Al vaglio del governo la messa al bando dei software russi che potrebbero intaccare l’operatività dei sistemi informatici della pubblica amministrazione, delle istituzioni o delle forze di sicurezza
Secondo l’autorità tedesca per la cybersecurity, Kaspersky potrebbe essere costretta da agenti del governo russo ad hackerare i sistemi informatici all’estero per poi utilizzare la sua tecnologia per lanciare attacchi informatici a sua insaputa
Sul tavolo del Consiglio dei ministri anche un rafforzamento delle norme sul golden power e il decreto taglia-bollette per arginare i maxi-rincari legati alle tensioni nell’Est Europa. Mentre vola l’inflazione
Il caso Kaspersky
Stando a quanto appreso da Il Sole 24 Ore, al vaglio dell’esecutivo sarebbe la messa al bando dei software russi che potrebbero intaccare l’operatività dei sistemi informatici della pubblica amministrazione, delle istituzioni o delle forze di sicurezza. In un incontro tra governo e regioni (al quale hanno preso parte tra gli altri il ministro per gli Affari regionali e le autonomie nel governo Mariastella Gelmini, il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri Franco Gabrielli e il direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale Roberto Baldoni), Gabrielli ha sottolineato come l’esecutivo si accinga infatti a emanare “una norma per consentire che nelle pubbliche amministrazioni non solo l’antivirus così ampiamente citato (Kaspersky, ndr) ma anche altre piattaforme informatiche vengano poste fuori dall’ambito della loro attività”.
Il decreto taglia-bollette
Sul tavolo del Consiglio dei ministri dovrebbe arrivare venerdì anche un possibile rafforzamento delle norme sul golden power (strumento normativo che consente al governo di un paese sovrano di bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie, ndr) e il decreto taglia-bollette per arginare i maxi-rincari legati alle tensioni nell’Est Europa. Al quale potrebbe aggiungersi, entro i prossimi 15 giorni, un secondo decreto con i sostegni a favore dei soggetti danneggiati. Il tema, ha ribadito Stefano Patuanelli (ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali) a margine di un convegno di Afidop, è riuscire a capire come reperire le risorse necessarie per un intervento che sia percepibile da imprese e cittadini. “Stiamo valutando il taglio delle accise, un elemento che non è differibile a mio avviso, così come bisogna valutare altre tipologie di intervento non soltanto a livello nazionale ma anche a livello europeo, ma per quanto riguarda le mosse del governo il decreto sui prezzi dei carburanti sarà pronto sicuramente questa settimana”, ha assicurato Patuanelli. Quanto al tema risorse, il premier Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco hanno intanto escluso un nuovo scostamento di bilancio (caldeggiato invece dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte).
Intanto l’inflazione continua a correre. Stando alle ultime stime preliminari dell’Istituto nazionale di statistica diffuse nella giornata del 16 marzo, l’indice dei prezzi al consumo ha riportato un +0,9% su base mensile e un +5,7% su base annua. Una fiammata (che non si registrava dal 1995) legata principalmente ai rincari dei prezzi dei beni energetici, passati dal +38,6% di gennaio al +45,9%. Confesercenti auspica a tal proposito il “taglio dei prezzi dei carburanti e la riduzione delle bollette per mettere in sicurezza famiglie e imprese che si trovano, dopo due anni di crisi sanitaria, nuovamente in emergenza”. Misure che si augura arrivino già questa settimana. “Riteniamo indispensabile, in particolare, ridurre per tutto il tempo dell’emergenza la componente fiscale che pesa su energia, gas e carburanti, attivando un meccanismo automatico da applicarsi sugli aumenti dei costi energetici rispetto all’anno precedente, che riconosca un credito d’imposta pari agli aumenti subiti dalle imprese nell’arco degli ultimi mesi. Allo stesso modo, occorre agire in sede europea per fronteggiare le ricadute economiche della guerra in Ucraina, con provvedimenti volti a gestire la crisi energetica attraverso un tetto ai prezzi delle importazioni di gas”, scrive l’associazione di categoria in una nota. A questo punto, interviene l’Ufficio studi di Confcommercio, un tasso d’inflazione medio per il 2022 superiore al 5% è “ampiamente prevedibile”.