Si parla di una contrazione del numero delle operazioni di fusione e acquisizione del 19,4% (875 contro le 1.085 del 2019) e del 30,6% del controvalore complessivo (36,4 miliardi contro 52,4 miliardi)
Nella top 5 dei paesi acquirenti rientrano Stati Uniti, Francia, Cina, Regno Unito e Germania, che raccolgono il 65% delle transazioni “cross border-in” sul fronte dei volumi e il 72% in termini di controvalore
Max Fiani: “ll mercato M&A del 2020 si è chiuso con deal cross border-in annunciati per circa 30 miliardi di euro. Le aspettative, quindi, sono che il 2021 possa segnare il ritorno del mercato verso i livelli prossimi al dato del 2018 (90 miliardi)”
Nella top 5 dei paesi acquirenti rientrano Stati Uniti, Francia, Cina, Regno Unito e Germania, che raccolgono il 65% delle transazioni “cross border-in” sul fronte dei volumi e il 72% in termini di controvalore. Per gli Stati Uniti si contano 487 transazioni concluse nel periodo 2011-2020, dal controvalore di 45 miliardi di euro. Segue la Francia con 313 deal per un controvalore di 35 miliardi, la Cina con 116 deal per 24 miliardi, la Gran Bretagna con 251 deal per 20 miliardi e la Germania con 171 deal per 9 miliardi.
Non mancano però segnali di ripresa. Nei primi due mesi del 2021, infatti, si contano 53 acquisizioni di investitori esteri in Italia, contro le 19 di dicembre e le 20 di novembre. Il settore “consumer & industrial” resta il più appetibile con il 53% dei deal, seguito da “support service & infrastructure” con il 19%, “telecommunication media technology” con il 15% e “energy&utilities” con il 13%. “ll mercato M&A del 2020 si è chiuso con deal cross border-in annunciati per circa 30 miliardi di euro di controvalore. Le aspettative, quindi, sono che il 2021 possa segnare il ritorno del mercato M&A verso i livelli prossimi al dato del 2018 (90 miliardi di euro) provando ad avvicinarsi agli anni record 1999-2000-2007, caratterizzati da controvalori superiori ai 100 miliardi”, conclude Fiani.