Nel 2024 i private market hanno attratto sempre più investitori e, in parallelo, gli investimenti tematici hanno raggiunto un nuovo livello di maturità, con 592 miliardi di dollari in gestione (+2,3%) e una riallocazione significativa dei capitali verso il megatrend della tecnologia. Due trend destinati a proseguire per tutto il 2025. E che possono generare effetti collaterali sorprendenti nell’economia reale. Nel nostro Paese, possono fare da traino alla transizione digitale, spinta già dai fondi pubblici nazionali ed europei.
Il mercato della trasformazione digitale in Italia
“Il mercato della trasformazione digitale in Italia, stimato a 75,4 miliardi di dollari nel 2025, raggiungerà 166,1 miliardi entro il 2030, con una crescita annua impressionante del 17,12%”, dice Ignazio Castiglioni, CEO e co-fondatore di HAT SGR. HAT SGR è stata la prima società in Italia a istituire fondi tematici di private equity dedicati alla tecnologia. Grazie alla sua specializzazione, ha saputo individuare alcuni dei futuri campioni nazionali, favorendone la crescita attraverso aggregazioni strategiche e preparandoli al mercato dei capitali o a partnership con gruppi internazionali sostenuti dai principali fondi globali di private equity.
Il ruolo delle PMI nella digitalizzazione del Paese
“La digitalizzazione dell’Italia migliora grazie soprattutto al processo di digitalizzazione delle PMI italiane”, di cui il 60,7% ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale, superando la media UE del 57,7% – dice Castiglioni. L’Italia eccelle nell’adozione del cloud computing, con il 55% delle aziende che utilizza servizi cloud, contro il 38,9% della media comunitaria. Anche il comparto della sanità digitale mostra evidenti passi avanti, con l’accesso alle cartelle cliniche elettroniche che registra un punteggio di 82,7 su 100, sopra la media UE di 79,1.
Infrastrutture digitali e tecnologie emergenti
La copertura in fibra ottica (FTTP) ha raggiunto il 59,2% delle famiglie, un miglioramento rispetto al 53,7% dell’anno precedente, ma ancora sotto la media UE del 64,0%. L’Italia è sotto Spagna (95,2%) e Francia (81,4%), ma sopra la Germania (29,8%). Le PMI italiane mostrano uno slancio verso l’innovazione, e il 68% ha implementato strumenti digitali avanzati, ben al di sopra della media UE del 55%.
Tecnologie protagoniste: cloud, blockchain e cybersecurity
“Il cloud computing – continua Castiglioni – innanzitutto. Colossi come Microsoft e Google stanno investendo miliardi per costruire data center in Italia. Microsoft, ad esempio, ha lanciato un piano da 1,5 miliardi di dollari per supportare la crescita tecnologica del Paese. Il mercato italiano del cloud ha superato i 10 miliardi di euro nel 2024, segnalando una crescita esponenziale e un’accelerazione nell’adozione di soluzioni basate su infrastrutture digitali scalabili.
Parallelamente, la blockchain sta emergendo come tecnologia strategica, utile per finanza, filiere, autenticazione di beni di lusso e agroalimentari. Il tasso di crescita previsto è del 61% tra il 2024 e il 2029, spingendo l’Italia a diventare un hub per la tracciabilità e la certificazione digitale di beni ad alto valore.
In uno scenario dove la sicurezza informatica è cruciale, il settore cybersecurity cresce. Il 70% delle aziende italiane ha aumentato il budget per la protezione dei dati nel 2024, un chiaro segnale di crescente consapevolezza sui rischi digitali.
Collaborazioni tra colossi tech e aziende locali
Il mercato italiano della tecnologia è dominato da player internazionali come Accenture, IBM, SAP, Oracle e HPE, ma tutti collaborano con imprese locali per sviluppare soluzioni su misura. “Queste alleanze sono fondamentali per diffondere l’innovazione nel tessuto produttivo nazionale”, spiega Castiglioni.
Il ruolo abilitante del private equity
In questo scenario, il private equity può fungere da catalizzatore per la crescita delle aziende tecnologiche italiane. Non si limita a fornire capitali, ma favorisce aggregazioni tra aziende e abilita operazioni strategiche che supportano l’adozione di nuove tecnologie, la scalabilità dei modelli di business e l’integrazione di processi digitali innovativi. Il trend si rafforzerà nel 2025, con la ripresa del settore avviata nel 2024.
I numeri del private equity in Italia
L’ultimo report McKinsey evidenzia che il valore globale delle operazioni è aumentato del 14%, raggiungendo 2.000 miliardi di dollari, rendendo il 2024 il terzo anno più attivo di sempre. In Italia, secondo AIFI e PwC, l’ammontare investito nel private equity ha toccato i 14,90 miliardi di euro, con una crescita dell’83% rispetto all’anno precedente, grazie alla presenza di 10 large deal e 6 mega deal, che hanno rappresentato il 59% del totale investito. Le operazioni inferiori ai 150 milioni di euro, ossia small e medium deal, hanno totalizzato 6,07 miliardi di euro, il valore più alto mai registrato. Anche sul fronte della raccolta il trend è positivo: nel 2024 in Italia si sono raccolti 6,67 miliardi di euro, con un aumento del 77% rispetto all’anno precedente.
“Il private equity è uno strumento necessario per far crescere le eccellenze tech italiane, rappresentate soprattutto da PMI, sottodimensionate sul fronte delle risorse disponibili. Allo stesso tempo, può fornire su larga scala tecnologie dirompenti e abilitanti della transizione digitale del Paese. Le PMI possono trarre vantaggio dall’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza operativa, incrementare la produttività, e fornire un servizio clienti superiore”, conclude Castiglioni.
Domande frequenti su Il private equity? Accelera la transizione digitale dell’Italia
Nel 2024, i private market hanno attratto un numero crescente di investitori, con un aumento degli investimenti tematici che hanno raggiunto un nuovo livello di maturità. Si è verificata una riallocazione significativa dei capitali verso il megatrend della tecnologia, con 592 miliardi di dollari in gestione (+2,3%).
Si prevede che questi trend, destinati a proseguire nel 2025, possano agire da traino per la transizione digitale in Italia. Questo è particolarmente rilevante considerando la spinta già esistente verso la digitalizzazione nel paese.
L'articolo suggerisce che il private equity svolge un ruolo abilitante nella transizione digitale italiana. I dettagli specifici di questo ruolo sono approfonditi nella sezione 'Il ruolo abilitante del private equity'.
Le tecnologie che emergono come protagoniste sono cloud, blockchain e cybersecurity. Queste tecnologie sono considerate fondamentali per la trasformazione digitale in atto.
Si prevede che gli investimenti tematici continueranno a crescere, con una riallocazione significativa dei capitali verso il settore tecnologico. Questa tendenza dovrebbe persistere per tutto il 2025.