L’Italia ha ottenuto un punteggio complessivo di 52.2, posizionandosi nella parte media della classifica
Meglio di noi la Spagna (54.7), la Francia (60.2), Germania (66.1), Regno Unito (64.4) e Irlanda (58.4)
Il punteggio dell’Italia è stato portato in basso soprattutto dall’indice di sostenibilità (19). Il punteggio più basso in assoluto. Questo va però a misurare il livello a cui si va in pensione, i finanziamenti disponibili e il livello di debito pubblico. Inoltre lo studio sottolinea come questo valore è particolarmente importante per poter capire e leggere meglio il mondo al tempo di oggi. Questo perché la popolazione sta diventando sempre più anziana, e dunque ci saranno un flusso di persone che incasserà sempre più la pensione. Di conseguenza i paesi devono fare che le pensioni ci siano per tutti. E dunque attuare le misure necessarie per rendere sostenibile il sistema. Esistono però diversi fattori che influenzano la sostenibilità del sistema pensionistico. Tra questi troviamo anche l’equilibrio tra il numero di lavoratori e i pensionati. Va ovviamente da sé capire che se la seconda categoria supera in quantità la prima il sistema pensionistico di quel paese nel lungo periodo avrà diversi problemi in termini di sostenibilità. A livello globale il paese con il sistema più sostenibile è la Danimarca. Questo non ha solo un piano pensionistico forte, ma ha anche un regime dove i datori di lavoro sono obbligati a fornire piani pensionistici ai propri dipendenti.
Altro aspetto che lo studio analizza è il confronto tra adeguatezza e sostenibilità. Ci sono paesi come l’Italia e l’Irlanda che si sono posizionati in posizionali medio alte in termini di adeguatezza ma agli ultimi posti in termini di sostenibilità. Questa disparità può essere spiegata dal fatto che paesi come l’Italia, l’Irlanda e la Spagna hanno un invecchiamento della popolazione che non sta la passo con chi entra nel mercato del lavoro. Nel breve avranno più pensionati che occupati. La Spagna inoltre ha anche il gap della fertilità. Nel Paese c’è infatti un basso livello, il che porterà nel medio periodo ad uno squilibro tra pensionati e forza lavoro.
Infine lo studio osserva che tutti i paesi, anche quelli nordici con punteggi molto alti, hanno margini di miglioramento. E secondo l’analisi i passi da fare per migliorare la condizione attuale sono:
- Aumentare l’età pensionabile: in questo modo si andrebbe a riequilibrare (ancora per poco) il gap tra pensionati e forza lavoro
- Obbligare i datori di lavoro a fornire un piano pensionistico ai propri dipendenti