La guerra in Ucraina ha innescato nell’ultimo anno e mezzo un aumento generale della spesa militare con i paesi della Nato che puntano a raggiungere l’obiettivo del 2% del Pil per il budget della difesa. Si prevede che il mercato globale della difesa crescerà con un CAGR del 5,6% per raggiungere una dimensione prevista di 718,12 miliardi di dollari entro il 2027 (fonte: Defense Global Market Report 2023) e questi tassi di crescita potrebbero accelerare ulteriormente per riflettere l’aumento dei rischi associati al conflitto tra Russia e Ucraina.
La sicurezza nazionale non riguarda solo i confini e l’aspetto militare. Come osservato dall’agenzia europea per la sicurezza informatica nel suo ultimo rapporto Threat Landscape, gli attacchi alla cybersicurezza aumentano con l’aumentare delle tensioni geopolitiche. Il mercato globale della sicurezza informatica è visto crescere a un CAGR dell’8,9% dal 2023 al 2027 (fonte: Statista).
Nell’ultimo anno e mezzo queste tendenze non hanno mancato di accendere i riflettori sulle prospettive dei della difesa. Un modo per posizionarsi è rappresentato dagli Etf settoriali e tematici che permettono di prendere esposizione in maniera diversificata su indici composti dai principali player della difesa.
Arriva l’Etf NATO
Dopo la quotazione a Londra e Francoforte avvenuta lo scorso 4 luglio, sbarca da oggi anche in Italia l’Etf Future of Defence (Ticker: NATO) proposto da HanEtf e che si rifà a un indice progettato per fornire esposizione alla difesa investendo in aziende globali che generano ricavi dalla spesa per la difesa e per la sicurezza informatica degli alleati NATO e NATO Plus. Fanno parte dell’indice sottostante le aziende con più del 50% dei fatturati rappresentato dalla produzione e sviluppo di aeromobili militari e/o attrezzature per la difesa, o deriverà da operazioni nel settore della sicurezza informatica stipulate con un Paese membro della NATO Plus.
In una recente indagine condotta da HANetf, il 78% dei gestori patrimoniali ha affermato che la geopolitica ha assunto nell’ultimo anno un’importanza maggiore nell’ambito della selezione dei fondi. “Sia che continui la guerra in Ucraina o che cresca il rischio di conflitto su Taiwan o sul Mar Cinese Meridionale, è chiaro che il mondo sta diventando un luogo sempre più bellicoso – commenta Hector McNeil, fondatore e co-CEO di HANetf – . Dopo anni di tagli agli investimenti, i membri NATO in Europa stanno seriamente ponderando la loro quota di spesa per la difesa. La Polonia, ad esempio, punta a investire il 4% del suo PIL nella difesa e costruire potenzialmente il più grande esercito europeo”. Il manager ha aggiunto: “Non si tratta però solo di spendere in carri armati e missili. Il cyberspazio è un nuovo ambito della guerra e lo è sia dall’invasione russa dell’Ucraina del 2014 che da quella del 2022, che ha visto quest’ultima inesorabilmente presa di mira da attacchi informatici sponsorizzati dallo Stato russo”.
Oltre 50 titoli, prevalenza di azioni USA
Al 30 giugno, l’indice EQM Future of Defense a cui si rifà l’Etf Future of Defense è popolato da 51 titoli di 10 paesi diversi, con una netta maggioranza di società USA (33 titoli) che pesano per il 59% sull’intero indice. Tra i singoli titoli spiccano i nomi di Broadcom (4,87%), Thales (4,57%) e Palo Alto Networks (4,54%). Presente anche l’italiana Leonardo con un peso di poco superiore al 3%. A livello settoriale il 48% sono industriali e il 52% information technology. La size media delle società presenti nell’indice è di 50 miliardi di dollari.
Dal backtest dell’indice, lanciato quest’anno, emerge che tra il gennaio 2017 e il gennaio 2023 avrebbe segnato in +75,6%, sovraperformando rispetto al Bloomberg World Aerospace Defense Index (+46,8%).
L’altro Etf per andare ‘in difesa’
Sull’ETFPlus di Borsa Italiana da qualche mese è presente il VanEck Defense UCITS Etf che è stato il primo replicante europeo con esposizione focalizzata su società attive nel settore della difesa e della sicurezza. L’Etf di VanEck replica il MarketVector Global Defense Industry Index investendo in società che in futuro genereranno la maggior parte del proprio fatturato in ambiti quali equipaggiamento difensivo, tecnologia aerospaziale, sistemi e servizi di comunicazione, tecnologia satellitare, veicoli aerei senza pilota, software per la sicurezza, hardware e servizi IT, software per la sicurezza informatica, soluzioni di formazione e simulazione, informatica forense, dispositivi di tracciamento e applicazioni di autenticazione elettronica o di identificazione biometrica. Sono esclusi gli investimenti controversi come quelli in contrasto con la Convenzione di Oslo sulle armi a grappolo e con il Trattato di Ottawa sulle mine antiuomo. Sono escluse anche le società che producono o forniscono componenti critici per armi biologiche, chimiche e incendiarie, fosforo bianco, uranio impoverito e armi nucleari al di fuori del trattato internazionale di non proliferazione.