Diversamente dal 2021, quando solo il 14% delle donne erano propense considerare il benessere finanziario come “fondamentale”, quest’anno si parla del 42%
Le donne appartenenti alla Generazione X e le baby boomer mostrano maggiore preoccupazione nei confronti dell’inflazione o di una possibile recessione
Quasi il 70% afferma di non aver mai incontrato un consulente finanziario, che si confronta con appena il 41% degli uomini
Lo stress finanziario incombe ancora sulle donne. Secondo un recente sondaggio di Ellevest, piattaforma digitale dedicata alle investitrici al femminile, il 43% si preoccupa attivamente del denaro almeno una volta al giorno e il 59% almeno una volta a settimana. Percentuali che si confrontano rispettivamente con il 36% e il 55% degli uomini. Eppure, temono meno la volatilità del mercato azionario rispetto alla controparte maschile. E non sono disposte a mettere in pausa i loro investimenti (o almeno non del tutto).
L’indagine ha coinvolto un campione di circa 2.500 statunitensi, evidenziandone preoccupazioni e priorità sui mercati. Diversamente dal 2021, quando solo il 14% delle donne erano propense considerare il benessere finanziario come “fondamentale”, quest’anno si parla del 42%. Al primo posto si posiziona il benessere mentale (48% a fronte del 36% del 2021), mentre al terzo e al quarto posto si posizionano benessere fisico (37% contro il 22%) e spirituale (22% contro il 18%). Ciononostante, come anticipato in apertura, lo stress da denaro coinvolge ben il 43% delle donne. Anche se solo il 38% dichiara di sentirsi preoccupato per la volatilità di mercato, contro il 58% degli uomini.
“Da tempo sappiamo che il denaro rappresenta la prima fonte di stress per le donne”, spiega Kate Sullivan di Ellevest, autrice del rapporto. “La salute finanziaria delle donne è peggiorata durante la pandemia, soprattutto a causa dei livelli di occupazione, ma si è ripresa in tempi relativamente brevi con la ripresa del mercato del lavoro e l’espansione dell’accesso ai congedi familiari retribuiti. Da allora, tuttavia, la situazione è peggiorata a causa delle nuove nubi sul loro futuro economico. Non c’è da stupirsi, dunque, se la fiducia dei consumatori sia in calo. Anche quando le donne rientrano nella forza lavoro”.
Un confronto tra generazioni
Guardando al dettaglio generazionale, le donne appartenenti alla Generazione X (nate tra il 1965 e il 1980) e le baby boomer (nate tra il 1946 e il 1964) mostrano maggiore preoccupazione nei confronti dell’inflazione (91% delle boomer contro il 66% della Generazione X), di una possibile recessione (81% contro il 45%) o della necessità di tagliare le spese (76% contro il 55%). Le più giovani, quindi millennial (nate tra il 1981 e il 1996) e Generazione Z (nate tra il 1997 e il 2012), sono più propense invece a preoccuparsi dell’impatto che le questioni politiche possono avere sulle loro finanze sia a breve che a lungo termine, come le tematiche relative alla sicurezza sul lavoro (62% della Generazione Z contro il 52% della Generazione X), il costo dell’assistenza all’infanzia (42% contro il 21%), i prezzi degli immobili (51% contro il 45%) e la rappresentanza delle donne a livello di governo (54% contro il 38%).
Solo il 36% dichiara di investire
In questo contesto, gli uomini vantano più del doppio delle probabilità di affermare di sentirsi finanziariamente preparati ad affrontare una recessione rispetto ale donne (si parla del 30% a fronte del 14%). Invece, quasi il 70% delle donne afferma di non aver mai incontrato un consulente finanziario, che si confronta con appena il 41% degli uomini. In generale, solo il 36% della componente femminile della popolazione dichiara di investire contro il 63% della componente maschile. In questo caso, il 33% delle appartenenti alla Generazione Z e il 28% delle millennial definiscono importante puntare su aziende che si allineino ai loro valori.