Negli ultimi tempi le criptovalute hanno registrato una certa volatilità, portando molti a interrogarsi sul futuro di questo tipo di investimento relativamente nuovo, ma sempre più popolare. Le criptovalute sono solo una tendenza o una componente importante dei portafogli degli investitori benestanti? Spectrem Group ha recentemente condotto una ricerca su investitori con un patrimonio netto compreso tra i 100.000 e i 25 milioni di dollari, chiedendo loro se avessero familiarità con le criptovalute, se le possedessero attualmente e quali fossero le loro intenzioni per il futuro.
I risultati dello studio
Dallo studio emerge come quasi un investitore su due (49%) ha familiarità con il mondo cripto, solo il 12% è investito e solo il 15% intende allocare una parte della propria ricchezza in criptovalute. Tuttavia gli autori rilevano differenze importanti a seconda di anagrafe e patrimonio.
Un investimento da millenial…
Sebbene le valute digitali siano presenti nei portafogli di tutte le generazioni di investitori, ci sono alcune generazioni che ammiccano più di altre a Bitcoin & Co. Gli investitori più giovani sono infatti molto più propensi a possedere e a considerare di investire in criptovalute rispetto a quelli più anziani. Il 38% dei Millennials possiede attualmente criptovalute e il 46% ha intenzione di investire nei prossimi sei mesi. Di contro, i baby boomer – i nati tra il 1946 e il 1964 – sono decisamente poco interessati a scommettere sulle valute digitali: solo il 3% le ha in portafoglio e ben il 97% non ha intenzione di investirci nei prossimi sei mesi.
… e da Hnwi
La seconda discriminante, seppur meno rilevante rispetto a quella generazionale, è il livello di ricchezza. Chi investe di più in criptovalute sono i ricchissimi, coloro che dispongono di un patrimonio compreso tra i 10 e i 25 milioni di dollari e che sono i più familiari a questo tema d’investimento. Il 22% di questi Hnwi attualmente possiede criptovalute e il 28% di loro prevede di investirci in futuro. Le percentuali si abbassano nell’intorno del 10% per le altre categorie reddituali. Coloro che hanno un patrimonio inferiore ai 500 mila dollari sono meno avvezzi a quanto concerne il mondo cripto (40% contro il 60% di chi ha più di 10 milioni di dollari) e più raramente hanno un portafoglio con una quota investita con valute digitali (12%).