L’Italia rappresenta il quarto Paese per ammontare di risorse accreditate dall’UE
Il nostro Paese beneficerà di una quota maggioritaria delle risorse stanziate nel Recovery Plan
La Corte dei Conti ha recentemente pubblicato la Relazione
annuale sui rapporti finanziari tra l’Italia e l’Unione europea, con la quale
fa il punto, da un lato, sulla misura di partecipazione dell’Italia al bilancio
unionale e, dall’altro, sull’effettivo utilizzo dei fondi messi a
disposizione dall’Ue nel periodo pandemico per rispondere alle contrazioni
economiche.
Quanto al primo aspetto, dalla lettura del report I
rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei Fondi europei
emerge che l’Italia ha contribuito al bilancio dell’Unione per oltre 18
miliardi di euro.
Si tratta di uno dei più alti flussi verso l’Ue degli ultimi
7 anni. Il che può stupire, si legge nel report, se si considera che nel 2020
si è manifestata violentemente la crisi pandemica, che ha influenzato profondamente
l’economia.
E invero, non sono soltanto le uscite ad essere aumentate.
Al contrario, numerosi accrediti in entrata dall’Ue verso l’Italia sono stati
registrati nel 2020: all’Italia sono stati assegnati quasi 12 miliardi di euro.
In questi termini, l’Italia rappresenta il quarto Paese per
ammontare di risorse accreditate dall’Ue, dopo Polonia, Francia e Germania.
Nel suo complesso considerato, l’esercizio del 2020 ha dato
però vita ad un saldo netto negativo, tra accrediti e versamenti, per 6,5
miliardi di euro; saldo negativo, tra l’altro, più ampio rispetto a quello del 2019, che
era risultato di 5,6 miliardi. Inoltre, ove ci si collochi in una logica di
medio periodo, rappresentata dal settennio 2014-2020, il saldo netto cumulato è
negativo per un ammontare di 37,92 miliardi.
Tuttavia, nonostante il saldo sia negativo, ogni valutazione
deve essere fatta in termini prospettici, stante l’eccezionale portata del
bilancio pluriennale 2021-2027. In effetti, le gravi conseguenze della pandemia, hanno indotto le Istituzioni dell’Unione a ripensare le regole di spesa della politica di
coesione, con lo scopo di fornire strumenti rapidi e flessibili, atti a
rispondere efficacemente agli episodi di contrazione economica improvvisamente
registrati nella maggior parte degli Stati membri.
In questi termini, sono numerose le misure messe a
disposizione per garantire liquidità agli Stati membri e alle
imprese che operano nei territori nazionali, soprattutto Pmi, fiaccate dalle
conseguenze delle misure restrittive introdotte per limitare la curva dei
contagi.
L’Italia beneficerà di una quota maggioritaria delle risorse
stanziate nel Recovery Plan oltreché dei consueti Fondi di investimento e
strutturali europei (SIE).
Questa posizione, per così dire, di vantaggio,
probabilmente, invertirà la tradizionale posizione di contributore netto dell’Italia.
Preoccupazioni, però, si registrano sul versante delle frodi a danno del bilancio Ue: il numero delle segnalazioni e
degli importi irregolari – soprattutto nel settore dei Fondi strutturali –
passa dai 22 casi del primo semestre ai 155 casi dell`intero anno” nel
2020. Tale fenomeno pesa in particolare sulla Regione
Calabria, la quale è passata a 91
casi complessi per l`intero anno e riguardanti soprattutto le irregolarità
riferibili alla Programmazione 2014-2020.
Ma non è tutto. L’Italia detiene il primato di frodi Iva, legate a meccanismi di evasione ed elusione. Si parla, infatti, di oltre 30 miliardi di euro sottratti a gettito.