L’Italia è la nazione in assoluto più interessata da eventi estremi nell’Area Euro. Tra il 1975 e 2023 il totale delle calamità naturali arriva a 240 miliardi di euro contro i 180 della Germania e i 140 della Francia.
Di questo ammontare oltre il 60% è direttamente riferibile alla crisi climatica. Nel nostro Paese la possibilità di eventi catastrofici è cresciuta del 20% in 20 anni e purtroppo solo il 7% delle abitazioni private ed il 6% delle imprese è tutelata da un’assicurazione contro sisma e allagamenti. E’ una percentuale bassissima soprattutto se paragonata alla media europea.
Parallelamente è vasta la platea di operatori economici esposti a rischi conseguenti ad eventi estremi. Secondo un rapporto di Censis in tutto il Paese sarebbe a rischio il 25% delle PMI: e per queste aziende che si trovano in aree specificatamente soggette al rischio idrogeologico il rischio di default cresce notevolmente.
Per sopperire a questo fenomeno decisamente infelice è stato emanato un decreto che rende obbligatorio per le imprese la sottoscrizione di una polizza catastrofale dal 1’ Gennaio 2025. La polizza riguarda i danni generati da calamità naturali come sismi, frane, inondazioni e allagamenti ed eventi catastrofali che spesso richiedono risorse significative per il ripristino e il recupero dei danni generati a terreni, fabbricati impianti e macchinari.
È interessante notare poi come il DDL obblighi le imprese assicurative ad anticipare il 30% del danno subito dagli eventi catastrofali consentendo così l’accesso immediato alle risorse indispensabili per riprendere il più celermente possibile la propria attività. Imprese di assicurazione che non potranno rifiutarsi di stipulare polizze con le imprese che lo richiedano entro ovviamente i limiti della propria tolleranza al rischio.
Il Target Market a cui il DDL si rivolge sono persone fisiche e giuridiche (ditte individuali o società) proprietarie di immobili utilizzati ad uso commerciale, uffici e industriali. Si è voluto in questa prima fase che fosse tutelato il mondo del lavoro e della produzione, ipotizzando che il costo delle nuove coperture possa essere recepito tra gli oneri aziendali meglio di quanto un privato possa fare nella propria gestione finanziaria familiare.
Non sono coperti i danni da calo di produttività o collegati a responsabilità vs terzi, mentre per le imprese di grandi dimensioni è consentito negoziare la percentuale di danno da indennizzare che resta a carico dell’assicurato. Se le imprese non adempiono alla normativa potranno perdere il diritto a contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali.