Secondo il Global attractiveness index, l’Italia è al 18esimo posto a livello globale, con un punteggio in peggioramento rispetto allo scorso anno: 60,36 da 61,15 nel Gai 2019
In Italia c’è anche un basso livello di educazione finanziaria: con un punteggio medio di 3,5 su 9 ricopre attualmente l’ultima posizione tra i Paesi del G20
In realtà, all’intero del Gai 2020 a risultare perdente è tutta Unione europea, che ha registra un processo di diminuzione dell’attrattività. Negli ultimi 5 anni, infatti, il 75% dei Paesi europei è in riduzione o stabile nel ranking, inoltre negli ultimi 10 anni la percentuale europea di investimenti diretti esteri sul totale globale è diminuita dal 43,7% al 30,7%.
Si è focalizzato invece sulla bassa educazione finanziaria Ignacio Izquierdo Saugar, chief executive officer di Aviva Assicurazioni in Italia, ricollegandosi al fatto che l’Italia – con un punteggio medio di 3,5 su 9 – ricopre attualmente l’ultima posizione tra i Paesi del G20.
“Sono 18,5 milioni le famiglie residenti nel Paese che non utilizzano strumenti finanziari – ha detto Izquierdo Saugar – Un livello maggiore di alfabetizzazione finanziaria sarebbe in grado di portare molteplici benefici all’economia reale del paese, come una maggiore capacità di attrarre investimenti esteri. Per migliorare è però fondamentale uno sforzo congiunto da parte delle Istituzioni e di tutti i player che operano nei settori finanziario e assicurativo”.
Un basso livello medio di educazione finanziaria come quello presente in Italia produce, infatti, un eccessivo accumulo di liquidità e frena lo sviluppo dei mercati finanziari (non a caso l’Italia è l’ultimo Paese in Europa per dimensioni del mercato Venture Capital). Non solo, l’accumulo di liquidità ha anche un costo nascosto, in quanto il valore reale della moneta viene eroso dall’inflazione: chi non ha investito negli ultimi 15 anni ha perso circa il 30% di ricchezza potenziale in termini reali.