiente e sulla salute. Propiziata dal contesto legislativo e da una chiara volontà a livello politico e industriale, questa rivoluzione dell’edilizia dovrebbe essere spinta da importanti innovazioni tecnologiche”. Quali gli ambiti coinvolti? In primis, la riduzione dell’impronta ecologica in fase progettuale, tramite ad esempio costruzioni modulari, nuovi materiali e macchinari per la produzione degli stessi, ma anche il miglioramento dell’efficienza energetica in fase di utilizzo, grazie alla domotica e all’isolamento termico.
Edilizia, qualche numero
36%: La quota di emissioni di gas serra di cui è responsabile il settore edilizio in Europa. Alle attività del comparto (costruzione, ristrutturazione, demolizione e utilizzo) è inoltre attribuibile il 40% dei consumi di energia del vecchio continente (fonte: Commissione europea, 2020).
75%: La percentuale cui sarà necessario ridurre, rispetto ai livelli del 2010, le emissioni di CO2 del settore immobiliare per limitare il riscaldamento del pianeta a +2°C (fonte: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Agenzia internazionale per l’energia, 2020).
Articolo tratto dal numero di dicembre 2022 del magazine We Wealth
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