In Spagna vige un sistema fiscale quasi federale e ogni comunità gode di ampia autonomia
Si è ritenuti fiscalmente residenti in Spagna se si risiede nel territorio dello Stato per più di 183 giorni durante l’anno solare o se in Spagna è stabilito il centro dei propri interessi
E invero, in Spagna vige un sistema fiscale quasi federale e ogni comunità gode di ampia autonomia. Questa circostanza non è di poco conto in quanto ci sono delle aree che possono risultare particolarmente vantaggiose dal punto di vista fiscale, rispetto ad altre: le regioni ricevono una parte significativa del gettito e hanno la possibilità di modificare in autonomia le aliquote dell’Imposta sulle persone fisiche (Impuesto sobre la Renta de las Personas Fìsicas, Irpf) e di altri tributi come l’imposizione patrimoniale.
In linea generale, in Spagna esistono cinque categorie di reddito: reddito di lavoro; di capitale, d’impresa e quello relativo ai guadagni e alle perdite patrimoniali; oltre alle imputazioni di reddito stabilite per legge.
Quanto all’imposta sul reddito delle persone fisiche, l’Impuesto sobre la Renta de las Personas Fìsicas, cd. Irpf, il principale riferimento normativo è la Ley 35/2006 e il regolamento contenuto nel Real Decreto 439/2007, che trova applicazione per i soggetti residenti secondo il principio del worldwide income. Si è ritenuti fiscalmente residenti in Spagna se si risiede nel territorio dello Stato per più di 183 giorni durante l’anno solare o se, in via di fatto, nel territorio spagnolo è stabilito il centro dei propri interessi economici o la propria attività imprenditoriale o professionale.
Sui soggetti non residenti fiscalmente in Spagna grava l’imposta cd. Impuesto sobre la Renta de los No Residentes, Irnr, che trova applicazione soltanto sul reddito prodotto nel territorio dello Stato.
I contribuenti non residenti, generalmente, scontano una tassazione con aliquota al 24% sui redditi ottenuti nel territorio spagnolo o comunque provenienti da fonti spagnole; mentre si applicherà un’aliquota del 19% sulle plusvalenze e sui proventi di investimento finanziario ove derivanti da fonti spagnole.
Le aliquote sul reddito si suddividono secondo i seguenti scaglioni: 19% per i primi 12.450 euro; 24% per redditi che vanno da € 12.450 a € 20.200; 30% per redditi che vanno da € 20.200 a € 35.200; 37% per redditi che vanno da € 35.200 a € 60.000; 45% per redditi che vanno da € 60.000 a € 300.000; 47% per redditi superiori a € 300.000.
Per diversificare l’economia della comunità, incentivare investimenti e creare nuovi posti di lavoro, sono state introdotte delle misure agevolative nel territorio delle Canarie.
Benché le Canarie, in quanto parte della Spagna, rientrano nel territorio Ue, dal punto di vista dell’applicazione dell’Iva godono, invece, di un regime di extraterritorialità: il regime dell’Impuesto General Indirecto Canario comporta che non ci sarà l’applicazione dell’Iva, bensì di un’imposta ad aliquota ridotta sulle transazioni, corrispondente al 7%. Detta aliquota raggiunge poi il 15% per beni e servizi non di prima necessità o di lusso.
Inoltre, al fine di stimolare e sostenere l’imprenditorialità nel territorio, per le società di nuova costituzione, ai sensi del Real Decreto-ley 4/2013, è previsto che, in luogo della disciplina ordinaria, per i primi due anni, verrà applicata un’aliquota ridotta al 15%.