L’Italia ha dimostrato un grande potenziale per i fondi Eltif e per lo sviluppo di questo segmento.
Il ruolo dei fondi di investimento è strategico in questo contesto di crisi economiche per stimolare l’economia reale
L’obiettivo dell’Unione dei mercati dei capitali consiste nel far fluire investimenti e risparmi in tutta l’Ue in modo armonizzato affinché si possa dare maggiore tutela e vantaggio ai consumatori, agli investitori e alle aziende, che potranno godere dei medesimi diritti e garanzie indipendentemente dal luogo in cui si trovano.
Ad oggi, i mercati dei capitali dell’Ue rimangono frammentati: questo comporta che i cittadini e le imprese non riescono a beneficiare appieno del potenziale del mercato dei capitali e non sono messi nella condizione di accedere ugualmente alle fonti di finanziamento.
Una Capital Market Union (Cmu) può favorire la ripresa economica successiva alla crisi pandemica e, attraverso finanziamenti più efficaci e affidabili, può traghettare le imprese europee verso la transizione verde e digitale. Inoltre, la Cmu può contribuire a una società più inclusiva, in particolare, attraverso il mercato del risparmio gestito, aiutando la comunità ad affrontare le sfide poste dall’invecchiamento della popolazione.
Come è stato messo in evidenza nel corso dell’incontro dai relatori intervenuti, sostenere le proposte della Commissione europea per arrivare il prima possibile alla Cmu significa sostenere la competizione delle imprese, che avranno accesso più facile agli investimenti a lungo termine e ai mercati pubblici e potranno essere più visibili agli investitori transfrontalieri e istituzionali.
Vuol dire, altresì, favorire la crescita delle Pmi che potranno orientarsi più facilmente verso fonti alternative di finanziamento.
Ma non è tutto. La Cmu consentirebbe di favorire l’alfabetizzazione finanziaria dei cittadini, rafforzare la fiducia degli investitori, proteggere i risparmi, ridurre il carico fiscale sugli investimenti transfrontalieri, rendere prevedibile l’esito degli investimenti transfrontalieri, facilitare il coinvolgimento degli azionisti.
Occorrerebbe, osservano i relatori, rivedere la soglia del 70% prevista dal regolamento Eltif, aumentando al 40% il limite di investimento nelle attività che ricadono sotto l’ombrello Ucits.
Inoltre, sarebbe necessario aumentare la soglia di capitalizzazione di mercato massima che definisce un’impresa di portafoglio ammissibile da 500 milioni di euro a 1 miliardo; esplicitare la possibilità dell’Eltif non solo di erogare finanziamenti ma anche di acquistare crediti.
Come mette in evidenza Assogestione, in merito alla valutazione di adeguatezza degli investitori al dettaglio il regolamento Eltif dovrebbe allinearsi ai requisiti della MiFID II, anche mediante un riferimento diretto alla relativa disciplina.
I bassi tassi di interesse aumentano, in una logica prospettica, il bisogno degli investitori di diversificare gli investimenti.
Occorre accompagnare i clienti semiprofessionali verso forme di investimento, più rischiose ma ad alto valore aggiunto.
Ad esempio, con riferimento alla categoria di investitori retail occorre prevedere nuove categorie, magari di clienti semiprofessionali per rendere la vita più facile agli investitori e ai fornitori. Ri-categorizzare il cliente retail è necessario per rendere più accessibili i prodotti di investimento.