Come applicare l’intelligenza artificiale nel comparto del private banking? Quali i vantaggi e gli svantaggi del suo impiego, i rischi e le opportunità? Il tema è stato al centro del dibattito nella tavola rotonda che Banca Generali ha ospitato a inizio dicembre 2024 nella sede milanese di via Fieno. L’appuntamento era dedicato alla presentazione del nono rapporto annuale dell’osservatorio Private Banking promosso da Liuc Business School e dalla stessa Banca Generali, con il supporto di Anima SGR, Capital Group e Franklin Templeton. La «trasformazione significativa» in atto nell’industria del private banking è senza dubbio accelerata dall’irrobustirsi dell’IA, già diffusa nel retail banking grazie ai consulenti finanziari automatizzati (i robo-advisor). Nelle parole di Andrea Ragaini, vicedirettore generale di Banca Generali, «la tecnologia rappresenta sempre più un fattore discriminante e distintivo nell’industria del private banking».
È questo un elemento di rottura in un mondo in cui per tradizione il rapporto tra banker e cliente si fonda su un elevato grado di fiducia interpersonale, oltre che su una consulenza dedicata, con gestione finanziaria su misura. Bisogna però considerare, considera Ragaini, che «l’evoluzione dei servizi digitali fino al contributo dell’intelligenza artificiale è già oggi parte importante dell’operatività» del pb e innesca per il futuro «molteplici opportunità nel continuo miglioramento della relazione tra banker e cliente». In particolare, l’IA «consentirà ai private banker di diventare dei “super consulenti”, grazie al «meraviglioso patrimonio di dati delle banche. La vera sfida sarà quella di far utilizzare l’IA alla rete di consulenza dei private banker», oltre che «utilizzare bene i dati» per arrivare a sofisticate analisi predittive trend e andamenti dei mercati, elementi indispensabili per una gestione patrimoniale evoluta.
Perché l’intelligenza artificiale è utile al private banking?
Del resto, come sottolinea Francesco Bollazzi, responsabile dell’osservatorio PB della Liuc Business School, i consulenti in qualche modo stanno già “assaggiando” le potenzialità dell’AI, «attraverso l’automazione dei processi», infatti «l’analisi avanzata dei dati e la personalizzazione scalabile, sta modificando radicalmente il modo in cui i servizi di private banking vengono erogati».
Ma le esigenze dei clienti ultra high net worth sono complesse, e la sola intelligenza artificiale non potrà esaurire i modelli di servizio del private banking. Sarà piuttosto un potenziatore della consulenza. In futuro, l’AI non sostituirà completamente il consulente finanziario umano, ma agirà come uno strumento che ne potenzia le capacità dal punto di vista operativo, raccogliendo informazioni ultra dettagliate sulle preferenze dei clienti grazie all’analisi dei big data, in tal modo permettendo di anticipare le loro richieste, fornendo servizi altamente personalizzati.
Un altro aspetto cruciale è quello del risparmio del tempo: l’IA consente di automatizzare gran parte delle attività ripetitive in essere nel mondo bancario. Si pensi solo alla raccolta dati, al monitoraggio dei portafogli e in generale alla gestione delle transazioni. Ciò riduce i costi operativi del servizio e i tempi di attesa nelle risposte, a tutto vantaggio di una più profonda soddisfazione del cliente. Tutto positivo dunque? No: è innegabile che un algoritmo possa incorporare distorsioni, determinando decisioni potenzialmente sbagliate. È quindi fondamentale che intervengano le istituzioni con un monitoraggio costante dell’operato degli algoritmi per porre freno a rischi di questo tipo.
Anna Gervasoni, rettrice Liuc e presidente del comitato scientifico dell’osservatorio, conclude la tavola rotonda prendendo atto che «l’intelligenza artificiale è uno strumento di lavoro ormai presente in tutte le attività finanziarie», aggiungendo che «nel private banking ha anche un importante ruolo nell’aumentare i livelli di sicurezza e affidabilità». Infine, la rassicurazione: l’intelligenza artificiale «integra e non sostituisce l’attività dei consulenti di private banking».