La guerra in Ucraina ha spinto al rialzo il prezzo delle materie prime. Nell’ultimo anno il Bloomberg Commodity Index è salito del 37%
Ubs prevede un rialzo del 10% dei rendimenti totali degli indici delle materie prime nei prossimi sei mesi
Quest’anno le materie prime hanno avuto un andamento volatile a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, delle chiusure della Cina, dei timori di recessione, del taglio delle riserve petrolifere statunitensi, dei divieti di esportazione e delle decisioni dell’Opec. Tuttavia, risultano una delle poche asset class non in territorio negativo. Le commodity continueranno la loro corsa al rialzo anche nei prossimi mesi? Per Ubs, molto dipenderà dal perdurare della guerra in Ucraina.
Il motivo? Russia e Ucraina sono due dei paesi che esportano più materie prime. La Russia rappresenta infatti circa il 40% delle importazioni di gas e il 30% di quelle di petrolio dell’UE. Al contempo pesa per circa il 19% e il 18% delle esportazioni globali di grano e orzo, rispettivamente, mentre l’Ucraina rappresenta circa l’8%, il 13% e il 46% delle esportazioni globali di grano, mais e olio di girasole. Come la guerra in Ucraina ha aggravato la già scarsa offerta nei mercati dell’energia, dell’agricoltura e dei metalli, i prezzi delle commodity sono dunque schizzati. Nell’ultimo anno il Bloomberg Commodity Index è salito del 37% nell’ultimo anno, mentre il petrolio ha toccato i massimi di 14 anni a 139 dollari al barile quando la Russia ha invaso l’Ucraina, poi poi rintracciare a causa dei timori di recessione dovuti alle chiusure della Cina, ai rialzi dei tassi della Fed e al taglio delle riserve strategiche statunitensi.
Cosa aspettarsi per i prossimi mesi? Con il perdurare della guerra in Ucraina, le preoccupazioni per la sicurezza alimentare ed energetica probabilmente manterranno i prezzi delle materie prime a livelli alti fino alla fine dell’anno. Inoltre, l’istituto elvetico non ritiene che il piano dell’Opec di aumentare la produzione di petrolio possa contribuire ad allentare la tensione del mercato. A breve termine, si aspetta invece che la riapertura dell’economia cinese e la stagione di guidance Usa/Europa siano due fattori importanti che sosteranno i prezzi del petrolio.
Ubs dunque prevede un rialzo del 10% dei rendimenti totali degli indici delle materie prime nei prossimi sei mesi, con il Brent sostenuto vicino a USD 115/bbl fino a giugno 2023. A livello di strategia la banca svizzera predilige una strategia attiva sulle materie prime, acquistando contratti petroliferi a più lunga scadenza e vendendo volatilità su greggio, rame, alluminio, platino, mais, zucchero e bestiame vivo.