Comprare casa a 1 euro? Le trappole da evitare

L’iniziativa Case a 1 euro consente di acquistare un immobile a un prezzo simbolico. L'obiettivo della Pubblica amministrazione è di ripopolare piccoli borghi, rivitalizzandone il sistema socio-economico
Sono oltre 15 i bandi attualmente aperti per partecipare al progetto Case a 1 euro. Prima di procedere all’acquisto, è bene non trascurare tutti i necessari adempimenti e oneri che vengono in rilievo: dal regime fiscale applicabile, alla polizza fideiussoria, all'eventuale trasferimento di residenza
È evidente che un progetto di tal fatta, che ha già riscosso particolare successo, può rappresentare un'ottima opportunità di investimento: ad esempio, con soli 3 euro potenzialmente si può diventare proprietari di 3 immobili; da trasformare in case vacanze, residenze di lusso, attività turistico ricettive.
In primo luogo, occorre osservare che dietro la cifra simbolica di 1 euro si possono celare ben altre spese. All'acquirente, infatti, nella maggior parte dei casi, è richiesto di stipulare una polizza fideiussoria di 5 mila euro della durata di tre anni; è richiesto di sostenere le spese notarili per volture, accatastamento, registrazione; nonché di affrontare i costi di ristrutturazione. Nello specifico, con riferimento a quest'ultima voce di spesa, è bene specificare che i costi di ristrutturazione possono essere particolarmente impegnativi, stante il fatto che il più delle volte si tratta di immobili vetusti, strutture deteriorate o case da tempo abbandonate.
Infine, potrebbe essere necessario anche diventare residenti nel comune ove è situato l'immobile; quest'ultima circostanza, relativa al trasferimento della residenza, non può certo stupire stante il fatto che l'iniziativa nasce con l'aperto fine di ripopolare borghi e zone rurali con nuovi residenti. In seconda battuta, è parimenti importante individuare il regime fiscale che disciplina la vendita immobiliare a prezzo irrisorio.
Come a più riprese chiarito dal Consiglio nazionale del notariato, l'irrisorietà del prezzo di vendita non influenza l'impianto fiscale applicabile. In questo senso, l'immobile ceduto a 1 euro verrà trattato al pari di qualsiasi altro contratto di trasferimento immobiliare a titolo oneroso concluso per un corrispettivo in linea con il valore reale del bene. Altrimenti detto, la vendita dell'immobile al di sotto del valore di mercato, è comunque sempre soggetta al regime fiscale ordinario proprio dei contratti di trasferimento a titolo oneroso e come tale risulterà attratta nella disciplina iva o nel campo dell'imposta di registro.
L'ammontare esiguo del prezzo, tuttalpiù, può incidere sulla determinazione della base imponibile su cui calcolare le relative imposte e sulla possibilità, da parte del Fisco, di procedere all'accertamento del maggior valore.
Articolo tratto dal magazine We Wealth di settembre 2021