Nei primi mesi del 2025 il volume di sottoscrizioni dei certificati di investimento ha raggiunto livelli rilevanti con una crescita del 5% da inizio anno e del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In un contesto di incertezza sui listini, notevole volatilità, inflazione alle stelle e inflazione non ancora del tutto domata la ricerca di protezione o garanzia del capitale a scadenza sono fattori che giustificano in buona parte la crescita sopra descritta.
E’ questo uno dei dati significativi delle ultime settimane. I certificati di investimento a capitale protetto , balzati al 47% sul totale dei volumi emessi, consentono infatti un’esposizione ai mercati finanziari con un rischio ridotto rispetto al fai da te; proteggono o garantiscono il capitale a scadenza incondizionatamente o al verificarsi di eventi specifici. Questo è andato discapito dei prodotti a capitale condizionatamente protetto, scesi al 23%.
In questo caso è previsto il rimborso completo del capitale investito a condizione che il sottostante non raggiunga un livello predeterminato. Rispetto ai primi mesi del 2024 il quadro della tipologia di emissioni è decisamente mutato e si è sostanzialmente ribaltato, Nell’ultimo trimestre infatti i prodotti a capitale protetto esprimevano solo il 20% delle nuove emissioni. Il timore del rischio da parte dei risparmiatori è tornato bruscamente a farsi sentire con un deciso ribaltamento rispetto al 2024 . Ora la cautela è tornata a livelli elevati.
Nei certificati a capitale protetto, gli Equity Protection (45%), che permettono all’investitore di beneficiare di eventuali rialzi del prezzo del sottostante ma con la possibilità a scadenza di proteggere il capitale in modo totale oppure parziale in caso di andamento avverso del sottostante a cui il certificato è collegato sono preferiti ai Certificati Digitali (37%) , che permettono all’investitore di godere sia di possibili entrate cedolari durante la vita del certificato sia della protezione del capitale, totale o parziale, anche in caso di andamento negativo del sottostante a cui il certificato è collegato. I prodotti maggiormente emessi nella categoria a capitale condizionatamente protetto sono stati i cash collect (41%), rivolti a quegli investitori che intendono assicurarsi un flusso cedolare periodico durante la vita del prodotto.
Il collocato in generale, si posiziona ai livelli del 2019. Crescono anche (+ 28%) gli Express, strumenti finanziari appartenenti alla categoria dei Certificate a capitale condizionatamente protetto che permettono di investire su un’attività finanziaria sottostante, quale ad esempio un’azione, un indice azionario, una valuta, una materia prima o un tasso di interesse. La loro peculiarità è quella di poter scadere anticipatamente al verificarsi di predeterminate condizioni stabilite in fase di emissione del Certificate, riconoscendo all’investitore, oltre al prezzo di emissione, un ulteriore importo.
Convincono anche i credit linked note, strumenti finanziari che offrono all’investitore la possibilità di ottenere dei premi periodici legati alla capacità di una o più società di riferimento, chiamate reference entity, di adempiere alle proprie obbligazioni. I volumi sono piuttosto esigui ma in continua evoluzione.