Secondo i dati diffusi da Reviva, nel 2022 si sono registrate 191.253 aste immobiliari, per un valore complessivo di 13,2 miliardi (+3% sul 2021 e -25% sul 2019)
Il valore degli immobili in asta è calato complessivamente del 7% rispetto al 2021
Il futuro del mercato real estate potrebbe risiedere nelle aste? Anche se il mercato delle aste in Italia è poco sviluppato, questa modalità di acquisizione degli immobili potrebbe avere un ruolo crescente all’interno delle compravendite e rappresentare un’opportunità in più per chi deve acquistare un immobile, in un contesto di aumento dei tassi e alta inflazione.
Questo quando emerge da un’analisi di Reviva, secondo la quale il 77% dei lotti in asta nel nostro Paese ha un prezzo inferiore a 100 mila euro e ciò permette molto spesso agli acquirenti di non fare ricorso a finanziamento per l’acquisto del proprio immobile in asta, evitando così di risentire l’aumento dei tassi d’interesse e si potrebbe quindi trattare di asset di investimento per i risparmiatori.
Quali sono le regioni e le cinque città con più immobili in asta?
Se si analizza la localizzazione territoriale degli immobili in asta, ai vertici si trovano: Lombardia, Sicilia e Lazio con il 36% del totale dei lotti in asta. Per quanto riguarda le città, in testa alla classifica resta ancora Roma con 6.839 lotti in asta, la quale da sola comprende nel suo territorio il 5,4% del totale dei lotti totali, per un valore di circa 940 milioni. In seconda posizione c’è Milano con 4.170 lotti per un valore di 540 milioni seguita da Napoli, con 3.665 lotti per un valore complessivo di 453 milioni.
I prezzi medi degli immobili in asta
Dall’analisi delle 5 regioni principali emerge che il Veneto guida la classifica con prezzi medi maggiori per immobili non residenziali (180.424 euro) e terreni (170.335 euro), mentre il Lazio risulta essere la regione con prezzi medi maggiori per quanto riguarda gli immobili residenziali (101.595 euro).
Fonte: Reviva
Andamento del mercato delle aste in Italia nel 2022
Secondo i dati diffusi da Reviva, lo scorso anno si sono registrate 191.253 aste immobiliari, per un
valore complessivo di 13,2 miliardi. Un dato in crescita solo del 3% rispetto al 2021 e
inferiore del -25% rispetto al 2019, anno in cui tutte le operazioni si sono potute svolgere a
pieno regime prima del biennio pandemico e del rallentamento delle procedure da parte dei
tribunali.
La svalutazione degli immobili in asta
Nel 2022, il valore degli immobili in asta è calato complessivamente del 7% rispetto, mentre il valore medio degli stessi è sceso a 106 mila euro, in continua contrazione rispetto ai 113 mila euro del 2021 e ai 122 mila euro del 2020.
Quali sono i fattori che hanno portato a questo trend? Uno dei motivi – ha spiegato Reviva – è che solo il 37% delle procedure esecutive pendenti nei tribunali ha visto un’asta fissata nel corso dell’anno: ciò significa che il 63% delle procedure esecutive sono ancora “dormienti”. Di conseguenza vanno in asta sempre gli stessi immobili, i quali a causa delle aste deserte (cioè quelle in cui non si presenta nessuno offerente), subiscono ribassi del prezzo per poi avere un nuovo tentativo di vendita.
La conseguenza? La somma complessiva di questi ribassi ha portato una svalutazione nel solo 2022 di 2,2 miliardi, con una svalutazione media degli immobili nel corso dell’anno del 29%.
Trend delle aste nel 2022
Ritorna il residenziale come la tipologia di immobili principalmente posti in vendita, rappresentando il 56% del totale e allineandosi con quanto osservato nel 2019.
Le stime dell’andamento delle aste nel 2023
“Se le previsioni di aumento di Npe nei prossimi anni sono coerenti, assisteremo, con un differimento di 12/24 mesi, a un nuovo aumento di procedure esecutive e di conseguenza di aste fissate”, ha dichiarato Giulio Licenza, co-Founder &Cbdo di Reviva.
La riduzione di Npl in questi anni è stata infatti marginale e ora si trova in aumento a causa dei nuovi default. “Questo significa che tanti crediti non hanno ancora una procedura di recupero giudiziale attiva e che, delle procedure esecutive attivate nei tribunali, solo il 37% ha visto almeno un’asta fissata nel corso dell’anno, sintomo di rallentamenti che persistono ancora probabilmente a causa delle sospensioni in periodo pandemico”, ha proseguito Licenza.
Dal canto suo, Ivano De Natale, co-founder & ceo di Reviva, ha poi concluso dicendo: “Migliorando la vendita degli immobili in asta attraverso una corretta attività di marketing e parallelamente aumentando progressivamente le aste fissate e le procedure iscritte, si possono aumentare recuperi e sostenere così il mercato immobiliare in un momento di congiunture delicate”.
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