La prospettiva di un’esposizione alla corona norvegese per l’investitore italiano, dunque, sta diventando piuttosto attraente, come dimostra anche l’attuale posizionamento lungo da parte dei trader a livello internazionale
Una possibilità di esposizione alla corona è quella dei titoli di Stato norvegesi a due anni, che godono del massimo rating (AAA) e, al tempo stesso, offrono un rendimento effettivo del 4,228%, nettamente superiore al 3,765% attualmente offerto dal titolo di Stato italiano di pari durata
La corona norvegese nell’ultimo mese ha guadagnato il 5% sull’euro, invertendo la rotta dopo un lungo periodo di deprezzamento: secondo gli analisti di Bank of America, un’inflazione che si sta rivelando persistente nel Paese dovrebbe convincere la banca centrale norvegese a proseguire con i rialzi dei tassi, favorendo ulteriori recuperi sull’euro da qui alla fine dell’anno. “Strutturalmente, continuiamo ad apprezzare la corona norvegese”, hanno affermato gli economisti di BofA in una nota del 24 luglio, “i dati [economici] della Norvegia rimangono forti e la Norges bank ha ancora terreno da coprire”, con ulteriori rialzi dei tassi. Il che, “di pari passo con prezzi del petrolio un po’ più elevati in seguito alla prospettiva di stimoli economici in Cina, potrebbe spingere il tasso euro / corona norvegese al di sotto di quota 11”. Rispetto ai livelli del 27 luglio, questo implicherebbe un ulteriore indebolimento dell’euro dell’1,26%.
La prospettiva di un’esposizione alla corona norvegese per l’investitore italiano, dunque, sta diventando piuttosto attraente, come dimostra anche l’attuale posizionamento lungo da parte dei trader a livello internazionale, “non distante dall’essere tirato” su questa moneta, hanno affermato gli analisti di BofA. L’attesa, dunque, è quella di un recupero della corona, che resta in calo del 6,17% sull’euro da inizio anno e del 12,39% negli ultimi 12 mesi.
Una possibilità di esposizione alla corona è quella dei titoli di Stato norvegesi a due anni, che godono del massimo rating (AAA) e, al tempo stesso, offrono un rendimento effettivo del 4,228%, nettamente superiore al 3,765% attualmente offerto dal titolo di Stato italiano di pari durata. La scommessa, date le premesse macroeconomiche, è che il fattore cambio potrebbe aggiungere un’ulteriore spinta al rendimento.
Per quanto riguarda il taglio decennale il confronto è fra il 3,715% offerto dalla Norvegia contro il 4,121% del Btp italiano: dunque un rendimento meno favorevole quello offerto da Oslo, coerente con il rating decisamente più elevato dello Stato norvegese rispetto al più indebitato Stato italiano.
Cosa farà la Norges Bank
“Ora ci aspettiamo che la Norges Bank aumenti il tasso di policy al 4,5% rispetto al precedente 4,25%. Prevediamo altri tre rialzi di 25 punti base, anche se vediamo il rischio di un rialzo di 50 punti base nella prossima riunione di agosto”, hanno affermato gli analisti di BofA, che si aspettano in seguito “due tagli di 25 punti base nel 2024 e cinque nel 2025”. Per quanto riguarda il 2023, dunque, ci sono maggiori chance che la politica monetaria norvegese si restringa più di quella dell’Eurozona, favorendo un recupero della corona sull’euro.
Alla base di questa previsione ci sono considerazioni economiche sull’esito, finora deludente, nella lotta all’inflazione: “Un’inflazione di fondo più alta del previsto è diventata il problema principale” per la banca centrale norvegese, ma anche per quella svedese, per via dell’aumento dei costi dei servizi. “Sia la Norges che la Riksbank svedese hanno mostrato scarsa tolleranza per le sorprese al rialzo dell’inflazione”, hanno proseguito gli economisti di BofA, “con i mercati del lavoro estremamente rigidi in entrambi i paesi, ci aspettiamo che entrambe le banche centrali aumentino ancora i tassi”.
Due titoli norvegesi attualmente disponibili sul secondario sono il NO0010732555 con scadenza al marzo 2025 e rendimento effettivo lordo del 3,96% e il NO0010705536, con scadenza al marzo 2024 2,89%.
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La Svezia, meno attraente nonostante la corona “cheap”
Anche la Svezia potrebbe essere interessante per diversificare il portafoglio obbligazionario? Anche la banca centrale svedese sarà costretta ad alzare ancora i tassi, ma, secondo BofA i rischi di un contraccolpo negativo sulla crescita economica saranno maggiori rispetto alla Norvegia. Anche la forza dell’euro sulla corona svedese è attualmente molto elevata, se si considera che solo negli ultimi 12 mesi ha guadagnato il 10,5%, anche se nell’ultimo mese c’è stato un recupero del 2,58%. “Per la Riksbank lasciamo invariata la nostra previsione, che prevede un ulteriore rialzo di 25 punti base a settembre per un tasso terminale del 4,0%”, hanno affermato da BofA, “data la debolezza dell’economia, un accordo salariale di due anni, piuttosto che di uno solo per la Norvegia, e la debolezza della domanda interna, crediamo che la Riksbank aumenterà meno i tassi di quanto farà la Norges”. L’esposizione alla corona svedese, per quanto ancora debole in prospettiva storica sull’euro, appare quindi meno vantaggiosa. Non solo, anche i rendimenti effettivi dei titoli di Stato svedesi sono più avari: al 27 luglio il decennale offre il 2,485% contro il 4,121% italiano e il 3,715%.