L’apertura di una sede fisica in questo momento critico e surreale è un segnale di incoraggiamento, che punta alla crescita nel lungo periodo, in linea con la filosofia di gestione di Comgest
Sul fronte delle reti di consulenza e del private banking, la presenza fisica aiuta ad incontrare personalmente i professionisti, per ottimizzare le scelte di portafoglio in base ai bisogni della clientela
Come per le macchine ibride, un equilibrio di lavoro dato da commerciali in loco e specialisti della gestione collegati via webinar potrebbe essere una buona soluzione nel medio termine
Quali sono ad oggi le principali sfide per il mercato dell’Asset Management e, nel caso di specie, per Comgest?
“Una delle principali sfide per gli asset managers attivi” ha esordito Gabriella Berglund, Country head Italia di Comgest, “è quella di distanziarsi dalla gestione passiva, cercando non solo di battere i benchmark di riferimento nel lungo periodo, ma anche di dare un profilo di rischio inferiore al benchmark. Da 30 anni, Comgest ha sviluppato una filosofia di investimento incentrata sulla crescita di qualità a lungo termine, prediligendo le aziende che perseguono soluzioni di business e finanziarie solide, in grado di garantire una crescita sostenibile degli utili.
La specificità di Comgest” ha aggiunto Berglund, “è stata la scelta di focalizzarsi su una gestione specifica, quella azionaria, e di posizionarsi come gestore attivo, senza vincoli di benchmark”.
Tale obiettivo potrà essere raggiunto meglio grazie ad una gestione attiva pronta ad agire con l’engagement e con il dialogo con i manager delle imprese. Comgest ha preso la decisione ormai da diversi anni di formalizzare l’inclusione degli aspetti ESG nella gestione dei portafogli, con un team di analisti dedicato, un fattore chiave per il nostro prossimo sviluppo”.
In un periodo delicato e di forte transizione come quello che viviamo oggi, qual è l’importanza di avere una sede fisica?
“L’apertura della sede a Milano è un progetto che coltiviamo da diversi anni e che finalmente siamo riusciti a realizzare” ha spiegato Berglund. “E’ significativo averlo fatto proprio in questo momento così critico e a dir poco surreale; è un segnale di incoraggiamento, che punta alla crescita nel lungo periodo, in linea con la filosofia di gestione di Comgest”.
“Potrebbe sembrare una scelta controtendenza in un momento dove il lavoro da remoto sta diventando la nuova norma. In realtà, per noi è molto importante essere vicini al cliente, evitando continui viaggi tra paesi e fornendo un luogo dove ritrovarsi.
Come per le macchine ibride, un equilibrio di lavoro con commerciali in loco e specialisti della gestione collegati via webinar, potrebbe essere una buona soluzione nel medio termine”.
Comgest è presente in Italia dal 2012 con fondi autorizzati al collocamento retail. Un “arrivo” che non è dunque recente. Come imposterete il vostro percorso futuro e quali sono i prossimi traguardi?
“Per poter crescere abbiamo bisogno di più persone in grado di servire al meglio i nostri clienti e aggiungerne di nuovi. Se la clientela di fund buyers è meno sensibile alla presenza locale, le reti di collocamento e loro forze vendita lo sono molto di più. Un nostro obiettivo è sicuramente cercare di essere più presenti su questi canali, che richiedono fondi con gestione attiva e buone performance”.
“Sul fronte istituzionale, viene richiesta una certa presenza locale per confermare un commitment a lungo termine sul mercato italiano, a loro utile quando affidano mandati di gestione per diversi anni. A ciò si aggiunge una reportistica mirata ed adatta alle loro esigenze. Lato private banking, la presenza fisica potrà aiutarci ad incontrare i professionisti per ottimizzare le loro scelte di portafoglio. Per questo tipo di investitori, in particolare, l’approccio di una boutique (anche se sempre più proiettata verso nuove opportunità), è utile per creare una differenza con clienti privati sofisticati”.
Abbiamo menzionato gli obiettivi in termini di clientela. In tal senso, qual è la strategia di Comgest per il mercato italiano e quali le tematiche in focus?
“Per quanto riguarda i prodotti, il mercato italiano, sia retail che istituzionale, comincia ad avere un bisogno crescente di diversificazione dalla classica allocazione obbligazionaria. Con tassi di interesse che rimarranno bassi ancora per un po’ di tempo, vi è la necessità di investire in altre asset class, come quelle azionarie”.
“In Comgest abbiamo un ottimo posizionamento basato sui risultati passati dei fondi azionari in tutte le principali aree geografiche, un lungo track record con uno stile ben preciso e siamo molto attivi. Abbiamo inoltre sviluppato una gestione globale flessibile che per l’investitore italiano più attento al rischio potrebbe rappresentare un primo step di diversificazione, con una volatilità inferiore al puro azionario” ha concluso Berglund.
Gabriella Berglund, Country head Italia di Comgest