Con il finire del 2021 la misura Quota 100 verrà interrotta. È necessario comprendere, pertanto, chi sono i soggetti che possono, per l’anno in corso, beneficiarne e quali sono le possibili soluzioni alternative per accedere al pensionamento anticipato
In un contesto caratterizzato dalla necessità di fare i conti con le conseguenze, dirette e indirette, scatenate dal Covid-19, l’Italia per ripartire deve mettere in conto di dover effettuare possibili tagli sulla spesa pensionistica
Secondo una stima dell’Istat, infatti, in Italia nel periodo pandemico l’aspettativa di vita ha registrato un improvviso calo; contraendosi fino a 1 anno e 2 mesi rispetto alla precedente media.
Tale andamento crescente (negativo per le casse dello Stato) è stato fortemente condizionato però anche dall’applicazione di alcune misure in ambito previdenziale, prime tra tutte Quota 100; la quale, favorendo il pensionamento anticipato, ha inciso in modo particolare sull’incremento della spesa pensionistica stante l’aumento del numero di pensioni in rapporto al numero di occupati.
Ebbene, alla luce di queste considerazioni introduttive, è appena il caso di soffermarsi sulla misura Quota 100, al fine di individuarne gli aspetti principali (stante il fatto che i soggetti attualmente in possesso dei requisiti richiesti al 31 dicembre 2021, potranno beneficiarne) e comprendere quali solo gli altri strumenti pensionistici che, a differenza di questa misura, rimarranno attivi.
Quota 100 è una misura che consente ai lavoratori dipendenti e autonomi che, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2021, maturano un’anzianità contributiva di almeno 38 anni e di un’età anagrafica non inferiore a 62 anni, di lasciare il lavoro in anticipo e pensionarsi.
La prestazione spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria e alle forme sostitutive della medesima, gestite dall’Inps, nonché ai lavoratori iscritti alla Gestione separata.
È bene specificare che i soggetti che maturano al 2021 i requisiti per accedere a Quota 100 potranno presentare domanda anche nel 2022, alla luce del fatto che l’articolo 14 della legge n.26/2019 stabilisce che i lavoratori che perfezionano i requisiti per Quota 100 nel triennio 2019-2021 possono conseguire il trattamento pensionistico in qualsiasi momento; anche se successivo all’apertura della cosiddetta finestra.
La pensione Quota 100 non è cumulabile con i redditi derivanti da qualsiasi attività lavorativa, svolta anche all’estero, a eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui. L’eventuale produzione di redditi oltre il limite predetto comporta la sospensione dell’erogazione del trattamento pensionistico e il possibile recupero delle rate di pensione indebitamente corrisposte.
In primo luogo, occorre menzionare il regime cd. Opzione donna. Si tratta di una misura che consente l’accesso al pensionamento anticipato per le donne che maturano, nel 2020, 35 anni di contributi e 58 anni di età, se lavoratrici dipendenti, e 59 anni di età, se lavoratrici autonome. È un trattamento pensionistico calcolato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo e implica una riduzione dell’assegno che può arrivare fino al 20-30%.
Come risulta da alcune recenti dichiarazioni rese dal governo (contrariamente a quanto sollecitato dall’Ocse, che invita a considerare la disattivazione anche di questa misura), Opzione donna potrebbe essere resa strutturale o quanto meno prorogata al 2023.
Anche l’Ape sociale, altra misura sperimentale in vigore dal 2017 e già prorogata rispetto alla sua scadenza naturale (2020) al 2021, potrebbe essere nuovamente prorogata dal governo. Detta misura consiste in un anticipo pensionistico per le persone che hanno almeno 63 anni e che, ad esempio: si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento; assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità; hanno una riduzione della capacità lavorativa.
Come riportato dalle linee guida dell’Inps, il beneficio previsto dalla misura è corrisposto ogni mese per 12 mensilità nell’anno, fino all’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia oppure fino al conseguimento di un trattamento pensionistico diretto anticipato o conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.
E invero, queste sono solo alcune delle possibilità che è opportuno considerare per accedere in via anticipata alla pensione.
È sempre consigliabile, quando si valuta l’opportunità di fruire di questi strumenti, farsi supportare da un consulente esperto, in considerazione del fatto che sono numerosi i fattori da tenere a mente e molto cambia in base alla situazione personale di ciascun lavoratore; conseguentemente, senza le giuste valutazioni, l’accesso a uno strumento potrebbe rivelarsi meno vantaggioso rispetto ad un’altra misura.