Le prospettive per il mercato azionario del 2025 riflettono il complesso intreccio delle condizioni macroeconomiche globali, delle dinamiche geopolitiche in evoluzione e delle tendenze specifiche di settore. Mentre l’economia statunitense dimostra resilienza, persistono sfide come un’inflazione elevata, al contrario, l’Europa affronta ostacoli strutturali che continuano a pesare sulla crescita, ma si intravedono opportunità in settori sottovalutati, in particolare nel comparto delle infrastrutture e dell’energia nucleare, dove il supporto fiscale e le iniziative politiche potrebbero agire da catalizzatori per una crescita futura.
Disegnare un nuovo quadro macroeconomico
Negli Stati Uniti, l’inflazione potrebbe rimanere moderata nel 2025, con i mercati che prevedono due o tre tagli dei tassi a seguito di un’ondata di ottimismo post-elettorale sia da parte dei consumatori che delle imprese. Una volta risolte le incertezze legate alle elezioni, le imprese potrebbero accelerare la spesa in conto capitale su progetti precedentemente rimandati, se si ripeteranno le tendenze osservate dopo la vittoria elettorale di Trump nel 2016. Un miglioramento del sentiment legato a regolamentazioni più favorevoli e a sgravi fiscali, unito a una maggiore domanda di investimenti, contribuì infatti a un significativo aumento dell’attività progettuale all’inizio del 2017.
In Europa, la crescita si confronta per lo più con sfide esterne. Tra le principali figurano il rallentamento dell’economia cinese, un dollaro statunitense forte e i flussi di capitale verso le azioni statunitensi. Tuttavia, potrebbero emergere opportunità se le azioni sottovalutate acquisissero attrattiva e un euro più debole supportasse un possibile rimbalzo delle esportazioni. I tagli dei tassi previsti dalla Banca Centrale Europea entro la metà del 2025 potrebbero stimolare l’attività economica abbassando significativamente i costi di finanziamento per circa 1,1mila miliardi di euro di progetti infrastrutturali pianificati, con un potenziale incremento significativo della crescita del prodotto interno lordo.
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Investire nel 2025: settori e regioni chiave
Negli Stati Uniti, politiche bipartisan come l’Infrastructure Investment and Jobs Act (IIJA) e il CHIPS Act potrebbero alimentare la crescita sia nelle infrastrutture che nei semiconduttori. Più della metà dei finanziamenti previsti dall’IIJA, pari a 1,2mila miliardi di dollari, rimangono attualmente non assegnati, insieme a 3miliardi dal CHIPS Act, offrendo potenziali opportunità di investimento. Tuttavia, proposte di dazi e politiche di immigrazione più restrittive potrebbero aggravare la carenza di manodopera e l’inflazione in settori come la manifattura e le costruzioni. La mutevole regolamentazione e il panorama commerciale, sotto un’amministrazione repubblicana, potrebbero accelerare gli sforzi di reindustrializzazione per mitigare possibili shock di approvvigionamento e rafforzare la produzione domestica.
In Europa, il fondo NextGenerationEU e la Politica di Coesione mirano a promuovere progressi in progetti che spaziano dall’energia rinnovabile alla trasformazione digitale e ai partenariati pubblico-privati. È significativo notare che circa il 60% del budget del Recovery and Resilience Facility, pari a 723,8miliardi di euro, rimane non allocato, evidenziando opportunità rilevanti in progetti infrastrutturali e di energia pulita, inclusa l’energia nucleare. Inoltre, i fondi della Politica di Coesione, pari a 392miliardi di euro, continuano a essere distribuiti, sostenendo ulteriormente iniziative di sviluppo regionale.
Opportunità per settore: tra difesa e infrastrutture
La spesa globale per la difesa è in aumento, trainata dai conflitti in corso in Europa, Medio Oriente e Asia. La Germania, ad esempio, ha raggiunto per la prima volta dalla Guerra Fredda l’obiettivo NATO di destinare il 2% del PIL alla difesa. Questo aumento dei budget per la difesa sembra alimentare la crescita di tecnologie militari avanzate, come l’intelligenza artificiale, la cybersicurezza e i sistemi autonomi. Il cambio di priorità nelle politiche statunitensi, volto a modernizzare le capacità, potrebbe amplificare ulteriormente questa tendenza, anche se non garantito.
