Quest’anno sembra più difficile entrare nell’atmosfera del Natale. La situazione politico economica, i fatti di cronaca e l’insieme delle nostre preoccupazioni non favoriscono certo un clima festoso e spensierato.12 artisti di fama internazionale ci vengono in soccorso ricordandoci che questo deve essere un tempo di generosità, di aiuto verso agli altri e di riflessione.
Cortesia TOILETPAPER. Tutte le foto sono di Andrea Guermani
12 alberi di Natale d’artista sono stati donati da 12 artisti alla Fondazione Maria Teresa Lavazza per sostenere la raccolta fondi del progetto NeoGen. Un’opera, unica, certamente inconsueta nella produzione artistica di ognuno di loro, pensata per finanziare la ricerca e aiutare i bambini.
Cortesia Andrea Salvatori
Accademia Aracne, Valerio Berruti, Nicola Bolla, Leandro Erlich, Hilario Isola, Marzia Migliora e Domenico Antonio Mancini, Gianluca Malgeri, Tania Pistone, Marcantonio Raimondi Malerba, Andrea Salvatori, Francesco Snote e TOILETPAPER hanno contribuito con generosità a sostenere il primo programma in Italia di screening neonatale mediante analisi genetica per l’identificazione precoce di 500 malattie pediatriche che prevede di arruolare nello studio circa 6000 neonati dall’Ospedale Sant’Anna di Torino. L’obiettivo è di individuare circa 500 malattie pediatriche la cui identificazione pre-sintomatica o precoce possa incidere sull’evoluzione clinica, creando poi un database che possa accelerare e semplificare la diagnosi in caso di esordio di malattie ascrivibili a patologia genetica.
Cortesia Marzia Migliora e Domenico Antonio Mancini
Colorati, festosi, minimali, ironici, tutti assolutamente inaspettati, ma allo stesso tempo così personali nello stile, gli alberi d’artista partono tutti dallo stesso abete, 180 cm. di altezza, salvo per Leandro Erlich che ha realizzato una scultura in bronzo che riflette sulla percezione della natura e su come, in un certo modo, non ci riconosciamo come parte di essa.
Cortesia Nicola Bolla
A ogni “albero opera d’arte” è unita una storia che motiva il lavoro. Andrea Salvatori si è ispirato a una novella del Bestiario di Cortázar, Lettera a una signorina a Parigi. Piccoli acrobatici coniglietti bianchi, corrono in fuga verso la cima dell’abete. Un aspetto tenero e innocente, ma totalmente ingestibili, portano il caos nel regno domestico rappresentato dalla fragilità del servizio di piatti e tazzine.
Valerio Berruti, che dichiara di avere «un pessimo rapporto con il Natale e di conseguenza con gli alberi o con qualsiasi cosa riguardi la sua attesa, la sua celebrazione», crea (al contrario) un albero poetico in cui sfere trasparenti che ospitano piccole sculture di bambini sognanti. Gli 88 cucchiai e un albero di Tania Pistone sono introdotti da una citazione di Luca Beatrice che spiega come l’artista li pieghi fino a rendere i cucchiaini inutilizzabili per lo scopo originario e poi li dipinga con il suo alfabeto misterioso: uno diverso dall’altro, irregolari nella loro unicità.
Cortesia Tania Pistone
Incidente di Natale è il titolo dell’Accademia di Aracne dove sono rappresentati i simboli più gioiosi del Natale: l’abete con i suoi classici addobbi, Babbo Natale e la sua fedele renna, i giocattoli e la neve, mentre TOILETPAPER sceglie di dar vita all’albero di Natale. Se succedesse veramente, «certo scapperebbe a gambe levate, come dargli torto»? È impaurito, invece l’albero di Hilario Isola, cerca di nascondersi: forse non si sente pronto per rappresentare il Natale in questo periodo tormentato dalla violenza e dalla guerra.
Si mimetizza coprendosi con un telo camouflage; al suo interno, si intravvede tra il foliage un volto guardingo. Portatori di fantasia e meraviglia, di sogno e illusione fiabesca, gli alberi di Nicola Bolla, Player Tree e di Gianluca Malgeri, L’albero della Cuccagna. Il primo decorato di carte da gioco dipinte e disegni, il secondo, composto da tanti piccoli mondi, piccole architetture ludiche realizzate in rame, che si sviluppano intorno ad una sorta di torre composta da scale e porte, un universo con mille accessi ad altrettante realtà.
Cortesia Valerio Berruti
Cavo è l’albero di Francesco Snote, pensato come un fulcro e un ambiente in scala ridotta che offre la probabilità di percepire lo spazio in maniera diversa e con cui relazionarsi in maniera intima, quasi un rifugio. Al suo interno, una scultura in terracotta, un piccolo forno che attivato indica un momento specifico per un rituale personale e a tempo determinato in cui lo spazio vuoto all’interno dell’albero diventa il suo cuore pulsante. Una riflessione sul significato del Natale, giocosa ma anche molto seria è Ugolek di Marzia Migliora e Domenico Antonio Mancini: una fontana, un cane e un albero. Quale miglior tentazione per il cane a passeggio sull’erba? Una riflessione sulla metamorfosi del Natale, fiera dell’eccesso e dell’acquisto, dove imballi accantonati sotto alle fronde lucenti prefigurano desideri esauditi pronti a essere velocemente rimpiazzati.
«Siamo abituati a considerare gli artisti al di fuori di un contesto privato, spiega Francesca Lavazza, voglio quindi ringraziarli per essersi messi in gioco senza riserva, ma tanta espressività, raccontando qualcosa di sé, rielaborando uno dei simboli più iconici del Natale». La fondazione dedicata a sua mamma, fondata nel 2021, eredita la visione, la passione e la generosità dell’operato della signora Maria Teresa, che negli anni ha contribuito con numerosi progetti e iniziative al progresso medico scientifico per la cura delle malattie rare e gravi mediante un sostegno alla ricerca e al ripensamento dei luoghi di cura dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.
Per informazioni, scrivere a: [email protected]