Come mai la Bce ha spinto l’acceleratore su questo progetto?
Sono diversi i fattori, ma tra tutti spicca la pandemia da covid, che ha affrettato il passaggio verso i pagamenti digitali
Il mondo d’oggi. L’ultimo fattore scatenante è stata proprio la pandemia da coronavirus. A causa di questa si sono accelerati molti processi già in atto e tra questi ci sono anche i pagamenti digitali. A notare questo cambiamento è stata anche la presidente della Bce, Christine Lagarde: “gli europei stanno ricorrendo sempre di più a soluzioni digitali per pagare, risparmiare e investire. Dato che il nostro ruolo è garantire la fiducia nella moneta unica, questo significa accertarsi che l’euro sia adatto all’era digitale. Quindi dobbiamo essere preparati a emettere l’euro digitale, se dovesse presentarsene la necessità”. A queste fanno anche coro le parole di Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce che nei giorni scorsi è intervenuto proprio in merito alla possibilità di creare un euro digitale verso la metà del 2021, sottolinea come: “l’immobilismo non è un opzione”. “La tecnologia e l’innovazione stanno cambiando il modo in cui consumiamo, lavoriamo e interagiamo con gli altri”, spiega Panetta. “L’introduzione di un euro digitale sosterrebbe la spinta dell’Europa verso la continua innovazione, contribuendo inoltre alla sua sovranità finanziaria e al rafforzamento del ruolo internazionale dell’euro”, conclude il banchiere centrale.
Parole che non lasciano spazio all’immaginazione. E dunque ecco che si è dato il via ad un nuovo progetto che ha l’obiettivo di traghettare l’euro nel mondo virtuale.
Gli scenari
La Bce nel suo rapporto ha identificato diversi scenari che potrebbero rendere necessario l’introduzione di una valuta digitale.
- una domanda sempre maggiore di pagamenti elettronici
- un evento dirompente come un attacco informatico o una seconda pandemia che porterebbe alla disintegrazione dei sistemi di pagamento tradizionali
- la diminuzione dell’uso del contante
Queste ipotesi hanno come soluzione l’introduzione di una valuta digitale. C’è però anche da dire che, soprattutto nel caso del contante, il passaggio potrebbe lasciare indietro le fasce più deboli della popolazione. Per evitare questo il rapporto sottolinea come, se mai ci sarà un criptoEuro questo si affiancherà al contante, senza andarlo a sostituire.
A questo si aggiunge anche come l’euro digitale andrebbe a prevenire la nascita di criptovalute private (Libra di Facebook) o emesse da altre banche centrali che potrebbero andare ad indebolire “la sovranità finanziaria, economica e politica dell’Ue”. Questo ultimo aspetto non è da sottovalutare anche perché negli ultimi mesi, diverse banche centrali hanno iniziato a mostrare sempre più interesse nei confronti delle valute digitali. E infatti, la svedese Riksbank, la svizzera Swiss national bank e la Cina sono molto avanti nello sviluppo di una propria criptovaluta. La Banca centrale cinese ha addirittura iniziato un periodo di sperimentazione per iniziare ad introdurre il prima possibile questo strumento di pagamento tra la popolazione.
Gli approcci
Nel documento si apprende inoltre che la Bce sta considerando 2 approcci diversi. Il primo sarebbe più centralizzato e vedrebbe la registrazione di tutte le transazioni in euro digitale nella contabilità della Banca centrale. Mentre il secondo è un metodo più decentrato che vedrebbe l’Eurotower come perno centrale che fissa le regole di massimo per le transazione. Queste verrebbero poi registrate e seguite da intermediari controllati dalla Bce.