I punti salienti nel mercato dell’arte 2024 secondo Art Basel e Ubs: il calo “in alto”
Come sta andando il mercato dell’arte nel 2023-2024 secondo la “bibbia” dei report, ovvero quello di Art Basel e Ubs? Le vendite sono scese del 4% (a 65 miliardi di dollari) rispetto al 2022. Il calo si deve soprattutto a minori scambi nella fascia alta del mercato. Nella fascia bassa invece i volumi sono aumentati. Un aspetto perlomeno inusuale, stando alle parole dell’economista dell’arte Clare McAndrews, autrice del rapporto, secondo la quale «è proprio la parte alta del mercato a performare meglio nei periodi di crisi. Tuttavia negli ultimi 18 mesi si è assistito a un’inversione di tendenza. Il segmento più basso ha avuto più successo rispetto a quello alto, che dal canto suo non è che sia andato male, solo non ha restituito valori eccezionali». Sta inoltre emergendo una preferenza per le vendite private rispetto alle aste pubbliche: chi compra vuole farlo in maniera meno concitata.
L’impatto del passaggio generazionale della ricchezza
Nei prossimi 20 anni 84.000 miliardi di dollari passeranno dalla Silent Generation e dai Baby Boomer a Generazione X, Millennial e GenZ. Si tratta del maggior trasferimento di ricchezza mai avvenuto nella storia dell’umanità. Cosa comporterà questo passaggio generazionale per il mercato dell’arte? I dati del sondaggio – che analizza le abitudini di acquisto di oltre 3.600 individui con un elevato patrimonio netto (hnwi) in 14 mercati principali – dicono che i giovani ricchi sono piuttosto interessati a conservare le opere d’arte ereditate. Il 91% degli intervistati infatti possiede già opere ereditate, con il 72% che afferma di aver conservato alcune di queste opere nella propria collezione. Meno di un terzo sono invece coloro che citano una incompatibilità fra collezioni e che pertanto vogliono vendere le opere ereditate.
Ma l’aspetto forse più interessante, a detta anche di Paul Donovan, economista capo di Ubs, è che il 47% degli intervistati ha messo / vuole mettere in vendita le opere per pagare le tasse di successione (il 55% perché non ha spazio).
Abitudini e modalità di acquisto
Acquistare o studiare le opere online piace sempre, dal periodo covid in poi. Sono però tornati ad avere importanza gli eventi in presenza, anche se non per tutte le tipologie (restano inferiori a quelle del 2019 le presenze alle aste dal vivo, le biennali, le studio visit, i grandi festival). Piacciono di persona invece le fiere e le mostre di gallerie.
Secondo il ceo di Art Basel Noah Horowitz, dopo la pandemia, è come se Art Basel si fosse “regionalizzata”: «i clienti tendono a concentrarsi sulle fiere della loro parte del mondo. Miami che è diventata più una questione latino-americana, mentre Basilea decisamente europea. Art Basel Paris al contrario è stata la più internazionale delle fiere del gruppo.
La platea più ampia di hnwi partecipa a un maggior numero di eventi legati all’arte rispetto a prima della pandemia, dimostrando un rinnovato interesse a vivere l’arte di persona. Tuttavia, a dispetto del piacere di partecipare agli eventi, molti preferiscono fare acquisti online piuttosto che acquistare direttamente durante le visite alle gallerie. Infatti solo un quinto di coloro che acquistano attraverso le gallerie preferisce effettuare transazioni di persona.
Si comporta all’opposto il piccolo sottoinsieme di collezionisti “VIP” di Art Basel. Questo gruppo “altamente impegnato” tende a privilegiare le interazioni di persona. Nello stesso momento, partecipano a un numero minore di eventi rispetto al periodo pre-pandemia, i quali eventi tuttavia rimangono un luogo chiave per gli acquisti.
La dinamica che si innesca è bizzarra: il pubblico più ampio degli acquirenti d’arte partecipa maggiormente agli eventi in presenza ma più propenso ad acquistare online; quello più ristretto di collezionisti privati frequenta un minor numero di eventi, ma attribuisce maggiore importanza alle esperienze di acquisto di persona.