Sandro Fratini è uno dei più importanti collezionisti di orologi del mondo: ne possiede circa 2mila, raccolti in quarant’anni di ricerca forsennata in giro per il globo. Toscano, imprenditore di seconda generazione (la sua famiglia ha fondato nel 1958 l’azienda dei jeans Rifle, che oggi non esiste più), Fratini è autore di un libro firmato di Christie’s – il primo che non sia un mero catalogo di oggetti da battere in asta – dal titolo My Time – Blu blu l’amore è blu. E tutto, nella sua vita da collezionista, dipende e nasce dalla fascinazione per meccanismi e per le storie dietro a ogni segnatempo. Lo racconta in questa intervista a We Wealth.
Quando nasce questa sua passione per gli orologi?
Tutto ebbe inizio il giorno della prima comunione, quando i miei genitori mi regalarono un Longines metal misto, placcato oro. Fui immediatamente attratto dal mistero che si celava dietro a quel meccanismo fino ad innamorarmene e a volerne altri.
Ogni storia è fatta di momenti e persone. Quali i più determinanti della sua?
Il mio primo alleato fu mia nonna, che assecondò questa mia passione. Grazie ai suoi regali, l’interesse verso gli orologi crebbe fino a che, diventando più grande, con i soldi che mettevo da parte, iniziai a comprarli da solo. Il secondo alleato fu mio padre che diventò mio socio nell’acquisizione di orologi più importanti quando non potevo permettermeli. Devo tutto a queste due figure: sono le persone di riferimento che mi hanno spinto e incoraggiato in questa bellissima avventura.
Quale fu il primo orologio che acquistò con i propri soldi?
Un Universal Genève Tri-Compax d’acciaio. Avevo vent’anni. Allora si era in piena rivoluzione del quarzo, con l’innovazione dei Piaget che ne faceva da padrone. Io non me ne curavo: cercavo orologi con un’anima e un meccanismo particolare che non voleva nessuno. Quando hai una passione e l’hai solo te è facile coltivarla.
Da orologio a L’Orologio: la passione diventa un’attività.
Quando ho cominciato l’attività alberghiera circa vent’anni fa ho pensato: perché non fare vivere l’albergo della mia passione? Da questa intuizione è nato L’O a Firenze. Ogni piano è dedicato a un marchio e ogni camera ad un orologio della mia collezione. Da Cartier fino ad arrivare a Patek Philippe, passando da Rolex e Vacheron Constantin. L’idea era di curare ogni piccolo dettaglio che potesse parlare in modo non invasivo della mia passione: per chi non voleva notarlo doveva essere solo un elemento di decoro niente di più… la corona di carica del Daytona come pomelli dei rubinetti, le maniglie per entrare nel bar fatte a mo’ di lancette mercedes, le cornici degli specchi dei bagni che riprendono le ghiere del datejust.
Prima Firenze, poi Venezia e ora Roma
Il secondo albergo è stato a Venezia sul Canal Grande. Nella patria dei vetri, ho pensato di dedicare l’albergo ai miei smalti. Non più Patek, Rolex e Vacheron ma Audemars Piguet e Universal Genève, tra gli altri. È venuta una cosa molto gradevole: gli smalti danno un’atmosfera un po’ magica e particolare. Ora sta nascendo il terzo a Roma, tra Piazza Navona e Campo dei Fiori, che ha una connotazione completamente diversa dagli altri due: ognuno doveva avere una propria personalità.
È vero che non indossa mai i suoi orologi?
Assolutamente. È un po’ come quando hai un amore: lo custodisci senza bisogno di mostrarlo agli altri. Il fatto stesso di sapere che li ho e posso vederli ogni tanto mi basta e mi appaga. Indosso un orologio di silicone che ho designato per L’O (il suo hotel di charme al centro di Firenze, ndr)
Si dice che la sua collezione conti più di 2mila orologi… e valga svariati milioni.
Non li ho mai contati, né tantomeno valutati. Per me gli orologi hanno un valore affettivo e basta, non li quantifico a livello economico, non essendo mai stato interessato a venderli. Come si può prezzare un amore?
Qual è l’orologio più prezioso della sua collezione?
Anche qui bisogna distinguere il piano economico da quello sentimentale. L’orologio più prezioso a livello economico è il 1518 della Patek Philippe di cui ne ho due. O almeno così è quanto stato decretato dalle case d’aste. Quello che invece è più prezioso a livello sentimentale è un pulsante tondi Patek Philippe, quadrante nero, con gli indici a fosforo. Io lo guardo e dico: cavolo, quanto sei bello! Ma tanti Rolex, Vacheron, Patek, Cartier e per quanto riguarda gli smalti Universal Geneve, Eska e Audemars Piguet completano la collezione.
My Time – Blue, Blue, Love is Blue: Christie’s le ha dedicato un libro in cui sono presenti 660 orologi della sua collezione. Come è stato possibile collezionare così tanti orologi?
E tutto quel blu a cui Christie’s fa riferimento?
È il blu della mia vita, è il denim: il tessuto che molti erroneamente chiamano jeans e che ha fatto la fortuna della mia vita. E ha permesso tutto questo. Blu, blu, l’amore blu… dedicato a mio padre.