Deloitte ha pubblicato i dati sul secondo semestre 2021 del private equity in Italia: 241 operazioni per un controvalore complessivo di 12 miliardi di euro
Gli investimenti effettuati mostrano una prevalenza di operazioni con deal value crescente rispetto al passato recente, compreso tra 51 e 100 milioni di euro
Per il prossimo semestre si prevede un elevato interesse per operazioni verso target con fatturato superiore a 50 milioni di euro principalmente nei settori Industrial products, Consumer goods, Food and beverage e IC
“Gli operatori di Private Equity e Venture Capital confermano le aspettative positive emerse durante la prima metà del 2021, lo dimostra l’elevato numero di deal realizzati nel secondo semestre dell’anno, supportato da uno scenario macroeconomico piuttosto stabile. La significativa pipeline di operazioni annunciate ma non ancora finalizzate, aggiunge ottimismo anche per il semestre appena iniziato” – dichiara Elio Milantoni, head of Deloitte Corporate Finance Advisory e FA Deloitte Private Responsible. “Inoltre, l’86% dei rispondenti al nostro sondaggio dichiara che continuerà ad effettuare nuovi investimenti nel corso dei prossimi mesi anche grazie alle attività di fundraising già avviate.”
Si mantiene alto il numero di preferenze per gli investimenti in quote di maggioranza (73,7%). A dimostrare una stabilizzazione dello scenario macroeconomico e timore più moderato degli effetti del covid sui propri investimenti, il 48,1% dei partecipanti dichiara che la pandemia non ha avuto impatti significativi sulla struttura dei propri deal, mentre il 38,9% si affida ancora a meccanismi di deferred consideration. Confermato infine il ruolo centrale delle banche commerciali nel financing a supporto delle operazioni d’investimento, con la maggioranza degli operatori (circa il 70%) che indicano il Senior debt da queste erogato come lo strumento di debito maggiormente utilizzato.
Aumenta infine l’utilizzo della leva finanziaria, con più del 75% degli intervistati che dichiara di aver utilizzato una leva maggiore a 2x negli ultimi 6 mesi, tendenza attribuibile anche alla riduzione del costo del debito, confermata dal 67,7% degli operatori che ha visto applicato uno spread sull’Euribor inferiore a 250 bp.