Nel frattempo, sia negli Stati Uniti che in Europa, l’ammodernamento delle infrastrutture, la produzione di semiconduttori e le transizioni energetiche rappresentano aree critiche di crescita. Se l’Inflation Reduction Act (IRA) dovesse essere abrogato dalla nuova amministrazione, i fondi pubblici rimanenti potrebbero essere redistribuiti, offrendo agli investitori opportunità di puntare sulla crescita industriale domestica. In Europa, le valutazioni interessanti potrebbero offrire ulteriori potenziali per investitori con un orientamento al valore. Mentre Stati Uniti ed Europa si preparano a navigare in questi momenti cruciali, le differenze regionali nelle valutazioni e nella crescita economica potrebbero modellare le preferenze degli investitori.
Investire nel 2025: un approccio strategico
Nel 2025, l’inflazione persistente e le pressioni fiscali richiederanno una costruzione del portafoglio attenta. Concentrandosi sulla diversificazione, su strategie orientate al futuro e sulla gestione del rischio, gli investitori possono navigare in questo contesto complesso.
É importante puntare su settori potenzialmente in crescita come la tecnologia della difesa, l’energia nucleare e lo sviluppo delle infrastrutture per allinearsi ai possibili venti favorevoli delle politiche a lungo termine. Allo stesso tempo, però è necessario diversificare il tema del reddito tramite strategie di reddito azionario con derivati, che potrebbero aiutare a gestire la volatilità dei mercati obbligazionari, in un contesto di incertezza fiscale negli Stati Uniti. Diversificare è ancora più importante per mitigare i rischi associati all’incertezza geopolitica e macroeconomica.
Gestire la volatilità: come adattarsi ai cambiamenti del commercio globale
Con l’insediamento della nuova amministrazione a gennaio 2025, crescono le speculazioni su nuove tensioni commerciali negli Stati Uniti. Tra le proposte politiche si includono dazi del 25% su tutte le importazioni da Canada e Messico, ulteriori imposte su beni cinesi e potenziali tariffe generali fino al 20% su tutte le importazioni. Queste misure, mirate a ridefinire le relazioni commerciali, potrebbero alimentare l’inflazione e disturbare le catene di approvvigionamento globali, reintroducendo la volatilità di mercato già osservata durante la guerra commerciale del 2018.
Dalla teoria alla pratica: esempi per i diversi settori
Dal locale al globale: nuova età dell’oro per la manifattura statunitense?
Il ritorno della produzione di semiconduttori e gli sforzi di reindustrializzazione più ampi potrebbero essere motori chiave della crescita infrastrutturale negli Stati Uniti. Gli investimenti privati in semiconduttori ed elettronica hanno già raggiunto i 446miliardi di dollari a novembre 2024, probabilmente favoriti dagli incentivi governativi e da un focus sulla sicurezza nazionale e sulle preoccupazioni relative alle catene di approvvigionamento. Questa tendenza sembra far parte di un’ondata più ampia nella costruzione di infrastrutture manifatturiere statunitensi, che è aumentata del 154% dalla promulgazione dell’IIJA nel novembre 2021, superando ampiamente il 24,3% di crescita nelle costruzioni totali. Nel lungo periodo, la costruzione di infrastrutture manifatturiere è cresciuta del 417,7% dal gennaio 2010, riflettendo uno slancio costante. Guardando avanti, il focus delle politiche sulla rilocalizzazione e sulla reindustrializzazione delle catene di approvvigionamento critiche potrebbe rafforzare l’attività manifatturiera e sbloccare ulteriori opportunità per gli sviluppatori di infrastrutture. Questi sviluppi sottolineano il ruolo cruciale delle politiche fiscali e degli investimenti del settore privato nel guidare una crescita trasformativa nei settori industriali statunitensi.

Intelligenza artificiale: il superciclo di investimenti prosegue nel 2025?
