L’uguaglianza di genere ad oggi risulta un obiettivo ancora lontano. Dal Global Gender Gap Index, pubblicato dal World Economic Forum e che mira a catturare l’entità delle disparità di genere e monitorarne i progressi, emerge che al ritmo attuale ci vorranno ben 131 anni per raggiungere la piena parità. Un minore gender gap si sposa con una più fiorente attività economica. I dati dell’Istituto Europeo per le politiche di genere parlano chiaro: il Pil pro capite europeo aumenterebbe del 9,6% (circa 3mila miliardi di euro) entro il 2050 in caso di perfetta uguaglianza di genere. “L’investimento in un progetto di cambiamento culturale a medio-lungo periodo sulla parità di genere è quindi sostenibile sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista economico”, asserisce Giovanna Boggio Robutti, direttore generale di Feduf, la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio costituita su iniziativa dell’Associazione Bancaria Italiana.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, Borsa Italiana, con le altre 6 borse del gruppo Euronext, dedica il tradizionale suono della campanella ai temi della gender equality e della valorizzazione del talento femminile. In generale oltre 100 borse in tutto il mondo dedicano l’apertura del mercato dell’8 marzo alla parità di genere con il Ring the Bell for Gender Equality.
Quest’anno ricorre il decimo anniversario di Women in ETFs, che unisce oltre 10mila membri in tutto il mondo e mira a sostenere e ispirare la carriera delle donne, sostenere la diversità e incoraggiare collegamenti tra donne e uomini nel settore degli Etf. In occasione dell’evento Ring the Bell for Gender Equality dell’8 marzo, promosso da UN Global Compact in partnership con Borsa Italiana e Women in ETFs, presenterà un’analisi di genere del Manifesto “Imprese per le Persone e la Società”, per supportare le imprese nell’adozione di una lente di genere nelle proprie operations e nella gestione delle catene di fornitura e del valore. Il Manifesto, lanciato a giugno 2023 dal Network Italiano di UN Global Compact, è già stato firmato da 70 amministratori delegati e presidenti italiani.
Ma che rapporto c’è tra donne ed Etf?
Negli ultimi anni sta emergendo chiara maggiore propensione delle donne a perseguire una indipendenza finanziaria e seguire in prima persona i propri risparmi, senza più delegare tale compito. E quando si tratta di iniziare a investire le donne si mostrano ben predisposte. “Le donne percepiscono meglio quando si parla chiaro di obiettivi e quando si va a instaurare un rapporto di fiducia; in generale non vedo difficoltà particolari una volta che si scandisce l’investimento su più orizzonti temporali e su più obiettivi”, asserisce Michela Lodigiani, consulente finanziario e patrimoniale di Fideuram. Invece, spesso si dà per assodato che le donne siano più avverse al rischio dei maschi. “In realtà in base alla mia esperienza la regola che le donne sono decisamente più prudenti non è così vera – taglia corto la Lodigiani – . Le donne vogliono rischiare il giusto in base all’obiettivo che ci si pone e se c’è da caricare di azionario in quanto si guarda al lungo periodo non si tirano indietro”.
Partendo da dati eloquenti che vedono le donne investire strutturalmente meno nei mercati dei capitali, con conseguente riduzione dei risparmi pensionistici privati, Trade Republic – neobroker tedesco con clienti in 17 Paesi europei e 35 miliardi di euro di asset in amministrazione – ha analizzato i comportamenti dei suoi 4 milioni di clienti. Emerge che le donne ottengono in media un rendimento superiore del 2% rispetto ai maschi, grazie a una strategia di investimento più diversificata.
Nel dettaglio le donne detengono il 23% in più in Etf rispetto agli uomini e hanno il 10% in più di probabilità di investire tramite piano di accumulo.
Ma l’analisi di Trade Republic evidenzia anche delle sfide: in media le donne iniziano a investire nei mercati dei capitali due anni dopo e con un capitale inferiore del 30% rispetto agli uomini.
“In Trade Republic vediamo una nuova generazione di investitrici giovani e sicure di sé che iniziano a investire per la prima volta con noi. Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare. Il divario pensionistico è particolarmente acuto per la componente femminile, che tradizionalmente riceve pensioni più basse dallo Stato. Tuttavia, riconosciamo che le donne sono investitori di maggior successo, perché in genere seguono un approccio di investimento più a lungo termine e diversificato. Pertanto, vogliamo incoraggiare milioni di donne in Europa a fidarsi di sé stesse e a iniziare il loro percorso di risparmio”, afferma Christian Hecker, cofondatore di Trade Republic.
Proprio in occasione della festa della Donna parte un’iniziativa di Trade Republic dedicata agli investimenti femminili con la campagna “RETIRE RICH”, in collaborazione con Saint Sass, volta ad aumentare la consapevolezza circa il divario pensionistico di genere. Trade Republic donerà il 100% dei profitti derivanti dalla vendita dei collant in edizione limitata a “seiStark e.V.”, un’organizzazione senza scopo di lucro che utilizzerà l’importo per sostenere l’educazione finanziaria delle donne in progetti locali.