Nel 2017, in base ai risultati
dell’indagine “Prodotti Sri: il coinvolgimento
consulente-cliente”, svolta da ETicaNews in collaborazione con
Anasf su un campione di 600 consulenti finanziari italiani, emergeva
fame di informazione e di formazione, con l’84% degli intervistati
che non era soddisfatto dell’offerta formativa fornita dal proprio
intermediario sulla finanza Esg. A cinque anni di distanza, oggi, il
panorama è completamente cambiato: il 65% dei consulenti finanziari
dichiara un’attenzione crescente da parte dei media e anche tra i
propri clienti sui prodotti Sri (il 58% di loro) e in particolare,
rispetto alle caratteristiche dei prodotti Esg, quali ad esempio, le
strategie di gestione adottate, gli indici considerati, lo score Esg
del prodotto, sono il 58% coloro che giudicano ‘buona’ la propria
conoscenza in merito, con il 19% che la definisce ‘ottima’. Una
crescita di sensibilità e formazione trasversale tra professionisti,
media e risparmiatori, che pone le basi per un percorso verso la
sostenibilità consapevole.
Un deciso cambio di passo in soli cinque
anni, testimoniato anche dalla raccolta dei fondi comuni di
investimento: a fine 2021 su un patrimonio degli aperti pari a 1.152
miliardi di euro, 432 miliardi, il 37,5% del totale, considera le
variabili ambientali e sociali nella politica di investimento.
Durante l’intero 2021 la raccolta dei fondi aperti sostenibili è
stata pari a 66 miliardi di euro, contribuendo in modo decisivo al
dato di raccolta complessivo dell’industria. A contribuire a questa
affermazione delle tematiche Sri ci sono stati tutti gli attori del
sistema, a partire dalla Commissione europea che, ultima in ordine
temporale, ha introdotto dallo scorso 2 agosto, attraverso il
Regolamento Delegato (UE) 2021/1253, l’obbligo per i consulenti
finanziari e tutti i professionisti del settore di tenere conto nella
valutazione di adeguatezza anche delle preferenze di sostenibilità
dei clienti.
La cornice europea è stata al riguardo assolutamente
fondamentale, come testimonia anche il report Iosco, l’Organizzazione
internazionale delle Autorità di controllo dei mercati finanziari,
dell’agosto di quest’anno “L’educazione dell’investitore
retail nel contesto di mercati e prodotti finanziari sostenibili”,
che indica la strada dell’educazione finanziaria degli investitori
come fondamentale per facilitare la comprensione delle
caratteristiche e dei rischi della finanza sostenibile e dei relativi
investimenti. Anello di congiunzione per gli investitori è in larga
parte il consulente finanziario, tanto che Anasf, partecipando lo
scorso marzo alla consultazione sulla modifica del regolamento MiFID
II per l’introduzione della sostenibilità nel processo di
consulenza, non ha esitato a dichiararsi favorevole all’introduzione
delle domande sulla sostenibilità all’interno della valutazione di
adeguatezza, in quanto spetta proprio ai consulenti finanziari
sensibilizzare i cittadini verso le tematiche Esg.
Anasf ha dato il
suo contributo al settore del risparmio anche portando, in meno di
due anni, oltre 2.500 consulenti finanziari a seguire il percorso
formativo “Finanza Sostenibile e Investimenti Esg”, ideato con
SDA Bocconi School of Management e riconosciuto da Efpa, European
financial planning association. Un percorso che testimonia l’impegno
della categoria tutta sui temi della sostenibilità.
Germana Martano è direttore generale dell’Anasf
Quest’articolo è tratto dal numero di novembre di We Wealth