Alla domanda: “ti senti a tuo agio con il diffondersi delle tecnologie digitali nel tuo Paese?”, il 22% degli italiani ha dichiarato di essere molto a proprio agio
Percentuali superiori rispetto al Regno Unito (12%), alla Germania (16%) e alla Francia (17%)
I nostri concittadini dichiarano inoltre di sapere usare bene un considerevole numero di tecnologie digitali. Sia quelle che ci semplificano la vita di tutti i giorni ma anche quelle più avanzate. Per fare qualche esempio, gli italiani che si dichiarano capaci di fare shopping online senza problemi sono il 94%, mentre per quanto riguarda l’utilizzo dell’online banking e delle app di pagamento le percentuali degli italiani abili e smaliziati, pur abbassandosi arrivano all’84%. Percentuali che sono significative, soprattutto in relazione agli altri Paesi europei. Se si guarda alla Germania, solo il 44% dei tedeschi ha dichiarato di saper usare bene le app per i pagamenti digitali.
C’è un punto, però, sul quale gli italiani, più di qualsiasi altra nazione europea, si dimostrano refrattari alla tecnologia: quando viene collegata al lavoro. Secondo quanto messo in luce dal Cebr, il 36% resisterebbe all’espansione della tecnologia sul luogo di lavoro (si tratta della percentuale più alta tra tutte le nazioni analizzate). L’avversione alla tecnologia sul lavoro, infatti, interessa solo il 24% degli inglesi, il 23% dei tedeschi, il 20% degli olandesi e il 17% dei danesi.
Solo la Francia, con il 33%, si avvicina al sentimento nazionale sul matrimonio tecnologia/lavoro. Molto probabilmente questa negatività è strettamente collegata al lavoro da casa svolto durante la pandemia da covid. E legato al fatto che pochissime aziende sappiano veramente cosa significa mettere in pratica un vero piano per lo smart- working. Questo implica il cambiare una mentalità vecchia e poca aggiornata ai giorni nostri in capo lavorativo, che molti datori di lavoro non comprendono.