Le opere d’arte sono oggetti meravigliosi di cui e? necessario prendersi cura con esperienza, scrupolo e molta attenzione; essere collezionista di opere d’arte richiede tempo e strategia. Le fotografie, a partire da quelle vintage per arrivare fino a quelle di più recente realizzazione, che vanno ad impegnare diverse tecniche di stampa e combinazioni di materiali, devono essere maneggiate, conservate, archiviate e allestite con procedimenti utili ad evitare loro danni o svalutazioni economiche.
Il mio mentore, l’avvocato e collezionista Giuseppe Iannaccone, mi ha insegnato delle regole da seguire per costruire una collezione e devo dire che se si seguono e? difficile fallire. Il primo passo, quando si decide di acquistare una fotografia, e? fare una ricerca sull’artista e sull’opera. Questo ci aiuterà a toglierci ogni dubbio sul materiale utilizzato, il certificato di autenticità e lo stato di conservazione, a capire meglio il lavoro dell’artista, il significato dell’opera che ci interessa e per ultimo, ma non per questo meno importante, a dare un giusto valore all’opera perché, se e? vero che l’opera si compra per passione, se poi questa nel tempo si rivaluta non disturba per nulla.
Dicevamo prima che bisogna essere preparati, non ci si può improvvisare ne? collezionisti ne? tanto meno curatori. E? importante controllare il curriculum dell’artista, vedere quali direttori di museo, critici, curatori e galleristi seguono il lavoro dell’artista, a quali mostre questo ha partecipato e se le sue opere fanno già parte di interessanti collezioni museali o private. Superata questa fase, e? importante verificare se altre opere dello stesso artista o l’immagine che interessa in altra edizione e? andata in asta e capire meglio il valore di mercato, prendendo pero? questo dato con le dovute cautele. L’esperienza infatti ci insegna che artisti valorizzati moltissimo dal mercato in un determinato periodo storico hanno visto i loro prezzi crollare e sono spesso completamente spariti dal mercato mentre altri, che hanno avuto per lungo tempo valori contenuti, hanno avuto riscontri da parte del mercato in la? con il tempo.
Giulia Centonze, junior specialist, Modern and Contemporary Art da Christie’s Italia mi racconta che oggi “il mercato della fotografia e? in costante crescita; nonostante le apparenti incertezze, nel 2020 le nostre aste hanno registrato ottimi risultati e attratto numerosi nuovi clienti. Rispetto alla fotografia più classica e fotografie storicizzate, riscontriamo una richiesta sempre maggiore di fotografia contemporanea da parte dei nuovi compratori. La richiesta dei capolavori (ovvero fotografie con stime superiori alle 100.000 sterline) e? stabile, ma soprattutto grazie alle numerose aste online e lotti di fotografia inseriti in aste più “ibride” abbiamo riscontrato un forte interesse da parte dei collezionisti più giovani che si approcciano al mondo delle aste.
Nan Goldin, Joey’s ass on my roof. NYC
Penso per esempio alla foto- grafia “Joey’s ass on my roof. NYC” di Nan Goldin aggiudicata in asta a Milano a maggio per € 8.750 (contro una stima di € 2.000-3.000), e ancora all’iconico scatto di Paola Pivi “Senza titolo (struzzi)” che ha più che triplicato la base d’asta di € 9.000 per essere aggiudicato a € 30.000”.
Paola Pivi, Senza titolo (Struzzi)
Spesso gli artisti più giovani o che lavorano per gallerie di ricerca non hanno riscontri sui siti specializzati come Artprice o Mutualart e quindi dobbiamo rivolgerci altrove per le nostre ricerche: dobbiamo parlare con i galleristi e capire se l’opera che ci viene proposta e? di qualità, se c’e? un’idea forte di base, se ha qualcosa da raccontare, meglio se nuova e originale; in questo caso non ci sono mercati o crisi economiche che tengano: sarà comunque sempre un patrimonio. Arrivati a questo punto, se abbiamo verificato che il valore dell’opera e? in linea con il mercato, se siamo ancora convinti che la strada che stiamo percorrendo sia quella giusta e, se come affermava Honore? de Balzac, l’opera d’arte, che ha una intelligenza, chiama e fa ‘pss-pss’ e noi non sappiamo resisterle, allora e? giunto il momento di verificare il certificato di autenticità.
In casa d’aste sempre Giulia Centonze mi conferma che la questione del certificato di autenticità e? molto delicata e complessa e che per tutte le opere offerte da una casa d’aste si sono sviluppate attente e puntuali procedure di controllo. “Prima delle aste, della stampa o della pubblicazione online di un catalogo, ci rivolgiamo agli archivi e alle fondazioni di competenza per verificare la correttezza delle informazioni in nostro possesso. Grande attenzione viene anche prestata alla provenienza delle opere e delle fotografie, cerchiamo sempre di ricostruire in maniera meticolosa i vari passaggi di proprietà cosi? da avere una linea di provenienza chiara e trasparente. Soprattutto per i fotografi contemporanei e? inoltre importante coinvolgerli direttamente o rivolgersi alle gallerie che li rappresentano, poiché sono spesso fonte indispensabile di informazioni per completare la scheda delle opere in catalogo”.
I collezionisti per tutelarsi dovrebbero sempre esigere il certificato di autenticità e accertarsi che esso sia in copia unica. Allo studio di Roberto Cuoghi e? capitato, ad esempio, di ricevere, per alcune opere fotografiche, doppi certificati con layout diversi. Per tutelarsi mi chiariscono che da parte loro l’emissione dei certificati garantisce l’unicità del documento e che lo stesso viene “organizzato” con alcuni dettagli, affinché non sia riproducibile. “L’artista dovrebbe sempre tenere in studio una prova d’artista, per confrontarla con l’eventuale stampa acquisita dal collezionista che necessiti di essere autenticata dall’artista, fare uso di una tecnica di stampa che faciliti il riconoscimento di una riproduzione non autorizzata e diversificare nascostamente, attraverso micro dettagli, i files per l’editoria dal file dell’opera originale, sia essa in copia unica o in edizione”.
Verificato anche il certificato di autenticità e controllato che l’opera sia in perfetto stato di conservazione, meglio se affidandosi ad un conservatore o restauratore professionista, l’opera può essere tranquillamente acquistata. Il lavoro pero? non e? finito per il collezionista, perché e? importante catalogare ciò che si e? acquistato, non solo per monitorare la consistenza del proprio patrimonio ma anche per tutelarsi in caso di furto. Con le moderne tecnologie esistono programmi per la digitalizzazione della collezione, come ad esempio Artshell, che e? in grado di archiviare enormi quantità di dati e che ci aiuta ad aggiornare, anche quotidianamente, le schede di ciascuna opera. Questo ci permetterà di mostrare le opere alle istituzioni museali che potranno chiederle in prestito per mostre. Collezionare vuol dire preservare, proteggere e valorizzare i propri beni per lasciarli ai propri figli o ad importanti istituzioni museali.
Dobbiamo infine ricordare che, qualunque sia il motivo per cui un’opera d’arte entra nella nostra vita, e? importante prendersene cura perché come sosteneva Picasso “l’arte scuote dall’anima la polvere accumulata dalla vita di tutti i giorni”.
*Articolo tratto dalla Guida Fotografia di We Wealth.