Il trust ha permesso negli anni di proteggere i beni che hanno favorito la fortuna della famiglia Murdoch
Il 92enne multi miliardario Rupert Murdoch si sente immortale, dicono i suoi familiari più stretti. Nonostante l’età avanzata risulta, in effetti, che negli ultimi due anni senza apparenti conseguenze si sarebbe rotto delle vertebre, avrebbe avuto due polmoniti, una fibrillazione atriale, nonché la rottura di un tendine.
Eppure, non sembra così proiettato a pensare alla successione del suo vastissimo impero.
In particolare, come emerso da una serie di fonti, Murdoch nonostante desideri da tempo che uno dei tre figli avuti dal secondo matrimonio prenda in mano “l’azienda” di famiglia, sa che le cose sono complesse e gli interessi in gioco sono enormi.
Chi sono gli eredi del magnate?
Come noto, Murdoch è una figura estremamente influente negli Stati Uniti e non solo, in quanto possiede alcune delle più importanti testate editoriali del mondo ed ha un patrimonio stimato pari a 17,5 miliardi di dollari.
Senza dubbio quando si parla di eredi di Murdoch occorre fare riferimento ai tre figli. Si tratta dei figli avuti dalla giornalista Anna Torv, gli unici che hanno rilevanti diritti di voto nella governance del trust di famiglia.
Il primo potenziale erede è Lachlan Murdoch, 50 anni, il figlio maggiore di Rupert. Già amministratore delegato di News Ltd è diventato amministratore delegato di Fox Broadcasting e presidente esecutivo della 21st Century Fox prima che questa venisse ceduta alla Disney. Attualmente Lachlan ricopre il ruolo di presidente esecutivo e CEO di Fox Corporation e di co-presidente di News Corp, oltre che di presidente esecutivo di NOVA Entertainment, una società australiana di media.
James Murdoch, 49 anni, è il secondo figlio di Rupert Murdoch con la seconda moglie Anna. Le prime scelte di carriera di James sono state in contrasto con l’impero conservatore dei giornali del padre.
Dopo alcuni anni, tuttavia, è rientrato nell’azienda di famiglia, diventando presidente di Sky. Successivamente ha optato per interrompere i rapporti con le principali società della famiglia, dando le dimissioni dal consiglio di amministrazione di News Corp nel 2020.
Elisabeth Murdoch, 53 anni, è la seconda figlia di Rupert Murdoch, la prima avuta dalla seconda moglie Anna Murdoch. Tra le altre cose, dopo avert lasciato l’azienda di famiglia, ha fondato Shine, una delle maggiori società di produzione indipendenti del Regno Unito.
Poi ci sono le tre mogli di Murdoch. E ancora, gli altri 3 figli avuti dagli altri matrimoni.
Il trust della famiglia Murdoch
Il trust ha avuto un ruolo chiave per al crescita e la protezione dell’impero della famiglia Murdoch. Impero che prende avvio a partire dalle attività del padre del 92enne Rupert, Keith Murdoch.
Come messo in evidenza dal Financial Times, il trust della famiglia Murdoch, garantendo un elevato standard di efficienza anche fiscale, ha attraversato quasi nove decenni, cinque generazioni e diversi rami della famiglia.
Nel tempo, il nome del trust è cambiato, così come il domicilio ma, tutto sommato, i beni principali a partire dai quali è nata la fortuna della famiglia sono rimasti sempre gli stessi: il trust tuttora amministra la fattoria della famiglia vicino Melbourne, la collezione d’arte di Rupert e le azioni delle holding Murdoch, relative a decine di giornali, Dow Jones, Fox News e l’editore di libri HarperCollins.
Una specifica struttura societaria all’interno del trust, oggi chiamata Cruden Financial Services LLC (costituita secondo le leggi del Delaware), gestisce le decisioni chiave delle società della famiglia e detiene la maggioranza dei diritti di voto delle azioni.
Nonostante Murdoch mantiene il controllo effettivo del trust, i tre figli James, Liz, Prue e Lachlan, hanno facoltà di esercitare diritto di veto su proposte che possono apportare cambiamenti fondamentali.
La governance del trust è fondamentale. I rappresentanti di Murdoch detengono quattro degli otto voti della società Cruden fino alla sua morte, mentre i figli ne hanno uno ciascuno. Gli altri figli invece non hanno voce in capitolo nel trust.
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L’importanza del trust e della pianificazione successoria
Ebbene, anche se Murdoch, come dicono i suoi familiari, si sente “immortale” è inevitabile anche per lui pensare alla fase di successione, cercando di individuare le migliori strategie per proteggere il patrimonio e, anche dopo la propria scomparsa, far si che le proprie realtà imprenditoriali continuino a crescere anche a seguito della vicenda successoria.
Come già accaduto per altre importanti dinastie, si pensi in Italia al caso Del Vecchio, ad esempio, una corretta pianificazione successoria ha permesso a grandi patrimoni di rimanere intatti e rafforzarsi anche dopo la morte del fondatore dell’azienda.
In questo senso, come spesso viene messo in evidenza dai professionisti esperti in materia di successione, il momento migliore per pianificare è quando non è necessario. L’imprenditore che vuole utilizzare al meglio il trust deve ricorrere al supporto di consulenti esperti del settore che sappiano individuare in anticipo i passi da compiere per evitare conflitti familiari e proteggere i propri beni.
Come dimostra la vicenda Murdoch, il trust è un istituto agile, durevole nel tempo, e affidabile per la gestione della proprietà soprattutto nella fase del passaggio generazionale e per la protezione del patrimonio.