- Dal 2018 a oggi si calcolano 174 radiazioni dall’Albo Ocf a causa di violazioni gravi, principalmente acquisizioni della disponibilità di somme della clientela
- Paralupi: “È necessario che il risparmiatore si doti di strumenti di cautela che gli consentano di effettuare le giuste verifiche prima di affidare i propri risparmi”
È recentemente salito agli onori della cronaca il caso di Luca Cordero di Montezemolo che ha trascinato in tribunale due broker italiani, Federico Faleschini e Daniele Migani. Secondo quanto riportato dal portale svizzero Gotham City, specializzato in criminalità economica, l’ex presidente di Ferrari avrebbe perso 50 milioni di euro a causa di un investimento andato male. Montezemolo, attraverso una sua assistente, ha chiarito a Repubblica che i 50 milioni non costituissero in realtà la perdita ma il risarcimento richiesto dall’imprenditore e dalla sua famiglia. Il Gruppo XY (facente capo a Migani e di cui Faleschini è un dirigente apicale) ha precisato in una nota come nel corso delle indagini condotte innanzi all’Autorità giudiziaria svizzera sia “inequivocabilmente emerso come le perdite subite dagli investitori” siano da “ricondurre all’andamento fortemente negativo dei mercati finanziari nel periodo febbraio-marzo 2020 caratterizzato dalla fase più acuta della pandemia da covid-19, escludendo anche l’ipotesi di truffa”. Ma quali sono le truffe finanziarie più diffuse?
“È doverosa una precisazione”, dichiara a We Wealth Alessandro Paralupi, direttore generale dell’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo dei consulenti finanziari. “L’Albo presenta un bassissimo tasso di radiazioni”. Dal 2018 a oggi si calcolano infatti 174 radiazioni a causa di violazioni gravi – principalmente acquisizioni della disponibilità di somme della clientela – di cui 35 nel 2023. Questo a fronte di un totale di 51.898 iscritti all’Albo, di cui 35mila attivi, ovvero il 68%.
Le fattispecie più diffuse
“Le fattispecie di vigilanza che noi valutiamo sono le più gravi, tra cui l’acquisizione della disponibilità, il perfezionamento di operazioni non autorizzate, la ricezione di forme di compenso o finanziamento da parte della clientela e l’omessa identificazione”, spiega Paralupi. L’organismo pone in essere una duplice azione di vigilanza: la vigilanza programmata e la vigilanza ad evento. La prima riguarda tutti gli iscritti e può basarsi o su una serie di elementi di valutazione che possono non essere contestualizzati rispetto alla specifica violazione o su determinati indicatori di anomalia, attraverso un flusso di dati che arriva da iscritti e mandanti e consente di intervenire con un certo anticipo rispetto al verificarsi della violazione, con provvedimenti di tipo cautelare o direttamente sanzionatori. La vigilanza ad evento discende invece da segnalazioni di intermediari, dalla Consob, dalla Guardia di finanza o anche dagli stessi risparmiatori o associazioni di risparmiatori.
I rischi dei social network
“Un tema un po’ collaterale a tutto questo è che nel mercato ci sono molti soggetti che si professano consulenti finanziari abilitati all’offerta fuorisede o autonomi iscritti all’Albo, ma non lo sono”, continua Paralupi. “È necessario quindi che il risparmiatore si doti di strumenti di cautela che gli consentano di effettuare le giuste verifiche prima di affidare i propri risparmi a qualcuno. Specie quando si utilizzano canali telefonici o informatici, inclusi i social network”. A quest’ultimo proposito, di recente l’Esma è intervenuta sull’utilizzo di queste piattaforme per diffondere raccomandazioni di investimento. “L’autorità europea suggerisce di assumere un atteggiamento prudenziale, perché quelle raccomandazioni non sono personalizzate ai sensi della normativa Mifid, che prevede una serie di strumenti di tutela che consentono di investire in un ambiente protetto”, dice Paralupi.
Come tutelarsi dalle truffe
Fatte queste premesse, Paralupi ribadisce come laddove ci si rivolga a un consulente finanziario iscritto all’Albo con una mandante che opera per conto di una banca, i rischi “sono davvero molto mitigati”. Questo perché il soggetto è attenzionato non solo dall’Ocf ma anche dalla mandante che svolge attività di audit e risponde solidalmente dell’operato del consulente. “Ovviamente il risparmiatore dev’essere sempre molto attento, nel dialogo col banker, a rispondere correttamente alle domande che pone, perché ci sia una profilatura efficace. Inoltre, deve ben analizzare – anche attraverso un’analisi introspettiva – quali sono le sue reali esigenze di investimento, non facendosi mai trascinare dal prodotto finanziario. In questo, un buon consulente finanziario lo aiuta”, afferma Paralupi. Poi conclude: “Oggi, se lasciamo 100 euro sul conto corrente, alla fine dell’anno avremo meno del valore reale di 100 euro. Potremmo avere addirittura un potere d’acquisto inferiore rispetto a ciò che abbiamo depositato sul conto. Si tratta di una perdita di sistema. È importante che in un periodo come quello attuale in cui l’inflazione si è un po’ mossa e i conti correnti hanno un fisiologico rendimento inferiore rispetto all’investimento, ci si attivi per impiegare le somme e renderle produttive attraverso gli investimenti”.