L’indice Ftse Italy Mid-Cap ha sottoperformato l’indice principale dello 0,6% scivolando del -2,7% nell’ultimo mese (a fronte del -2,1% del mercato azionario italiano)
“L’inflazione e le reazioni delle banche centrali rimangono il driver principale che spiega la performance dei mercati, prolungando la pressione sui titoli growth e quindi sulle mid-cap”
Parallelamente, le ultime stime di Assogestioni sui fondi Pir hanno riportato una raccolta netta nel quarto trimestre del 2021 pari a 379,5 milioni di euro. Intermonte conferma le previsioni positive sulla raccolta per il 2022, ma evidenzia come la recente volatilità di mercato potrebbe rappresentare un “vento contrario” e l’accelerazione attesa risultare “meno aggressiva”. Per i Pir alternativi, la raccolta relativa al primo semestre dello scorso anno ammontava a 428 milioni di euro mentre il patrimonio gestito si è portato nello stesso periodo sui 684 milioni. “Dati complessivamente incoraggianti”, scrivono dal team di ricerca, “considerando che per il momento solo pochi fondi hanno ricevuto l’approvazione”. Un altro aspetto da considerare, aggiungono, è che i Pir 3.0 prevedono oggi un investimento minimo obbligatorio del 5% del 70% (vale a dire il 3,5% del fondo totale) in small cap non inserite negli indici Ftse Mib e Ftse Mid. Il che, secondo gli esperti, potrebbe indirizzare i flussi “verso un universo di piccole imprese che dovrebbero trarre particolare beneficio dal rinnovato interesse degli investitori”.
Le stime sui Pir
Guardando ai prossimi 10 mesi, Intermonte stima una raccolta lorda di nuovi sottoscrittori di Pir pari a 1,8 miliardi di euro nel 2022. Per chi sottoscrive Pir in modo continuativo, si prevede che la raccolta complessiva nel secondo anno ammonterà “a una parte della somma accantonata nel primo anno (dal 35% al 40% nel nostro modello)” e nei restanti anni (vale a dire dal terzo al quinto anno) si stima “una raccolta stabile, pari in media al 60% degli investimenti effettuati nel secondo anno”. L’importo del capitale che sarà prelevato dagli investitori che decideranno invece di uscire dal fondo prima dello scoccare dei cinque anni si porterebbe invece su circa il 4% del patrimonio in gestione nel 2021 e oltre. Chiudono il cerchio i Pir alternativi. “Sulla base delle nostre aspettative per gli Eltif, prevediamo afflussi di 300 milioni di euro nel 2020, 1,5 miliardi nel 2021 e 1,8 miliardi nel 2022, raggiungendo così un Aum cumulativo di 3,6 miliardi entro il 2022”, si legge nel rapporto. Il credito d’imposta su eventuali minusvalenze maturate su investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2021, introdotto alla fine dello scorso anno per i sottoscrittori di fondi Pir istituiti dal 1° gennaio 2021, secondo Intermonte potrebbe infine rappresentare per i Pir “un ulteriore importante strumento di marketing”.