Il risultato combinato delle aste di Christie’s, Sotheby’s e Phillips, che ammonta a 1.4 miliardi di dollari, risulta infatti inferiore del 22% rispetto agli 1.8 miliardi del 2023. Nonostante la più “piccola” Phillips sia cresciuta poco meno del 2% rispetto allo scorso anno (per un totale di 110 milioni di dollari), le sorelle maggiori Christie’s e Sotheby’s hanno registrato un calo rispettivamente del 30.3% e 20.7% (per un totale di 640 e 633 milioni di dollari) se si comparano i risultati con quelli dell’ultimo maggio.
Da Christie’s a Sotheby’s, le delusioni delle aste di primavera
Non c’è da meravigliarsi, dunque, di una certa scontentezza nel management del business degli incanti, ulteriormente acuito dalle “chance mancate” da alcune opere offerte nelle aste della grande mela. Se da una parte sono stati registrati buoni risultati per alcuni lotti (primo tra tutti Les Distractions de Dagobert (1945) della pittrice surrealista Leonora Carrington, venduto tramite Sotheby’s per 28,5 milioni di dollari dal finanziere Ronald Cordover – che lo aveva acquistato nel lontano 1995 per “soli” 475.500 dollari – e acquistato da Eduardo F. Costantini, fondatore del Museum of Latin American Art di Buenos Aires), non sono sicuramente mancati i flop (che creano sempre un inaspettato scompiglio).
Va qui dunque subito citato Ocean Park #126 (1984) dello statunitense Richard Diebenkorn, proposto da Sotheby’s come lotto della Contemporary Evening Auction del 13 maggio.
Realizzato dal pittore nel proprio studio di Santa Monica, il quadro è stato acquistato nel 2018 da Christie’s (in quanto parte della collezione di David e Barbara Zucker) dal miliardario Lorenzo Fertitta per 23,9 milioni di dollari (realizzando all’epoca anche il record d’asta dell’artista). Portato in sala con una stima compresa tra i 18 e i 25 milioni di dollari, il dipinto è stato accolto con pochissimo interesse. Dopo alcuni minuti di imbarazzo, il quadro è stato “dichiarato” invenduto (ovvero battuto per 14,8 milioni di dollari).
Si noti che è andata invece bene la vendita di Untitled (1984) di Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat, consegnato a Sotheby’s sempre da Fertitta e comprato per 19,4 milioni di dollari (contro una stima d’asta compresa tra i 15 e i 20 milioni), confermando la massima “sometimes you win, sometimes you lose”.
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Anche Lettre sur les Sourds et Muets II (1974) di Frank Stella, non è stato particolarmente apprezzato. Portato all’attenzione dei collezionisti il 14 maggio da Phillips durante la Modern and Contemporary Art Evening Sale, il grande quadro (di 3.5 metri per 3.5 metri) è il più grande dipinto di Stella offerto all’asta dopo la sua recente dipartita di inizio mese. L’opera è parte della serie Diderot, che si basa sull’idea della Concentric Square pensata dall’artista nel 1962 (l’opera è costruita infatti in modo concentrico, partendo dal bordo nero e bianco fino ad arrivare al centro rosso fuoco). Stimata tra i 5 e i 7 milioni di dollari, l’opera non è stata ritenuta particolarmente interessante dalla sala (saranno forse le sue grandi dimensioni?), rimanendo dunque invenduta.
L’ultimo elemento di questa particolare lista non poteva che essere Mont Sainte-Victoire #1 (1987) di Mark Tansey, offerto da Christie’s il 14 maggio durante la 21st Century Evening Sale. Il quadro è diviso in due parti: in quella superiore si vedono dei militari intenti a togliersi la divisa per lavarla in un bacino ricoperto d’acqua, in quella inferiore sono riflesse invece delle donne nell’atto di lavarsi (a guardare la scena dai lati, troviamo i saggisti francesi Jean Baudrillard, Roland Barthes e Jacques Derrida).
Nonostante i lavori di Tansey abbiano recentemente realizzato buoni risultati all’asta (Triumph Over Mastery II (1987) è stato aggiudicato da Sotheby’s lo scorso novembre per 11.8 milioni di dollari), quest’ultimo quadro (stimato tra gli 8 e i 12 milioni) è rimasto invenduto.