Il tutto parte perché l’Agenzia delle entrate ha mandato un avviso per omessa registrazione ad un contribuente che aveva donato 12 milioni di euro alla moglie
Dopo 24 ore la somma viene trasferita alla società intestata al marito
Il caso
Il tutto parte perché l’Agenzia delle entrate ha mandato un avviso per omessa registrazione ad un contribuente che aveva donato 12 milioni di euro alla moglie, su un conto fiduciario, trasferendo nel giro di 24 ore la somma come “finanziamento soci” sul conto della società intestata al marito.
Ricevuto l’atto i coniugi impugnano la sentenza, sostenendo che l’operazione era assente dell’animus donandi, e che il trasferimento di soldi non è andato ad arricchire la moglie.
La sentenza
La Ctr sostiene che la donazione c’era stata e di conseguenza bisognasse calcolare il tributo, pari al 7% con una franchigia di un milione di euro.
Ma i due coniugi non si stanno, sostenendo che essendo transati i soldi solo per 24 ore non poteva configurarsi come donazione. Inoltre sostengono anche che l’articolo 56-bis, citato dai giudici della Ctr sia stato abrogato. Per questo ed altro propongono ricorso in Cassazione.
I giudici però rigettano le tesi dei due coniugi.
Secondo la Cassazione nel finanziamento ai soci mancherebbe la deliberazione da parte della società fiduciaria. Senza questa, si può configurare l’arricchimento del patrimonio.
Per quanto riguarda l’articolo 56-bis i giudici della Cassazione ritengono che non si possa sostenere che questo sia stato abrogato. E dunque, questa deve essere interpretata nel senso che tutti quegli atti con cui si realizza un arricchimento da parte del ricevente e un impoverimento da parte del donatore, senza l’adozione della forma del contratto di donazione tipico, sono da sottoporre all’imposta.
Soluzione
E dunque i due coniugi avrebbero dovuto pagare un’aliquota dell’8% al di sopra della franchigia del milione di euro. La percentuale, come si nota viene modificata di un punto perché il 7%, come citato dalla Ctr non esiste più. Tuttavia, non avendo l’Agenzia delle entrate posto in giudizio questioni sulla percentuale di tasse, la Cassazione ritiene la percentuale stabilita dalla Ctr quella corretta, essendo la più favorevole per i due soggetti.