Gli investitori oggi si trovano ad affrontare sfide mai viste, in un panorama finanziario che non lascia spazio a previsioni certe. Le certezze che lo avevano dominato per anni sono venute meno, e il contesto globale, segnato da banche centrali che seguono strade divergenti, una volatilità crescente e una guerra commerciale in atto, ha cambiato le carte in tavola per gli investimenti. Ma questo scenario ha anche fatto emergere nuove opportunità come il private debt.
Questa categoria di strumenti sta acquisendo una nuova centralità, dimostrandosi capace di offrire rendimenti che in altri settori appaiono difficili da raggiungere, oltre a un maggiore riparo dalla volatilità. In occasione del IV° Forum Private Market organizzato da We Wealth lo scorso 3 aprile, Manuel Pozzi, Investment Director di M&G Investments, ha passato in rassegna tutte le opportunità – ma anche i potenziali rischi – di questa asset class in un momento storico che, sul fronte economico, si mostra particolarmente turbolento.
Il ruolo del private debt nei portafogli di investimento
Come evidenziato da Pozzi, le funzioni principali che il private debt può svolgere in un portafoglio d’investimento sono due. La prima è la sua prevedibilità – sui risultati attesi – abbinata a una minor volatilità. La seconda, invece, è legata al fatto che si dimostra una soluzione strategica per accompagnare quegli investitori private che cercano stabilità, diversificazione e una crescita del capitale nel lungo periodo.
“È proprio una questione matematica. Se si investe con crediti privati che, per esempio, hanno uno spread del 5-6% o superiore, in un decennio il capitale può raddoppiare, diversamente da quanto accade con investimenti in titoli più o meno sicuri. È un’opportunità di crescita notevole, in particolar modo per le famiglie private che vogliono spostarsi da un’allocazione troppo conservativa a una più strategica”, ha dichiarato Pozzi.
Perché è una scelta strategica?
La crescita dei rendimenti legati al private debt si lega, appunto, alla maggiore prevedibilità di questo strumento. Molti dei prestiti, soprattutto quelli erogati sotto forma di direct lending (prestiti diretti), sono a tasso variabile e questo consente di ridurre l’impatto della volatilità dei tassi di interesse sul capitale investito.
Inoltre, la durata media dei prestiti è relativamente breve. Circa il 30% dei prestiti viene, infatti, richiamato anticipatamente dalle aziende, comportando una vita media che si attesta sui 3-4 anni, una tempistica che riduce ulteriormente i rischi connessi ai cambiamenti di mercato.
“ll private debt è meno esposto alla volatilità dei mercati tradizionali e offre una connessione diretta con le realtà economiche sottostanti. Avere una conoscenza diretta delle aziende, però, è fondamentale per garantire una solidità degli investimenti e, soprattutto, ritorni sicuri nel lungo termine”, ha aggiunto.
Private debt: sfide e rischi del mercato
Tuttavia, come ogni asset class che si rispetti, accanto alle opportunità il private debt presenta anche dei rischi da considerare. Come spiegato da Pozzi, la compressione degli spread e il periodo di bassi tassi di default rendono, oggi, il mercato relativamente tranquillo. Ma un ulteriore deterioramento del quadro macroeconomico potrebbe far emergere alcune criticità.
Inoltre, la crescente diffusione di prestiti con struttura cosiddetta unitranche (che combinano la parte senior e quella mezzanina) ha sollevato interrogativi su come questi strumenti potrebbero comportarsi in un contesto economico sfavorevole.
“I fondi di private debt devono essere ben gestiti e avere una strategia chiara. Per questo la selezione dei gestori e l’analisi approfondita dei prodotti diventano essenziali per minimizzare i rischi e massimizzare i ritorni. Per esempio, se l’obiettivo è avvicinarsi a un mercato più redditizio, affidabile e con una bassa volatilità, gli strumenti più adatti e diversificati partono dai loans. Invece, laddove l’obiettivo è aumentare la redditività, andrebbero perseguite altre strategie”, ha spiegato Pozzi.
Insomma, la scelta del fondo giusto e una gestione attenta del rischio sono essenziali per sfruttare al meglio le potenzialità del private debt. La chiave del successo risiede in un’approfondita conoscenza delle opportunità così come dei rischi legati al credito privato. Solo in questo modo la scelta di inserire questa asset class nei portafogli sarà più che consapevole.