Hirst mette in asta (con garanzia) la Blue Monkey di Koons
Damien Hirst e Jeff Koons sono due artistar del nostro tempo. Il secondo in particolare è oggi l’artista vivente più pagato: il suo Rabbit in acciaio inossidabile (1986) nel 2019 con 91,1 milioni di dollari ha battuto David Hockney e la sua tela da 90,3 milioni di dollari (record realizzato l’anno precedente). Il fatto che Damien collezioni Jeff eccita la fantasia, ancor di più se si viene a sapere che l’artista de L’impossibilità fisica della morte ha messo in vendita la Blue Monkey (esecuzione 2006-2013) del collega.
Christie’s ha stimato l’opera in acciaio inossidabile lucidato a specchio e dipinto con un colore trasparente fra i 6.500.000 e i 10.000.000 di pound (8,4 – 13 milioni di dollari), prestando garanzia di vendita a Hirst. L’asta si terrà a Londra nella Frieze Week di ottobre 2024. E chi sarà a Londra dal 30 settembre al 9 ottobre 2024 potrà ammirarla in tutta la sua magnificenza e imponenza (sfiora i quattro metri di altezza) in St. James Square, vicinissimo al quartier generale di Christie’s.
Le polemiche precedenti la vendita
La notizia della dismissione dell’opera di Jeff Koons giunge dopo l’ondata di polemiche che ha investito Hirst in merito alla datazione ballerina di alcune sue opere (questione che ha rilevanza patrimoniale). Innanzitutto, il suo progetto The Currency, ovvero 1000 opere puntiformi e multicolori, realizzate a mano e datate 2016. Messe in vendita nel 2021 con l’alternativa di vederle trasformate in nft previa distruzione dell’opera (l’acquirente poteva avere o l’opera fisica o il relativo token), sono risultate essere state create nel 2018-2019. A portare alla luce l’inghippo, un’inchiesta di Maeve McClenaghan del Guardian. Ma la questione della datazione mobile ha coinvolto anche altre opere. Il giornale citava anche la retrodatazione (di parecchi anni) di almeno tre vasche in formaldeide. Aprendo il dibattito su data di concezione e di esecuzione, i legali dell’artista affermavano che “gli artisti hanno il diritto di essere (e spesso lo sono) incoerenti nella datazione delle loro opere”.
Katharine Arnold: «Un trionfo di splendore formale e di tecnica»
Per il catalogo di Christie’s si tratta in ogni caso di un bel colpo. Nel 2022, la casa d’aste ha venduto la Balloon Monkey (Magenta) per 10.136.500 sterline. Nel 2014, la versione arancione (2006-13) per 25,9 milioni di dollari. Altre versioni (uniche) della scultura, oltre alla magenta e alla blu, sono la rossa, la gialla e l’arancione. Nelle parole di Katharine Arnold, vice presidente per l’arte del XX e del XXI secolo e responsabile per l’arte del dopo guerra e contemporanea in Europa di Christie’s: «Siamo entusiasti di presentare Balloon Monkey (blu) (2006-2013) per la prima volta in asta. Precedentemente esposta alla Newport Street Gallery nel 2016 e a Palazzo Strozzi di Firenze nel 2021-2022, l’opera è un trionfo di splendore formale e di tecnica, perfezionato nel corso di sette anni dall’artista».
La filosofia del gonfiabile di Jeff Koons
Koons inizia a esplorare il tema dell’insufflazione negli oggetti nel 1979 con i suoi Inflatables, dei quali la controparte erano gli aspirapolvere, incapsulati e illuminati a fluorescenza, The New. Nel 1985 inizia la serie Equilibrium: palloni da basket sospesi in vasche d’acqua. Balloon Monkey fa parte di Celebration, iniziata nei primi anni ’90. La serie reimmaginava oggetti associati a ricorrenze come compleanni, Pasqua, San Valentino. Insieme al primo monumentale Balloon Dog (1994-2000), Balloon Swan (2004-11) e Balloon Rabbit (2005-10), Balloon Monkey (Blue) rappresenta un’evoluzione di queste opere, sviluppandone lo spirito esuberante.
Con i suoi sette anni di lavoro, Balloon Monkey (Blue) (2006-13) ha visto la pratica scultorea di Jeff Koons raggiungere nuove vette di splendore formale, tecnica e impatto. L’artista la completa alla vigilia della importante retrospettiva a lui dedicata presso il Whitney Museum of American Art di New York. Conclude Arnold: «È un capolavoro di forza paradossale, le cui contraddizioni oscillano tra una complessità sconvolgente e una semplicità totale; serietà e gioco; cultura pop e le nostre strutture più profonde e primordiali di miti e credenze. Rappresenta qualcosa che è più grande di noi, eppure parte di tutti noi. Per tutta la sua tensione superficiale e la sua straordinaria presenza, la scultura contiene e trattiene lo spettatore nella sua facciata, invitandolo in un mondo di immaginazione».