La continua crescita dell’intelligenza artificiale (AI) sta guidando spese di capitale significative tra gli operatori di grandi data center (noti come “hyperscalers”), che offrono soluzioni di cloud computing e dati alle aziende con esigenze infrastrutturali digitali complesse. Sebbene alcuni ritengano che il tema sia ancora nelle prime fasi, l’adozione dell’AI sta già dimostrando il suo potenziale per ridurre i costi, sbloccare ricavi e creare opportunità di crescita.
Gli investimenti nell’AI si sono concentrati principalmente sullo sviluppo dello strato hardware, inclusi i chip, ma il software sta catturando un valore crescente. Aziende di settori come il customer relationship management (CRM) e le industrie creative stanno integrando funzionalità di AI generativa, potenzialmente aprendo la strada a una maggiore produttività e a un coinvolgimento più profondo dei clienti. Per gli investitori, le opportunità potrebbero risiedere nel puntare all’intera catena del valore dell’AI, dai produttori di hardware che beneficiano della crescente domanda agli innovatori del software che guidano l’adozione nei vari settori.
Panorama dei metalli nel 2025: rischi di approvvigionamento e catalizzatori di crescita
- Il mercato dell’uranio sembra essere posizionato per una crescita potenziale nel 2025, sostenuto da un aumento della capacità di energia nucleare, da preoccupazioni relative all’approvvigionamento e dalla spinta verso l’indipendenza energetica. I risultati della COP29 hanno rafforzato gli impegni per espandere l’energia nucleare, con gli Stati Uniti che si sono impegnati ad aumentare la capacità nucleare di 35 gigawatt entro il prossimo decennio e a triplicarla entro il 2050. Il supporto legislativo, incluso l’“Advance Act” (Advanced Nuclear for Clean Energy), accelera ulteriormente la costruzione di nuovi reattori. Anche i rischi elettorali potrebbero non ostacolare il momento positivo dell’uranio, mentre la crescita potrebbe essere ulteriormente alimentata dall’aumento del consumo energetico guidato dall’espansione dell’intelligenza artificiale. Le incertezze geopolitiche, come il divieto delle esportazioni di uranio dalla Russia, rappresentano rischi per l’approvvigionamento, ma potrebbero rafforzare la domanda di capacità di arricchimento e conversione dell’uranio nei Paesi occidentali, assicurando all’uranio un ruolo vitale nella transizione energetica globale. Insomma, con gli Stati Uniti impegnati a triplicare la capacità nucleare entro il 2050 e con la crescita della domanda energetica guidata dall’AI, l’uranio sta consolidando il suo ruolo di pietra angolare nella transizione energetica globale.
- I mercati del rame nel 2025 potrebbero sperimentare una maggiore volatilità, in gran parte guidata da vincoli di offerta e dalla domanda legata alla transizione energetica e alle infrastrutture per i data center AI. Nonostante la minaccia di dazi commerciali, il ruolo fondamentale del rame nelle tecnologie rinnovabili e AI continua a sostenere la sua resilienza. Si prevede una carenza acuta di concentrati, con una diminuzione dell’utilizzo della capacità raffinata al 70% dal 75%, portando a un possibile deficit nel mercato del rame raffinato. Sul fronte della domanda, il supporto politico della Cina potrebbe svolgere un ruolo cruciale nella stabilizzazione del mercato, a seconda del livello e della tempistica dei suoi stimoli.
- Nonostante l’ottima performance nel 2024, il dollaro forte e i rendimenti elevati negli Stati Uniti hanno causato una reazione negativa dell’oro e dell’argento dopo le elezioni statunitensi. Tuttavia, oro e argento continuano a offrire un appeal a lungo termine nel 2025, sostenuti da fattori come l’aumento del debito pubblico statunitense, i rischi di inflazione e l’incertezza globale. I tagli previsti ai tassi della Federal Reserve potrebbero ridurre il costo opportunità di detenere questi metalli, mentre le banche centrali potrebbero diminuire la loro esposizione al dollaro statunitense e continuare ad accumulare oro come copertura contro i rischi geopolitici. Sul lato fondamentale, l’uso dell’argento nei pannelli solari è previsto in crescita, contribuendo potenzialmente a un altro deficit di mercato.Nonostante la recente volatilità dei prezzi, gli exchange-traded fund (ETF) sull’argento sono rimasti resilienti, segnalando un possibile outlook rialzista per il prossimo anno.
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