È importante effettuare una mappatura del patrimonio e successivamente determinare regole per governare in maniera comune le attività di famiglia
La vicenda successoria che interessa la famiglia del Vecchio, a seguito della scomparsa del fondatore e presidente di Luxottica, stante la complessità e la portata del patrimonio di quest’ultimo, solleva numerose questioni, che spaziano dalla residenza fiscale alla scelta degli istituti più idonei a proteggere il patrimonio.
A tal riguardo, per approfondire la questione, We Wealth ha intervistato il dott. Andrea Tavecchio, dottore commercialista fondatore dello Studio Tavecchio e Associati, con consolidata esperienza in materia di pianificazione finanziaria, patrimoniale e successoria.
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Quali sono gli aspetti critici legati alla vicenda Del Vecchio dal punto di vista fiscale e successorio?
Piuttosto che analizzare una fattispecie specifica mi limiterei ad osservazioni valide per la generalità dei casi. Per gestire una successione in Italia dobbiamo considerare l’impatto del diritto di famiglia, In Italia ancora oggi rigido. In particolare ricordiamo i vincoli posti dalla c.d. successione necessaria cioè l’obbligo di Legge di rispettare le quote di legittima, tipicamente a favore dei discendenti e del coniuge. Se non rispettate, in caso di donazioni in vita o tramite disposizioni testamentarie, e sorgono liti tra gli eredi legittimi e chi ha beneficiato di donazioni eccedenti la quota di “legitima”, questi avranno la facoltà di avviare azioni di riduzione e successivamente azioni di restituzione, al fine di ottenere la quota di patrimonio loro spettante in base alla legge. Tali attività conducono a contenziosi che si protraggono solitamente per molti anni.
Il Patto di Famiglia, ha introdotto nell’ordinamento la possibilità di regolare alcuni aspetti della successione delle imprese familiari. Tuttavia, escludendo tale istituto, rimane preclusa la possibilità di stipulare accordi successori. Questa è una notevole rigidità perché spesso i patrimoni complessi fanno capo a famiglie con eredi di diverse generazioni, discendenti nati da diversi madri o padri, mogli ed ex mogli, soggetti terzi nonché assets (o persone fisiche) dislocati all’estero.
In che modo, a partire da questa vicenda, è possibile individuare alcune regole valide in generale quando si tratta di successione mortis causa?
Più che di regole possiamo parlare degli strumenti utilizzati al fine di affrontare le successioni più complesse. In Italia abbiamo a disposizione il testamento, da utilizzare insieme ad un professionista e ad un notaio per realizzare a pieno le volontà del testatore e al contempo regolare in maniera strategica gli assetti patrimoniali dei discendenti. Un secondo strumento è la holding di famiglia, che può essere adottata anche al fine di regolare governance, equilibri familiari o risolvere potenziali liti tra gli eredi tramite l’utilizzo di apposite clausole statutarie. Infine il Trust, anche grazie alla recente Circolare dell’Agenzia delle Entrate che ha fornito chiarimenti sulla disciplina fiscale applicabile. L’utilizzo di questi tre diversi strumenti, a seconda delle peculiari necessità di ciascuna famiglia, consente di regolare molte delle problematiche e situazioni che emergono in sede di pianificazione successoria.
Sotto quali aspetti il tema della residenza fiscale rileva nell’ambito della successione?
Nel caso di soggetti fiscalmente residenti in Italia al momento del decesso, l’imposta sulle successioni è applicata su base globale, ovvero sugli assets detenuti sia in Italia che all’estero. L’applicazione delle franchigie e delle aliquote in vigore consente di subire una tassazione notoriamente più bassa rispetto a molti altri Paesi.
In caso di tassazione subita all’estero, al fine di evitare una doppia imposizione, la normativa italiana prevede il metodo del credito d’imposta. Il meccanismo prevede la possibilità di detrarre dall’imposta dovuta in Italia le imposte pagate all’estero per la stessa successione e in relazione a beni esistenti in tale Stato, fino a concorrenza della parte dell’imposta di successione proporzionale al valore dei beni stessi. Ulteriore strumento è l’applicazione delle apposite Convenzioni contro le Doppie imposizioni in materia di successione e donazione. Tuttavia, la rete di Convenzioni in materia di Successioni è molto limitata (7 convenzioni in totale, di cui solamente una recente, stipulata con la Francia).
In caso di soggetti (de cuius e/o eredi) residenti all’estero o assets detenuti all’estero, sarà fondamentale l’assistenza di professionisti in ogni Stato o territorio rilevante, affinché, coordinandosi, essi possano analizzare le implicazioni fiscali in ogni giurisdizione rilevante.
Quali istituti previsti dal nostro ordinamento sono particolarmente adatti per proteggere patrimoni importanti?
Una delle strutture più diffuse è la holding. Spesso costituita sotto forma di S.r.l., è uno strumento flessibile, protagonista di numerose vicende successorie delle più importanti famiglie italiane. Essa risulta spesso già esistente prima della pianificazione successoria, ed utilizzata al fine di regolare gli equilibri tra i soci, oppure gestire la liquidità generata dall’attività operativa o liquidity events.
Ulteriore strumento è il Trust, originario dell’ordinamento anglosassone, ma riconosciuto dall’Italia che ha ratificato la Convenzione dell’Aja, non disponendo di una normativa domestica in materia. Ai fini della gestione del passaggio generazionale, una differenza fondamentale consiste nel fatto che nel caso delle società (Holding) le scelte fondamentali a livello familiare necessitano di una maggioranza in assemblea. Pertanto, qualora alcuni membri di una famiglia desiderino effettuare delle scelte diverse, l’attività dell’assemblea potrebbe risultare paralizzata. Nel caso del Trust invece ogni potere gestorio è in capo al Trustee. Qualora esso eserciti correttamente il suo ruolo, ovvero senza interferenze esterne ed in maniera indipendente, nel rispetto dell’atto istitutivo, sarà sufficiente una decisione del Trustee per gestire i beni in Trust nell’interesse dei beneficiari.
Quali passi seguire per gestire al meglio la pianificazione successoria e perché è importante affidarsi ad un consulente esperto?
É fondamentale affidarsi ad un professionista che, sulla base delle sue competenze e dell’esperienza costruita sulla casistica affrontata, potrà aiutare a risolvere tematiche legali e fiscali, a anche più soft, ovvero affrontare difficoltà di comunicazione tra membri della famiglia di generazioni differenti o tra figli di letti diversi.
È importante effettuare una mappatura del patrimonio e successivamente determinare regole per governare in maniera comune le attività di famiglia, e pianificare un passaggio generazionale. Sarò inoltre opportuno determinare in maniera preventiva regole che possano agevolare cambiamenti nella governance e negli assetti proprietari qualora sorgano divergenze tra i familiari. L’introduzione di regole, determinate a priori al fine di regolare momenti di discontinuità nella vita di un’impresa o di una famiglia, è volta a mantenere unito il patrimonio ovvero regolare una separazione in maniera fluida qualora alcuni soggetti decidano di separarsi dalle attività economiche della famiglia.