Nell’ambito del Salone del risparmio, si è tenuto il 17 maggio un interessante incontro dal titolo Consulenza patrimoniale all’imprenditore: proposte di passaggio generazionale.
Nei prossimi 10 anni saranno numerose le realtà imprenditoriali del territorio che dovranno affrontare il passaggio generazionale
Il ruolo del consulente finanziario
Come è facile intuire a partire dal titolo “Consulenza patrimoniale all’imprenditore: proposte di passaggio generazionale“, l’evento patrocinato da Mediobanca ha permesso di approfondire in maniera dettagliata il tema del passaggio generazionale nell’ambito delle imprese italiane, ponendo l’accento sul ruolo cruciale del consulente finanziario nella gestione del passaggio del testimone.
In Italia abbiamo oltre 4 milioni di imprese e tra queste i due terzi sono a conduzione familiare. Inoltre, come messo in evidenza nel corso dell’incontro, il 20-30% di queste aziende vedono, al momento, un imprenditore 70enne alle redini del business. Ciò implica che, verosimilmente, nei prossimi 10 anni saranno numerose le realtà imprenditoriali del territorio che dovranno affrontare il passaggio generazionale.
Tuttavia, quando c’è un passaggio generazionale solo il 30% delle imprese sopravvive. Ebbene, uno dei fattori che più di altri incide sulla moria delle imprese familiari alla prova del passaggio del testimone è la “resistenza” da parte dell’imprenditore ad affidarsi a consulenti esperti per pianificare per tempo e secondo strategie efficienti il passaggio generazionale.
Tuttavia, è proprio questa “resistenza” e questa difficoltà che mette in evidenza come il consulente finanziario rivesta un ruolo chiave in questa fase. Egli come un regista, entrando in sintonia con il cliente, può mettere in contatto l’imprenditore con tutta una serie di istituti e strutture idonee a favorire il passaggio generazionale e salvaguardare il suo business.
Come messo rilevato prima da Duccio Marconi (Direttore Centrale Rete Financial Advisor CheBanca! SpA) e poi da Matteo Ubezio (Amministratore Delegato di Spafid Trust), il consulente deve stimolare la sensibilità dell’imprenditore e avviare un dialogo volto a capire in che modo e in che termini pianificare il futuro dell’impresa e riformulare la governance dell’azienda.
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Per trasferire il valore occorre guardare da vicino la realtà imprenditoriale
Per arrivare ad individuare lo strumento giusto volto a favorire la protezione del patrimonio e il passaggio generazionale, occorre guardare da vicino la specifica realtà imprenditoriale di riferimento, a partire da tutta una serie di fattori che possono incidere notevolmente sulla tenuta del business aziendale nel tempo.
Sono tante le complessità da prendere in considerazione per evitare possibili discontinuità nella fase del passaggio di mano tra generazioni.
Occorre strutturare un percorso specifico, a partire da un’analisi:
- sul tipo di business e sulle aspettative di crescita
- sulla valutazione dei successori, individuando tra la cerchia dei familiari stretti chi può fare cosa
- sull’inventario degli attivi e sulle modalità di conservazione del patrimonio della famiglia o dell’impresa
- sulla propensione dell’imprenditore ad aprire anche a figure esterne, manager da coinvolger per portare nel futuro professionalità e valore aggiunto nell’azienda.
In questo senso, rivolgersi a strutture e enti finanziari strutturati, con una lunga tradizione di supporto all’imprenditore nel gestire le insidie legate alla delicata fase del passaggio generazionale, può fare la differenza.