- Gli asset under management del private banking italiano cresceranno in media del 6,6% annuo nel prossimo biennio, toccando i 1.412 miliardi di euro
- Ragaini: “Le previsioni per il 2026 confermano il peso crescente e il ruolo del private banking nelle scelte d’investimento delle famiglie italiane”
- I leader delle banche private si attendono un crescente interesse verso investimenti di lungo periodo, come i private market
Gli asset under management dell’industria del private banking italiana sfonderanno il tetto dei 1.400 miliardi di euro entro il 2026, registrando una crescita del 6,6% rispetto allo scorso anno. Un trend favorito da una combinazione di nuovi flussi di raccolta (+4,2%) e una ripresa dei mercati finanziari (+2,4%). Sono solo alcuni dei risultati dell’ultima analisi dell’Associazione italiana private banking dal titolo Il private banking in Italia: previsioni al 2026, condotta in collaborazione con Prometeia. Un’occasione per fare il punto anche sulle aspettative dei responsabili private degli istituti associati, con un focus sull’evoluzione delle preferenze di investimento. Ma andiamo per gradi.
Private banking: gestirà il 36% della ricchezza delle famiglie
Secondo le stime di Aipb e Prometeia, da qui al prossimo anno il private banking arriverà a gestire circa il 36% della ricchezza investibile delle famiglie. Una prospettiva che trova conferma anche nelle aspettative dei leader del settore: il 56% crede infatti che l’industria crescerà ancora nei prossimi 12-18 mesi, a fronte del 44% che dichiara che rimarrà stabile. In questo contesto, il risparmio gestito farà da padrone, con una crescita media annua attesa nell’ordine dell’8,2%, trainata da nuovi flussi netti (+4,3%) e dall’effetto mercato (+3,9%). Come evidenziato nel grafico sottostante, il comparto assicurativo registrerà invece una crescita annua media del 5,7% a fronte del +2,6% del biennio precedente (2023-2024). La differenza fondamentale tra i due bienni si osserva tuttavia sull’amministrato, che dovrebbe crescere del +6,4% medio annuo contro il +27,8% precedente.

Fonte: Aipb-Prometeia
Banche private: l’evoluzione delle preferenze di investimento
Ascoltando i leader delle banche private – più precisamente di 25 istituti operanti nel mercato italiano e rappresentativi del 93% degli asset under management del mercato – si evidenzia un interesse crescente verso investimenti di lungo periodo. Al primo posto troviamo infatti i private market, che raccolgono il 22% delle preferenze. Lo stesso vale per gli investimenti a capitale garantito, sebbene in calo dal 41% al 22%, seguiti dalle soluzioni assicurative per l’ottimizzazione fiscale, in crescita dal 3 al 9%. Alla domanda su come si evolveranno le asset class nei successivi 12-18 mesi, le strategie alternative (come private equity, infrastrutture, real estate e private debt) guadagnano ancora una volta la vetta: per il 79% degli operatori cresceranno e per l’8% cresceranno “molto”. Tra le asset class previste crescere maggiormente c’è poi quella azionaria, citata da oltre il 70% dei rispondenti. Diverso il caso dell’obbligazionario, con oltre la metà degli operatori che ritiene che rimarrà stabile o decrescerà.

Fonte: Aipb
Quanto invece ai prodotti di investimento, a crescere di più secondo gli operatori di private banking saranno le polizze vita e le gestioni patrimoniali, attese in aumento del 62% rispettivamente. Seguono i fondi sostenibili, che cresceranno per il 54% dei rispondenti, sebbene non manchi un 8% che si attende che decresceranno. Le prospettive sono più incerte per titoli di Stato e depositi, con il 38% degli operatori rispettivamente che si aspetta una decrescita.

Fonte: Aipb
Ragaini (Aipb): “Peso crescente del private banking”
“Le previsioni per il 2026 confermano il peso crescente e il ruolo del private banking nelle scelte d’investimento delle famiglie italiane”, osserva Andrea Ragaini, presidente di Aipb. “Un percorso di crescita che si fonda sulla consulenza professionale e la centralità del private banker. L’industria si pone oggi un obiettivo ancor più rilevante: quello di accrescere nel tempo il valore dei patrimoni in gestione, guidando le scelte della clientela all’interno di un contesto in continua evoluzione”, aggiunge.
Le prospettive sul pil tra Stati Uniti ed Europa
Guardando infine allo scenario macroeconomico e finanziario, lo studio di Aipb e Prometeia evidenzia un rallentamento della crescita economica mondiale. In questo scenario, a mostrare una dinamica del prodotto interno lordo reale più positiva sono gli Stati Uniti, registrando una variazione annuale del 2,6% nel 2024, dell’1,5% nel 2025 e del 2,1% nel 2026. Parallelamente, il pil italiano è atteso in crescita dello 0,8% nel 2024 e nel 2025 e dello 0,7% nel 2026, mentre per la zona euro si passa dal +0,7% del 2024 al +1,1% del 2026. Quanto infine ai mercati azionari, ci si attende che la dinamica positiva osservata da inizio anno trovi conferma nei prossimi due anni: più precisamente le previsioni sono per ritorni medi annui intorno al 7-8%.