Un terzo della ricchezza totale degli Uhnwi è stato investito lo scorso anno in immobili residenziali di pregio, seguiti da azioni (26%), immobili commerciali (21%) e bond (17%)
Knight Frank stima che nel 2023 gli Stati Uniti resteranno la maggiore destinazione dei capitali privati, seguiti da Regno Unito, Germania, Giappone e Paesi Bassi
Il real estate di lusso continua a fare gola agli ultra-ricchi, nonostante la tendenza negativa che ha visto le loro fortune diminuire complessivamente del 10% a livello globale nel corso del 2022. Secondo l’ultimo Wealth report di Knight Frank, un terzo della ricchezza totale degli Uhnwi (con un patrimonio netto superiore ai 30 milioni di dollari) è stato investito lo scorso anno in immobili residenziali di pregio, seguiti da azioni (26%), immobili commerciali (21%) e bond (17%). Un dato, tra l’altro, destinato ad aumentare.
A guidare gli investimenti in immobili commerciali sono stati i capitali privati, con 455 miliardi di dollari investiti nel 2022, pari al 41% del totale. Gli istituzionali hanno investito invece 440 miliardi di dollari, il 28% in meno rispetto ai volumi del 2021. Il segmento delle abitazioni multifamiliari, gli uffici e gli asset industriali hanno in generale suscitato il maggior interesse dei super ricchi. Nel mirino, guardando alla mappa dei paesi, spiccano Stati Uniti, Germania, Canada, Regno Unito e Francia; questi ultimi due, in particolare, sono stati gli unici a registrare un aumento su base annua degli investimenti privati totali, con il Regno Unito in crescita dell’1% a 14,6 miliardi di dollari e la Francia del 21% a 12,2 miliardi. Le metropoli statunitensi hanno raccolto in particolare il 67% del volume totale dei capitali privati, affiancate da Parigi che si guadagna un posto in una top10 interamente a stelle e strisce. Gli investitori statunitensi rappresentano la principale fonte di capitali privati, con 302 miliardi di dollari investiti, sebbene in calo del 3% rispetto all’anno precedente. Tra le 10 principali fonti di capitali privati, gli investitori francesi e cinesi sono stati gli unici ad allocare maggiori risorse nel 2022, con un incremento rispettivamente del 27% (a 13,8 miliardi di dollari) e del 25% (a 6,3 miliardi) sull’anno precedente.
Dove investiranno gli Uhnwi nel 2023
Guardando al 2023, Knight Frank stima che gli Stati Uniti resteranno la maggiore destinazione dei capitali privati, seguiti da Regno Unito, Germania, Giappone e Paesi Bassi. Oltre il 40% degli Uhnwi continuerà a guardare al settore degli uffici, mentre il settore industriale e quello residenziale riceveranno una quota del 19% ciascuno. Quanto agli uffici, in particolare, gli ultra-ricchi si direzioneranno principalmente verso Uk, Stati Uniti, Germania, Australia e Paesi Bassi, ma a registrare una forte domanda saranno anche hotel e alloggi per gli studenti. Si prevede che gli investitori statunitensi saranno ancora una volta i più attivi e che rappresenteranno circa la metà di tutto il capitale privato che confluirà in immobili non residenziali entro la fine dell’anno; seguono gli investitori provenienti da Singapore, Germania, Regno Unito e Canada.
Real estate di lusso: Dubai in testa
Anche quest’anno Knight Frank ha poi monitorato l’andamento del Prime international residential index, l’indice Piri 100 che rappresenta una valutazione annuale dei prezzi residenziali delle principali 100 località in tutto il mondo. Dubai si posiziona in cima alla classifica per il secondo anno consecutivo, registrando una crescita dei prezzi del 44,2%. Seguono Aspen in Colorado, con un aumento dei prezzi degli immobili lusso del 27,6%, Riad in Arabia Saudita (+25%), Tokyo (+22,8%) e Miami (+21,6%). Anche l’Italia guadagna un posto in classifica con la Sardegna che si posiziona 12esima (con prezzi in crescita del +12%), Lucca e Lago di Como che si posizionano 26esimi (+8%), Firenze 40esima (+6%), Roma 48esima (+5%), Venezia 56esima (+4%) e Milano 68esima (+2,5%).
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Se si esclude il 2021, il 2022 ha registrato in generale il più alto livello di crescita dei prezzi su base annua (5,2%) dalla crisi finanziaria globale. Ma come raccontato da Kate Everett-Allen di Knight Frank, nella seconda metà del 2022 si è assistito a un cambio di marcia “quando l’inflazione ha abbandonato il suo status transitorio e il costo del debito è aumentato, la recessione incombeva, il conflitto in Ucraina ha innescato un’impennata dei prezzi dell’energia e i mercati azionari hanno vacillato”. La crescita dei prezzi, avvertono da Knight Frank, sta di fatto rallentando. Le stime sull’anno in corso evidenziano una crescita media dei prezzi degli immobili di lusso del 2%, lievemente in calo rispetto al 2,7% previsto a metà 2022. Ancora una volta Dubai è in cima alle previsioni, con prezzi stimati in crescita del 13,5% nel 2023. Miami e Los Angeles, che stanno ancora beneficiando della rivalutazione post-pandemica degli stili di vita, occupano il secondo e il terzo posto.
Boom di vendite da 10 milioni di dollari o più
Nel 2022 sono state effettuate 1.392 transazioni “super-prime”, vale a dire dal valore pari o superiore a 10 milioni di dollari. Un dato in calo rispetto alle 2.076 transazioni del 2021, ma superiore del 49% rispetto ai livelli del 2019. New York ha mantenuto lo scettro di mercato “super-prime” più attivo con 244 vendite milionarie. Los Angeles e Londra chiudono la top3 con 225 e 223 vendite rispettivamente. Nel secondo semestre dell’anno si è assistito a un rallentamento delle transazioni, ma le città europee si sono dimostrate essere – sorprendentemente, secondo i ricercatori – le più resilienti. Sia Ginevra che Parigi hanno infatti visto crescere le vendite, mentre Londra ha incassato un calo di appena due unità rispetto al 2021. La capitale britannica condivide anche il primo posto con New York nel segmento “ultra-prime”, con 43 vendite da 25 milioni di dollari o più, il livello più elevato dal 2014.