Roberto Izzo è il nuovo responsabile private offering & alternative investments di Banca Profilo. L’istituto della centralissima via Cerva a Milano accoglie la nuova figura nell’ambito della strategia volta a rafforzare ulteriormente la propria posizione di eccellenza nel settore del private banking e degli investimenti alternativi. Izzo si occuperà di rafforzare ulteriormente l’offerta della banca nell’ambito degli investimenti più sofisticati, “allineandosi alla missione di Banca Profilo di combinare tradizione e innovazione per supportare la valorizzazione del patrimonio dei propri clienti”, come scrive l’istituto nella nota diffusa alla stampa. We Wealth ha raggiunto il nuovo capo dell’offerta private e degli investimenti alternativi per saperne di più, proprio partendo da questa doppia anima della banca.
Dr. Izzo, cosa c’è di tradizionale e cosa c’è di innovativo in Banca Profilo?
«Banca Profilo rappresenta un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, coniugando solidità, esperienza e trasparenza, che ne hanno fatto un punto di riferimento nel private banking per oltre 15 anni, e un forte orientamento al futuro attraverso l’adozione di tecnologie avanzate e modelli di servizio innovativi. La banca si distingue per la sua specializzazione negli investimenti alternativi e illiquidi, un settore in cui è stata precursore nella strutturazione di club deal in ambito industriale, finanziario e immobiliare. Questo approccio ha consentito di sviluppare un know-how consolidato nel tempo, supportato da strutture organizzative dedicate, in grado di offrire un servizio di alto livello ai clienti più esigenti».
«Sul fronte dell’innovazione, Banca Profilo ha saputo anticipare i cambiamenti del settore introducendo gestioni patrimoniali guidate da algoritmi di intelligenza artificiale collaborando con la startup fintech MDOTM e creando una soluzione che unisce analisi avanzata dei dati e personalizzazione degli investimenti. Inoltre, la digitalizzazione pervasiva è un pilastro della sua strategia futura, come dimostrato dagli investimenti nell’esperienza utente, nella cybersecurity e nell’evoluzione tecnologica dei propri servizi. Questo connubio tra tradizione e innovazione permette a Banca Profilo di essere un partner affidabile e all’avanguardia, capace di rispondere con flessibilità ed efficacia alle esigenze di una clientela in continua evoluzione».
Quali, dal suo punto di vista, gli investimenti alternativi da prediligere in un portafoglio wealth?
«Questo è possibile perché i driver di rendimento degli investimenti in società private non sempre sono correlati a quelli dei mercati pubblici. Come per ogni strategia di investimento, non esiste una soluzione univoca: la scelta degli strumenti dipende dagli obiettivi dell’investitore, dal profilo di rischio e dall’orizzonte temporale. Tuttavia, un portafoglio “sano” di investimenti alternativi deve essere costruito sulla base della diversificazione: non solo geografica e settoriale, ma anche per vintage, controparti e driver di rendimento, bilanciando strumenti orientati alla crescita (growth) con quelli più difensivi (value)».
Qualche esempio?
«Provando a declinare questi concetti in maniera concentra, un portafoglio wealth potrebbe includere:
– opportunità stabilizzatrici, pensate per generare valore in maniera costante nel tempo, ridurre la volatilità complessiva e spesso garantire flussi di reddito stabili, come fondi diprivate credit (in particolare debito senior), fondi infrastrutturali o alcune strategie di private equity come buyout e secondario.
– Strumenti che mirano a generare rendimenti elevati, spesso accettando livelli di rischio più alti o condizioni particolari (ad esempio, illiquidità). In questa categoria rientrano fondi di venture capital, growth equity, alcune soluzioni buyout e co-investimenti».
«Un elemento innovativo e sempre più rilevante è rappresentato dagli strumenti “semi-liquidi” o, come preferiamo chiamarli in Banca Profilo, “semi-illiquidi”, che stanno trasformando il panorama degli investimenti alternativi. Questi strumenti offrono una via intermedia tra i fondi tradizionali chiusi, tipici del mondo alternativo, e la liquidità giornaliera o mensile dei fondi orientati ai mercati pubblici. Sono progettati per facilitare l’accesso degli investitori wealth alle opportunità alternative, consentendo l’investimento totale del capitale al momento della sottoscrizione, eliminando i tradizionali tempi di attesa per l’impiego dei fondi tipici dei mercati privati e rimuovendo la complessità di gestione delle capital call».
Dr. Izzo, quali le principali sfide del private banking nei prossimi semestri / anni, non solo in Banca Profilo?
«Restando in ambito investimenti alternativi, permettere agli investitori di accedere con successo a tali mercati è una delle sfide principali che le banche Private dovranno affrontare nei prossimi anni. Infatti, le competenze specialistiche, molto diverse da quelle tipiche dei mercati quotati, l’illiquidità, spesso collegata a questa tipologia di investimenti, le specificità dei veicoli utilizzati, dai club deal ai fondi a chiamata, nonché l’ampia dispersione di rendimenti richiedono analisi sofisticate e il supporto di esperti per cogliere le migliori opportunità. Garantire accesso a questo segmento di mercato, preservando la qualità e il controllo del rischio, sarà determinante per attrarre e fidelizzare la clientela più sofisticata».
«Sul piano più generale, una delle sfide strategiche principali riguarda il trasferimento diricchezza che interesserà le prossime generazioni. Il private banking dovrà essere in grado di comprendere e soddisfare le esigenze, i valori e le aspettative dei clienti più giovani, che spesso differiscono da quelli della generazione precedente. La costruzione di un rapporto di fiducia con queste nuove generazioni richiederà non solo allineamento di visioni, ma anche l’adozione di soluzioni tecnologiche innovative e l’offerta di opportunità di investimento allineate ai loro interessi. In particolare, ambiti come il venture capital e gli investimenti sostenibili – capaci di generare impatti positivi sul lungo termine, oltre a ritorni finanziari – saranno cruciali per consolidare il ruolo del private banking come partner strategico».
Il profilo di Roberto Izzo
Roberto Izzo porta con sé un’esperienza di rilievo, maturata presso alcune delle più importanti istituzioni finanziarie internazionali. Prima di approdare in Banca Profilo, ha ricoperto il ruolo di head of funds investing presso Heritage Holdings, piattaforma specializzata negli investimenti alternativi per high net worth individuals e family office. In questo contesto, ha guidato lo sviluppo di una strategia di fund of fund e concluso con successo oltre 40 investimenti in fondi di private equity, venture capital, private credit, hedge fund e secondario. In precedenza, Izzo ha lavorato in McKinsey & Company e Clayton, Dubilier & Rice, dopo aver conseguito un MBA all’Università di Stanford e un Master all’Università di Cambridge.
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