Buone prospettive per il mercato dei Fia nelle fasce più alte della clientela (non solo Uhnwi ma anche private)
E’ fondamentale un “libro delle regole” europeo per eliminare le distonie regolamentari a livello continentale
«Vi sono realtà che hanno reso il 10% annuo per 10 anni… Si tratta di capitale paziente, ma attivo!»
La tecnologia convoglia tutta una serie di nuovi rischi che si stanno delineando. L’arena tecnologica è globale, non esistono confini nazionali e non si può non tenerne conto nel definire un pacchetto di regole
Sono in arrivo anni di crescita accelerata
«Abbiamo davanti anni di crescita accelerata» e l’universo degli investitori retail non può non approfittarne, a beneficio dei propri portafogli. In tal senso, viene in soccorso la modalità di investimento tramite fondo di fondi. «Un formato che consente di scalare e giungere al pubblico scavalcando i limiti dimensionali». Si tratta di prodotti di difficile traduzione per i mercati al dettaglio, «serve quindi tutta la collaborazione possibile da parte dei gestori di prodotti alternativi», continua Claudia Vacanti. La vittoria definitiva dei Fia nel mondo degli investimenti in Italia potrebbe arrivare grazie a un «allineamento di interessi», possibile solo in ultima istanza con delle adeguate agevolazioni fiscali. Un approccio essenziale per concentrarsi sugli utili prospettici e sulla protezione del capitale.
L’interesse dell’industria italiana del risparmio gestito nei confronti dei Fia lo ribadisce anche l’amministratore delegato di Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi, nel suo intervento di apertura. «Sui Fia di tipo chiuso Borsa Italiana si è impegnata per arrivare alla quotazione. Sarà necessario un periodo di adeguamento, come sempre accade per le novità. L’ambizione però è quella di rendere questo segmento il migliore in Europa», per consentire alle nostre imprese di crescere dimensionalmente e di attingere capitali all’estero.
Le prospettive del mercato Fia fra regolamentazione ed esigenze degli investitori
Come evidenzia Roberta D’Apice (Assogestioni), la via per il successo dei Fia passa dalla loro appetibilità per gli investitori. A tal proposito, Giovanni Carenini (Amundi Sgr) evidenzia l’essenzialità di un libro delle regole (rule book) europeo per eliminare le distonie regolamentari a livello continentale. In Commissione europea si sta discutendo una revisione della regolamentazione Eltif (European long term investment fund) e Andrea Pescatori (Ver Capital) si unisce a chi reputa opportuno che si arrivi a un’armonizzazione della regolamentazione di questi strumenti.
Pensare a un’omogeneità dei Fia vuol dire soprattutto prestare attenzione alle esigenze sottostanti, che non sempre sono convergenti. Anzi. Quelle di politica economica possono differire da quelle di espansione del mercato. Si potrebbe pensare a una «versione 2.0 dei Fia aperti non riservati», che includano strumenti non finanziari, prosegue Andrea Pescatori.
Antonella Tirabassi (Azimut) aggiunge che «sarebbe importante un’armonizzazione del concetto di portafoglio finanziario». In più, supporta l’opportunità che «il cliente indichi quali asset ha eventualmente presso altri intermediari per calibrare in maniera più puntuale il peso dei vari asset sul portafoglio complessivo del cliente».
Il 2020, uno stress test per la tecnologia nella finanza
Infine, tecnologia e finanza. Dietro a ciascuna delle parole del tech (IA, robotica, machine learning…) c’è un mondo complesso. La tecnologia convoglia tutta una serie di nuovi rischi che si stanno delineando. Non solo cybersecurity, ma anche data privacy. L’arena tecnologica è globale, non esistono confini nazionali e non si può non tenerne conto nel definire un pacchetto di regole. Nella complessità del mondo attuale, si affaccia una generazione di investitori sempre più esigente (demanding). Negli Usa ci si riferisce alla convenience, alla comodità dei prodotti, alla loro facilità di accesso.
Il mercato oggi è sempre più diverse. Non solo per le sempre più numerose donne che investono, ma anche per la crescente classe media dei paesi emergenti. Perciò è importante segmentare la clientela con un livello di granularità e dettaglio sempre maggiori. Si tratta di aspetti difficili da dettagliare con i modelli tradizionali. Il mondo della consulenza va verso una sempre maggiore maturità dell’offerta. Il 2020 è stato uno stress test digitale: ha dimostrato una volta di più come la componente tech in finanza è fondamentale. E il 2021 sarà un ulteriore passo che andrà «ben oltre il 2021».