Come si aspetta si comporteranno i club deal di investitori nei confronti delle aziende in portafoglio?
Noi operatori di venture capital abbiamo un piccolo vantaggio: siamo abituati all’incertezza, è insita nella definizione stessa del campo in cui operiamo, siamo educati a muoverci in mari tempestosi e ad aggiustare le vele tempestivamente a fronte di cambiamenti inaspettati.
Ci hanno insegnato che ogni crisi nasconde delle opportunità per chi ha il giusto mindset. Ed è questo mindset che ci aspettiamo dagli imprenditori su cui abbiamo investito. È chiaro che i business plan e gli obiettivi che le startup investite ci avevano prefigurato un anno fa o anche solo due mesi fa sono, per lo più, da modificare. Ma la buona notizia è che nel venture capital, a differenza di business maturi, la carta e i numeri contano meno delle persone. L’altra buona notizia è che la nuova fase che vivremo, il new normal, richiederà obbligatoriamente nuovi prodotti e servizi con maggiore attenzione al digitale. L’impatto del coronavirus non è, dunque, negativo per tutti. Basti pensare a Stripe: lo scorso aprile ha annunciato la chiusura di un round da 600 milioni di dollari e, non a caso, i fondi provengono da investitori esistenti (del calibro di Andreessen Horowitz e Sequoia).
Che si tratti di aggiustare le vele per sopravvivere alla nuova fase o di cogliere opportunità emergenti, “cash is king” in questi casi. Ma, mi permetto di aggiungere, saper far squadra è, probabilmente, ugualmente importante. I club deal hanno nel proprio DNA tale capacità, nascono per mettere a disposizione degli imprenditori una solida rete di competenze e di relazioni che saranno, ancor più, determinanti nella nuova fase che si apre. Mi aspetto, e in effetti lo sto già riscontrando, maggiore attenzione e, soprattutto, maggiore supporto da parte degli investitori nei confronti delle aziende in cui hanno investito.
Come influirà il covid-19 sugli investimenti in club deal degli Hnwi?
È lecito attendersi da parte degli Hnwi una posizione più conservativa e, in una prima fase, attendista. Di fronte a un quadro geopolitico ed economico con prospettive incerte/fortemente negative, l’attenzione sarà principalmente verso la protezione del patrimonio. D’altra parte però, con tassi di interesse a livelli minimi, la crisi potrà rappresentare un’interessante opportunità di investimento, a valutazioni particolarmente favorevoli. Stiamo infatti registrando un aumento di interesse da parte dei private banker intenzionati ad offrire alternative di investimento ai loro clienti top. Mi aspetto quindi una maggiore attenzione alla selezione del deal da parte degli investitori e dei loro consulenti e una ripresa graduale, ma comunque veloce, degli investimenti in club deal.
I club deal virtuali per Hnwi, come ClubDealOnline, potrebbero essere meno danneggiati nella loro attività dal coronavirus?
Una delle poche note positive di questa crisi è che sta dando una forte spinta alla digitalizzazione di tanti aspetti della nostra vita quotidiana. Questo potrebbe sicuramente rivelarsi un vantaggio per chi nasce “digitale” come ClubDealOnline ed è in grado di gestire l’operatività al 100% online. Per esempio, il modello di Round As A Service, nel quale la piattaforma di ClubDealOnline è messa a disposizione di club deal esterni, va proprio in questa direzione e potrebbe permettere di aprire nuove linee di business.
In ClubDealOnline infatti i processi core della costituzione e implementazione di un club deal e di gestione dell’investimento sono digitalizzati così come gran parte delle interazioni umane avvengono sulla piattaforma proprietaria. Quindi, se da un punto di vista di infrastruttura di investimento, nulla cambia essendo sempre stato possibile in maniera digitale, é pur vero che ClubDealOnline é una community di persone per le quali anche il contatto umano è sempre stato importante. Di conseguenza, anche noi dovremo evolvere per fornire nuove e diverse opportunità di contatto in modo da preservare e rafforzare anche questo valore intangibile.